Rilasciate in serata, l’udienza è stata rinviata. Maria Aliokhina era stata arrestata e condannata, e poi graziata da un’amnistia approvata dalla Duma, nel febbraio 2012 quando, insieme ad altre quattro compagne, misero in scena a Mosca una performance contro il capo del Cremlino nella cattedrale di Cristo Salvatore
Fonte : La Repubblica
MOSCA – Chiedevano la liberazione del regista ucraino Oleg Sentsov, ma sono finite dietro le sbarre a loro volta, seppure per poche ore. Marija Aljokhina eOlga Borisova, due donne della band Pussy Riot, sono state fermate stamattina a Jakutsk, in Siberia per aver tenuto una manifestazione non autorizzata. Ieri avevano usato dei fumogeni rossi e blu e issato uno striscione con la scritta Free Sentsov. Sono state rilasciate in serata dopo che il giudice ha rinviato l’udienza del processo a loro carico perché la polizia correggesse degli errori nei verbali dell’arresto.
Era stata la stessa Maria Aljokhina a pubblicare su Facebook foto e video protesta scrivendo: “Jacuzia, Repubblica russa di Sacha, un ponte sul Lago di Sajsar. La colonia penale numero 1, dove è detenuto Oleg Sentsov, è a venti minuti e sette chilometri e mezzo da qui. Abbiamo usato lenzuola e uno spray rosa per preparare uno striscione e lo abbiamo appeso sul ponte così che passanti e residenti potessero vederlo”. E aveva poi aggiunto: “Il caso Sentsov e Aleksandr Kolchenko è uno dei casi politici chiave e principali nella storia del nostro Paese”.
Per il regista Oleg Sentsov e l’attivista Aleksandr Kolchenko, entrambi originari della Crimea, la penisola auto-annessa alla Russia, ancor prima delle Pussy Riot si sono mobilitati Ong ed esponenti del cinema, da Pedro Almodovar a Mike Leigh e Stephen Daldry fino allo stesso Nikita Mikhalkov, vicino al Cremlino.
Sentsov e Kolchenko erano stati arrestati dai servizi speciali russi in Crimea nel maggio 2014 con l’accusa di “pianificare attacchi terroristici”. Un anno dopo un tribunale del Caucaso del Nord aveva condannato Sentsov a 20 anni di carcere in una prigione di massima sicurezza. Pena che sta scontando in Jacuzia. Kolchenko è invece stato condannato a 10 anni di carcere ed è attualmente detenuto a Kopejsk, una cittadina negli Urali. L’organizzazione russa per i diritti umani Memorial, bollata come “agente straniero” dal governo russo, ha riconosciuto entrambi come “prigionieri politici”.
Anche le Pussy Riot, punk band d’opposizione tutta al femminile, sono note per le loro vicende giudiziarie. Maria Aljokhina era stata condannata a due anni di carcere nel 2012 insieme a Nadja Tolokonnikova e a Ekaterina Samutsevich per essersi esibita dentro la Cattedrale del Cristo Salvatore di Mosca. Era stata liberata nel dicembre 2013 in seguito a un’amnistia approvata dalla Duma. Il loro caso aveva sollevato dispute sulla libertà di parola e sull’influenza della Chiesa russa ortodossa nella Russia di Putin.
Alla prigionia di Maria e a quella di Nadja e Katja si ispira il nuovo progetto teatrale delle Pussy Riot: uno show “immersivo” che dovrebbe andare in scena a partire da novembre a Londra. Per finanziarlo le Pussy Riot hanno lanciato una campagna di raccolta fondi su Kickstarter racimolando in pochi giorni oltre 52mila sterline. L’obiettivo finale è arrivare a 60mila.