Termina con oggi la vicenda dei quadri di Verona rubati oltre un anno fa da una banda di italiani e moldavi e recuperati in Ucraina dai servizi di sicurezza locali dopo una brillante operazione di intelligence.
Nonostante l’Ucraina sia stato l’attore principale per il recupero del patrimonio artistico italiano, è stata al centro di una campagna fake promossa da numerosi media italiani che avevano il solo obiettivo di screditare il Presidente Poroshenko agli occhi degli italiani.
Addirittura avevamo appreso ad inizio di dicembre da una Associazione italiana finanziata dal Cremlino che avevano denunciato alla Procura il Presidente Poroshenko per ricettazione, una mossa propagandistica senza alcun fondamento giuridico che faceva nascere un ulteriore procedimento giudiziario i cui costi sono a carico degli italiani e non della Russia.
Stopfake aveva già rilevato come anche uno dei principali TG nazionali (TG5) aveva recentemente mandato in onda un servizio Fake dove si sosteneva che i quadri erano stati rubati dagli ucraini.
Con la riconsegna di oggi alla presenza del Ministro Franceschini, dell’Ambasciatore La Cecilia ed il Presidente Poroshenko si chiude una vicenda dove l’Italia dovrebbe solo ringraziare le autorità ucraine e magari chiedere scusa per tutte le falsità dette e scritte in questi mesi. Si è infatti trattata di una restituzione particolarmente delicata e complicata di un valore artistico di circa 20 milioni di euro. Va ricordato che in Italia per un normale dissequestro di un veicolo sottoposto a sequestro giudiziario a volte si attendono diversi mesi mentre qui eravamo in presenza di atti di rogatoria internazionale che richiedono tempi più lunghi.