Con vero piacere ospitiamo l’introduzione sul tema ” Violazione dei diritti fondamentali della persona in Ucraina negli anni 1917-1953 ” dottorato conseguito il 14. 06 di uno dei nostri lettori Oleksandr Khalayim che ringraziamo di cuore.
Roma, 14 giugno 2017
Pontificia Università Lateranense
«VIOLAZIONI DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELLA PERSONA IN UCRAINA 1917-1953»
Presentazione della tesi di dottorato
Autore: Oleksandr Khalayim
Relatore: Prof. Rocco Pezzimenti
Problemi storiografici e limiti del lavoro presentato
Il lavoro presentato esamina cronologicamente il periodo che va dal 1917, anno della rivoluzione dei bolscevichi, al 1953, anno della morte di Stalin chiamato “Padre dei popoli”. Per molto tempo la verità, falsificata o modificata, è stata tenuta nascosta alla società. La “vera storia” cominciò solo dopo la rivoluzione del 1917, quando tutto doveva essere “nuovo” anche se non sempre il nuovo era migliore. Un evento poteva essere interpretato diversamente e ciò dipendeva da chi lo raccontava e dalla posizione che occupava nella vita pubblica.
Con la caduta del comunismo, l’Ucraina ha dato finalmente libero accesso agli archivi che hanno portato alla luce documenti che attestano una realtà ben diversa, scomoda a tanti e amaramente incredibile. Quello che desidero esporre in questo lavoro è veramente una piccola goccia nell’oceano in quanto, in una così breve relazione, non è possibile redigere la tragedia di quegli anni perché ogni individuo ha una sua “Storia” di persecuzione, di deportazione, di immensa sofferenza che ognuno di noi ha il dovere di non dimenticare.
Ho provato a capire dove conducesse il “paradiso senza Dio” quando si creava una “nuova moralità” e un “uomo nuovo” che, privato del diritto della libertà personale, non poteva più vivere pienamente la vita sociale, economica e politica in quanto tutto era per lo Stato e ogni uomo viveva solo per lo Stato ed era di sua proprietà. La Dottrina Sociale della Chiesa, nei suoi insegnamenti, più volte afferma che nessuna ideologia politica può sovrastare l’uomo, perché solo l’uomo è corona della creazione e “prima via della Chiesa”. Il comunismo invece aveva creato una società assoggettata all’ideologia del regime, dove l’unica verità era quella imposta dallo Stato e chi non la condivideva diveniva “nemico dello Stato” con tutto ciò che ne conseguiva. Così, insieme alla famiglia, l’individuo “nemico” era escluso e spesso eliminato fisicamente. Svariati erano i metodi utilizzati a tal fine quali l’esilio, il carcere, il GULAG, fino all’ultimo freddo abbraccio della morte. Per sviluppare questo meccanismo, accrescere il potere, paralizzare con la paura il sistema penitenziario, che doveva essere motore di crescita economica, servivano sempre più carcerati e, alla fine, il terrore divenne terrore di massa e forma di governo. Ho affermato che con il totalitarismo non si costruisce una società felice ma una società di paura e di morte. Questo lavoro è solo una piccola luce nelle tenebre della menzogna seminata per anni, una luce che non deve essere spenta. Per il popolo che perde la propria memoria è impossibile rinnovarsi, è impossibile risorgere a vita nuova.
Non si può costruire il futuro dimenticando la storia passata; non sempre coloro che hanno sofferto una dura persecuzione possono testimoniare ma, al loro posto, parlano le fosse comuni di migliaia di ignoti, le tombe coperte di terra ghiacciata in Siberia e quelle senza croce né nome, individuabili solo da un numero, il numero della condanna.
Nel primo capitolo ho intrapreso un breve percorso storico, per aiutare a capire la tragedia del popolo ucraino nel XX secolo. Una storia tanto dolorosa per chi doveva superare dure prove pur di salvare la propria identità nazionale e vivere con essa nelle catacombe. Una storia che non può essere dimenticata perché scritta con il sangue di coloro che perirono in Siberia, sterminati a causa del loro modo di pensare e per il loro desiderio di libertà. Analizzati brevemente i primi diciannove secoli ci soffermiamo sul XX secolo: il secolo dei cambiamenti non solo per il popolo ucraino ma per tutto il mondo, perché il comunismo si diffuse su tutta la terra; il secolo di due guerre mondiali e il secolo del salto industriale ma anche il secolo dell’eliminazione della personalità umana. La storia del popolo ucraino è una lotta per la sopravvivenza e ciò non può essere ignorato perché, per costruire un futuro migliore, non si può dimenticare il passato anche se doloroso. Le testimonianze riportate non sono ricordi ma “magistra vitae” per l’uomo di oggi. Un breve sguardo alla situazione politica, sociale e culturale di quel periodo e ai tentativi di indipendenza e di identità del popolo ucraino che non sempre giunsero al risultato sperato a causa della mancanza di unità nazionale. La rivoluzione di febbraio inizialmente diede a molti la speranza di un miglioramento ma, subito dopo, grande fu la delusione. Il leader del bolscevismo proclamò Dio suo nemico personale e iniziò a lottare contro tutto ciò che parlava di Lui, ogni persona ed ogni cosa che testimoniavano l’esistenza di Dio dovevano essere eliminate dalla vita pubblica e dalla terra. Il periodo della prima guerra mondiale fu, anche per l‘Ucraina, difficile e sanguinoso. La “sporcizia” del governo zarista facilitò la presa del potere dei comunisti. Con la caduta dell’Imperialismo, gli ucraini cominciarono a respirare aria di indipendenza ma il nuovo regime comunista, con false promesse, non diede loro la possibilità di vivere senza una nuova schiavitù. Con i sacrifici del popolo, il nuovo Stato voleva industrializzare e cambiare il Paese, collettivizzando l’agricoltura, deportando i proprietari terrieri e sterminando intere generazioni. Quanti uomini vennero sradicati dalla propria terra solo perché bravi lavoratori! E con loro le famiglie e anche quelle etnie proclamate nemiche dovevano sparire nel nulla. Con la seconda guerra mondiale, tutta l’Ucraina divenne campo di battaglia e, come i fascisti, anche i comunisti, lasciando il territorio, fecero terra bruciata. La macchina della repressione, del terrore e della deportazione di massa non si fermò. Tragicamente si toccò anche la religione, considerata oppio per il popolo, e drammatica fu la storia della Chiesa Greco Cattolica Ucraina che fu repressa dopo il pseudo sinodo del 1946, con i sacerdoti e i fedeli costretti a passare alla Chiesa Ortodossa di Mosca. La persecuzione interessò non solo i due riti della Chiesa Cattolica ma tutte le religioni. Così la macchina del terrore cominciò ad eliminare tutti.
Nel secondo capitolo le testimonianze dei sopravvissuti ci fanno comprendere come per l’edificazione di un nuovo Stato, di un paradiso senza Dio, il regime distrusse ogni pietra materiale e spirituale della Chiesa, sterminò i pastori e il gregge, rimasto solo, si disperse. L’odio verso Dio entrò nella vita pubblica, sociale e culturale e uno dei primi impegni per i “veri” comunisti fu la propaganda contro la religione. Ogni persecuzione era considerata “giusta e giustificata”, il regime organizzava falsi processi contro i sacerdoti e i testimoni della vita cristiana. Se nella nuova costituzione venne proclamata la libertà religiosa, nella pratica essa non fu assolutamente rispettata. La Chiesa non si poteva eliminare, non si poteva far tacere, essa continuò a vivere anche in Siberia con il sacrificio dei fedeli rimasti per sempre sotto terra, nel ghiaccio e nella sabbia del territorio del Kazakistan. L’individuo, privato della libertà religiosa, fu privato anche di ogni altro diritto e lo Stato cominciò a controllare ogni suo passo. Per procedere sulla via della menzogna e sul totalitarismo assoluto, ebbero inizio le persecuzioni degli intellettuali e di tutti coloro che pensavano diversamente. Il nuovo Stato creò un mondo totalmente diverso nei valori, nelle leggi, non c’era spazio per nessuna iniziativa perché solo così poteva formarsi l’“uomo nuovo” senza radici, in un percorso totalmente nuovo. La verità era quella dello Stato e chi non concordava veniva eliminato. E così, per le persone scomode al nuovo regime, si creò un nuovo Stato, isolato da tutti, che molti conoscevano ma di cui pochi parlavano: il Gulag, dove l’uomo, che agiva diversamente rispetto alle linee imposte dal comunismo, diventava solo un numero. Il Gulag divenne uno Stato dentro lo Stato dell’Unione Sovietica.
Nel terzo capitolo ho analizzato la tragedia del proprietari terrieri che, in quanto padroni, vennero considerati i nemici più pericolosi. Così, come per i veri contadini, la deportazione e la collettivizzazione si attuò con violenza. Nel periodo 1932-33 il popolo ucraino patì la più grande tragedia del XX secolo: l’Holodomor. Milioni di persone vennero affamate e sterminate solo perché padroni della terra. Questa tragedia per lungo tempo fu taciuta in URSS e nel mondo. Il percorso del nuovo Stato non fermò questo perché esso voleva ricostruire la vita pubblica e la vita economica riservando al Gulag un posto fondamentale in quanto con il lavoro gratuito l’economia sarebbe diventata più forte. Ma fu un fallimento, il lavoro non portò i risultati tanto ambiti a causa delle pessime condizioni di vita dei carcerati e dall’assoluta mancanza di iniziativa degli stessi. La macchina del terrore non si poteva fermare, si vedevano nemici dappertutto, lo stesso partito cominciò la persecuzione contro politici e governatori, le spie erano ovunque e anche quando non c’era un nemico evidente, era necessario crearlo. Non avendo nessun criterio, nessun fondamento morale, tutto il sistema e i suoi leader vivevano una impurità interiore ed esteriore. Sacro era solo il partito e ciò che serviva ad esso, l’individuo spariva davanti alla grande ideologia per la quale l’uomo non valeva nulla
Il desiderio di questa ricerca è dunque dimostrare cosa accade quando viene a mancare Dio come principale riferimento; quando si nega il diritto alla libertà religiosa e si distrugge la dignità della persona che diventa solo uno strumento della grande macchina. Voglio raccontare le testimonianze del martirio per la verità, per quei valori eterni, per la lotta dell’“uomo”. La vita dei martiri di ieri esorta il mondo di oggi a non ripetere gli stessi errori, ed io desidero ricordarli in questo lavoro e sottolineare che per la Chiesa e per il Suo insegnamento nessun individuo può essere solo un numero perché Cristo è nato, morto e risorto per ogni uomo.
La persecuzione dei cristiani non è mai finita, dalla morte di Cristo fino a giorni nostri. Ma il XX secolo è stato il più sanguinoso di tutti i diciannove secoli messi insieme; esso non è solo il secolo delle grandi ricerche tecnologiche, dell’industria, dell’economia, ma anche il secolo dello sterminio umano. Volevano creare il paradiso sulla terra senza Dio, buttando via la Pietra della Chiesa. Le persecuzioni non sono una realtà del passato, ancora oggi migliaia di persone danno testimonianza che esiste un altro mondo, che l’uomo non vive solo di cose terrene. Questi martiri sono la forza della Chiesa di oggi e di ieri; sono il seme della Chiesa e per questo dobbiamo riscoprire la ricchezza del cristianesimo sopravvissuto ai tempi del buio, ai tempi del comunismo sovietico in Ucraina, divenuta nell’ultimo secolo terra di tanti crimini, di tanti martiri e memoria per tanti cristiani e uomini di buona volontà.
Vivendo nell’era del materialismo sfrenato, non possiamo dimenticare le testimonianze di coloro che possedevano solo una piccola proprietà, un pezzettino di terra, e potevano essere carcerati e deportati con le famiglie. L’espropriazione era tipica del percorso verso il comunismo. Nella mentalità di oggi tutto si può comprare, ed è anche per questo importante la testimonianza di coloro la cui vita per lo Stato non valeva nulla perché erano considerati nemici. Lo Stato, che doveva svolgere il ruolo di custode dell’identità individuale e familiare, era spesso persecutore perché tutto doveva servire allo Stato e non viceversa. Esso, come ogni regime comunista, chiudeva i confini e non c’era scambio di informazione, sempre controllata dai servizi segreti, e si creava una realtà falsa, una pseudo realtà. Il comunismo ebbe più tempo del nazismo per nascondere i suoi crimini, per giustificare gli omicidi, per camuffare all’opinione pubblica la verità in maniera accurata e persuasiva. Quanti ancora credono che il comunismo possa migliorare il mondo? Non possiamo dimenticare questi sacrifici, è necessario fare nuove ricerche, cercare nuovi fatti per portare alla luce quello che avrebbero voluto nascondere. Purtroppo il seme del male germoglia e trova spesso terreno fertile nei secoli. Ogni periodo porta nuove sfide, per il popolo Ucraino oggi è un momento difficile: quello della guerra, dell’emigrazione e della lotta alla corruzione. E nello stesso tempo c’è aria di risveglio, di vero patriottismo, di coraggio e di responsabilità personale e collettiva. L’annessione totale dell’Ucraina alla Russia, non è stata possibile grazie al coraggio di tanti giovani, di tanti volontari che con il sacrificio della propria vita, dei propri interessi hanno dimostrato di essere figli di un popolo.
In questo lavoro, leggendo le testimonianze di molti, ci si è posta la domanda del perché il comunismo non sia stato condannano come il fascismo dopo la seconda guerra mondiale. Perché quelli che hanno affamato, deportato, sterminato, non sono mai stati davanti al tribunale di Norimberga? Che la società internazionale ancora non abbia capito quale sterminio il demoniaco regime comunista ha portato e sta portando ancora in diverse parti del mondo? L’olocausto è stato riconosciuto come genocidio dall’autorità internazionale invece l’Holodomor degli anni 1932-1933, che vide affamati più di sette milioni delle persone, è stato considerato solo una tragedia. Nessuno ha pagato per quegli anni di sterminio, quando ogni luce di speranza sembrava spenta per sempre.
Ma la Speranza esiste, dopo la morte e la risurrezione di Cristo. E con lo sguardo della Chiesa proviamo a riflettere sugli avvenimenti accaduti, nella luce della Dottrina Sociale della Chiesa, con l’insegnamento del Magistero e con le testimonianze di tanti fedeli martiri che in quei tempi bui rimasero fedeli a Cristo sino alla fine. Oggi possiamo solo dire che essi sono stati il seme di questa terra e di tutta la Chiesa.
Ho riportato le testimonianze di tanti uomini di buona volontà che cercavano la verità, volevano vivere nella verità e furono testimoni di verità. Le prime righe di questo lavoro sono state: “Et cognoscetis veritatem et veritas liberabit vos” (Gv 8,32), auguro che questo lavoro sia una piccola goccia di verità nel così grande oceano di menzogna del regime totalitario.