Un sito apparentemente “ucraino“, spesso citato nei media russi, ha l’indirizzo di San Pietroburgo ed è probabilmente una delle imprese della “troll factory” di proprietà di Yevgeny Prigozhin, un milionario spesso definito come il “capo preferito” dal Presidente russo Vladimir Putin.
Uno psicologo sociale, ha scoperto che se si chiedeva di saltare la coda per la fotocopiatrice perché si doveva fotocopiare qualcosa si aveva una probabilità maggiore di ottenere il consenso in quanto si dava una ragione adeguata.
La parola “perché” risultava sufficente, la gente spesso non va oltre nell’ascolto delle motivazioni. La maggior parte delle audience dei media si comportano in modo identico quando si tratta di fonti di informazione. Le fonti devono essere citate, ma solo raramente saranno controllate. Se l’informazione si rivolge a denigrare l’Ucraina o a distorcere i fatti circa il conflitto militare russo in Donbas, è quindi meglio poter citare i media ucraini a supporto delle proprie tesi.
A volte i collegamenti alla presunta fonte di prova, per esempio, che i movimenti “separatisti” si stanno diffondendo a macchia d’olio in Ucraina, smettono di funzionare quasi immediatamente (cioè se clikkate sopra il link vi otterrete “pagina non trovata”). Ma altri siti avranno ripubblicato le informazioni e quindi non c’è bisogno di lasciare prove incriminanti per la fonte. La televisione russa Russia Today ad esempio, sapendo che all’estero vi è maggior controllo da parte dei debunker, quando trasmette bugie sfacciate per esempio sull’Ucraina che sta commetendo un genocidio nel Donbas, subito dopo tende ad eliminarle.
Ciò che necessita sono i “media ucraini” che possono essere creati solo per fornire materiale anti-ucraino. I proxy del Cremlino delle cosiddette “Repubbliche di Donetsk e Luhansk” sono sempre citati come fonti affidabili, anche se la loro scarsa credibilità non è certo un segreto.
La Kharkov News Agency (nahnews.org) si inserisce certamente in questo disegno. La parola ”agenzia” crea l’illusione di varietà di fonti e corrispondenti, mentre il collegamento regionale spiega il fatto che il sito è poco conosciuto. Questo è perfetto per le storie di stampa russe in televisione o per i canali di propaganda specie in altri paesi in cui l’inattendibilità di questa agenzia passerà probabilmente inosservata.
Se, nel 2014/15, il materiale del sito veniva ripubblicato attraverso un pigro ‘copia e incolla’, oggi presenta una agenda di lavori molto aggressiva di tipo filo-russo e mantiene una costante disinformazione, tutto ciò è ben conosciuto in Ucraina. Per questo motivo, ulteriori indagini vengono richieste per capire se vi possa essere una possibile collusione tra il sito e Kharkiv Izvestia, una pubblicazione totalmente sotto il controllo del sindaco Hennady Kernes ma pagato dal bilancio della città.
La vera posizione geografica e la proprietà del sito rendono abbastanza chiaro che la questione in gioco non è solo la libertà di esprimere opinioni critiche all’attuale Governo in Ucraina.
The unnamed ‘editors’ of the ‘Kharkov News Agency’ claim that it was originally created in Kharkiv, but was physically destroyed, and forced to move to St. Petersburg and Luhansk “after the state coup in Ukraine in February 2014”. The remaining journalists supposedly fled in these directions “from inevitable reprisals”. They go on to claim that the “Ukrainian nationalists, having seized power, continue to openly boast of hundreds of unmarked graves in the forest around Kharkiv where the nationalists took their political opponents, having first subjected them to savage torture”. Not one of these killings has been solved, they say, preferring not to mention the lack of any evidence of such graves, or of the alleged ‘boasting’.
I “redattori” senza nome della “Kharkov News Agency” sostengono che essa è stato originariamente creata a Kharkiv, ma che l’ufficio è stato fisicamente distrutto e costretti a trasferirsi a San Pietroburgo e Luhansk “dopo il colpo di stato in Ucraina nel mese di febbraio 2014”. I restanti giornalisti fuggiti in queste località per evitare “inevitabili rappresaglie”. Continuano a sostenere che i “nazionalisti ucraini, dopo aver preso il potere, continuano a vantarsi apertamente di centinaia di tombe senza nome nella foresta intorno a Kharkiv, dove i nazionalisti hanno preso i loro avversari politici, avendoli prima sottoposti a torture”. Nessuno di questi omicidi è stato risolto, dicono, preferendo non parlare della mancanza di qualsiasi prova di tali tombe, o del presunto ‘vanto’.
Media Detector sottolinea che non vi è alcuna prova che l”agenzia nahnews.org’ sia mai stata con sede a Kharkiv o dovunque in Ucraina. L’indirizzo di dominio è stato acquistato il 25 agosto, 2013 da Yevgeny Zubarev, che è anche capo redattore del News Agency federale. Questo si crede di essere parte del cosiddetto Research Agency Internet, altrimenti noto come un “fabbrica dei troll”, che impiega centinaia di giovani russi con il compito di inviare post pro-Cremlino di propaganda sotto false identità. Le indagini di Adrian Chen per il New York Times su questa fabbrica di troll hanno fatto emergere come da qui provengano i maggiori attacchi verso l’Ucraina e gli oppositori russi.
Il suo account su queste attività dei troll, che includono le “bufale” create su false emergenze o sulla base di timori e pregiudizi, è stato registrato nel giugno 2015. L’articolo sembra molto attuale specie dopo le recenti elezioni presidenziali negli Stati Uniti e probabilmente gli sforzi russi per influenzare quelle elezioni rischiano di ripetersi alle elezioni europee nel 2017.
The ‘troll factory’ is very widely believed to be financed by Yevgeny Prigozhin who almost certainly owes his millions, at least in part, to the favour which Putin has shown him and his restaurant change. Prigozhin was recently sanctioned over another of his activities – the financing of a ‘private army’, sending mercenaries to fight in Donbas and in Syria. Putin was recently spotted honouring Dmitry Utkin (‘Wagner’), the head of these mercenaries at a Kremlin reception to mark ‘Heroes of the Fatherland Day’.
La “fabbrica troll” è molto probabilmente finanziata da Yevgeny Prigozhin che deve quasi certamente i suoi milioni, almeno in parte, per il favore che Putin ha verso di lui più volte dimostrato. Prigozhin è stato recentemente sanzionato per un’altra sua attività – il finanziamento di un “esercito privato” e l’invio di mercenari per combattere in Donbas e in Siria. Putin ha recentemente dato un’onoreficenza a Dmitry Utkin (‘Wagner’), capo di questo gruppo di mercenari, durante un ricevimento del Cremlino insignendoli come ‘eroi del Patria Day’.
Il sito “ucraino” di san Pietroburgo era usato alla fine di gennaio da un elevato numero di siti russi per far circolare una notizia completamente falsa circa il progetto di un editore di Kharkiv di pubblicare le memorie di Joseph Goebbels. Le parole dell’editore sono state deliberatamente tagliate, così che il pubblico potesse udire solo che Goebbels “è stato tanto necessario nella società ucraina”, e non perchè. Infatti l’editor Oleksandr Krasovytsky aveva dichiarato molto chiaramente che la decisione era stata presa per le molte similitudini tra le idee di Goebbel’s circa la propaganda e quanto sta avvenendo nella Russia di Putin.
Gli esempi di bugie e disinformazione possono essere multipli, e sarebbe un insulto all’intelligenza per credere che Russia Today, Sputnik e altre sorgenti russe non siano ben consapevoli del l’indirizzo geografico e il valore delle informazioni offerte dalla Kharkov News Agency.