Un interessante spunto di riflessione ci viene proposto dall’appello dell’Associazione Lombardia Russia, associazione della Lega Nord che cura i rapporti con Mosca proprio nei giorni che hanno visto l’ennesimo viaggio del suo segretario Matteo Salvini alla corte di Putin.
Questa associazione dopo aver promosso diversi viaggi di imprenditori lombardi e veneti in Crimea ha pubblicato un opuscolo nel quale invita gli imprenditori del Nord Italia a delocalizzare le loro produzioni nelle regioni ucraine interessate dal conflitto in corso. In pratica mettono in competizione l’artigiano veneto con il minatore del Donbas.
E’ interessante perchè nell’opuscolo sono contenuti anche alcuni fake informativi inseriti nel tentativo di trarre in inganno ignari imprenditori per convincerli ad investire i loro soldi in quelle regioni.
Nel documento leggiamo “SITUAZIONE OGGI: Le Repubbliche si sono dotate di un Governo autonomo, targhe, presto anche passaporti che verranno riconosciuti in Russia. La moneta corrente è il Rublo russo e la lingua ufficiale è il russo. I confini sono ben marcati e le Repubbliche sono pronte per accogliere investitori ed imprenditori stranieri. ” Come tutti sanno i confini non sono ben marcati e non esistono collegamenti per entrare a Donestk e Lugansk se non compiendo un massacrante viaggio passando per Mosca e poi per Rostov. Ma la parte migliore la troviamo in questa frase “In DNR, seppur a bassa intensità, si spara ancora sulla linea del fronte e comunque lontano chilometri dalla capitale: Donetsk” Forse il sig, “Brambilla” di Monza potrà non saperlo ma la linea avanzata dei militari Ucraini (Shakta Butovka) si trova al confine con il quartiere periferico di Donestk e a non più di quindici km dal centro di Donestk, per capirci a tiro di qualsiasi pezzo di artiglieria.
Questa foto è molto recente e riprende un tank russo “parcheggiato” all’interno di una palestra di una scuola di Donestk, l’ambiente ideale ove un imprenditore “sogna” di investire i propri soldi.
Poi si strizza l’occhio agli imprenditori italiani (ignari del fatto che l’Associazione si guarda bene da menzionare che non esiste nessuna forma di legalità e che tutto è in mano a poche gang che gestiscono il potere in maniera mafiosa con il diritto di vita e di morte su chiunque) parlando di stipendi e tasse “Lo stipendio medio di un operaio specializzato è di circa 100 euro al mese + un 31% a carico dell’imprenditore comprensivi di tutte le voci di spesa: previdenza, tasse sul reddito, ecc… Non sono previste tasse sul fatturato ma bensì sui ricavi. Per gli investitori stranieri che decidono di insediare il loro business nella DNR queste tasse sono, ad oggi, allo 0% (zero %)“.
In pratica il concetto è : Abbiamo una regione devastata da guerra e povertà, abbiamo una schiera di schiavi da sfruttare, perchè non provate ad approfittarne ?
Tutto questo alla faccia della politica protezionistica proposta in via ufficiale dai politici della Lega Nord che nei comizi propongono dazi e disincentivi per chi va a produrre all’estero, ma che invece sotto traccia lavorano per permettere a imprenditori di Lombardia e Veneto di trasferire all’estero la loro produzione per sfruttare il fatto che un ucraino nei territori occupati costa non più di 100 euro al mese e che non sono previste tasse.
Sempre leggendo il documento troviamo un passaggio interessante “L’economia della DNR a causa della guerra si è praticamente azzerata. Poche sono le attività economiche che sono sopravvissute. Ora essendosi stabilizzata la situazione derivata dal conflitto, hanno tutta la volontà di far ripartire la loro economia come e meglio di prima. ” cioè una ammissione (inconsapevole forse) che la guerra ha portato solo ad un drastico deterioramento della qualità della vita dei residenti delle zone occupate e che la Russia invece di investire ha pensato bene di smantellare le poche attività produttive che c’erano per trasferirle all’interno dei propri confini.
In fondo al documento troviamo “Ultima importante considerazione, tutto ciò che verrà prodotto in DNR troverà mercato sia all’interno delle 2 repubbliche ma soprattutto, avrà la possibilità di essere esportato molto facilmente in Russia, bypassando l’embargo della Federazione Russa sui prodotti agroalimentari e non solo“
Se possiamo dare un suggerimento al Sig. Brambilla che si è magari fatto attirare dalle lusinghe di stipendi a livello di centro africa, zero tasse e zero controlli, è di pensarci molto bene !! Se è vero che si può pagare un lavoratore specializzato 100 euro al mese è anche vero che queste persone non hanno gli occhi per piangere e quindi i beni prodotti non hanno alcun mercato interno e la gente continua a vivere unicamente con i sussidi ed i camion di aiuti che settimanalmente giungono dalla Russia (economia di guerra) e con un pò di contrabbando. Altro aspetto di cui tener conto è che l’Associazione propone una cosa apparentemente illegale, cioè una modalità per aggirare le sanzioni previste sia dalla Unione Europea sia le contro sanzioni previste dalla Russia, non certo un bel biglietto da vis