Menlo Park è intervenuto su comportamenti «non autentici e coordinati». Secondo la stampa americana è probabilmente coinvolto il Cremlino
Otto pagine e 17 profili Facebook e sette account Instagram che hanno pubblicato più di 9.500 post e speso circa 11 mila dollari per 150 inserzioni pubblicitarie. Sono questi i numeri — piuttosto contenuti ma a proposito dei quali è ormai obbligatoria trasparenza assoluta e costante — comunicati da Menlo Park martedì pomeriggio e relativi a tentativi di interferire con le elezioni di metà mandato degli Stati Uniti, che si terranno il prossimo 6 novembre. La notizia è stata anticipata dal New York Times.
Mentre è ancora impegnato a leccarsi le profonde ferite post-trimestrale, il colosso di Mark Zuckerberg dichiara di aver rimosso tutti questi attori responsabili di un’azione «non autentica e coordinata» e di essere in contatto con le forze dell’ordine e le autorità americane. Le pagine sono state create tra marzo 2017 e maggio 2018 e hanno ottenuto un seguito complessivo di più di 290 mila persone. Il social non fa riferimento ad alcun mandante preciso, ma il probabile coinvolgimento della Russia è stato confermato dal Nyt e dalla Cnn. A puntare verso il Cremlino ci sono alcuni anche legami diretti fra le pagine e i profili incriminati e l’attività dell’Internet Research Agency , la fabbrica di troll di San Pietroburgo sotto accusa per le interferenze nel voto presidenziale del 2016.
Dato importante è poi quello relativo ai nuovi escamotage adottati dagli attori malevoli: Facebook fa riferimento all’utilizzo di Vpn (virtual private network), di telefonia via Internet e al coinvolgimento di terze parti nell’acquisto della pubblicità, pratica sottoposta a controlli più rigidi dopo il polverone sollevatosi due anni fa. «Sono stati più attenti a coprire le loro tracce», ha scritto Nathaniel Gleicher, capo della cybersecurity policy di Facebook.
Fonte : Corriere della Sera