“Alcuni abitanti della Crimea dovranno forzatamente lasciare la penisola “
Questa dichiarazione è apparsa sul blog dell’ex vice Primo Ministro della Repubblica di Crimea Vladimir Garanchuk. Secondo lui, dar da bere alla popolazione corrente della penisola senza il canale di Crimea Nord, nel contesto attuale, non è possibile.
Nel caos degli ultimi anni ci si è dimenticato che il vero problema della Crimea è l’acqua potabile, una preziosa risorsa in via di esaurimento. Per comprendere meglio il problema, va tenuto presente che il canale del Dniepr in Crimea, forniva 1 miliardo di metri cubi di acqua all’anno, di cui 80 milioni andavano all’approvvigionamento dei serbatoi ed il restante all’agricoltura.
Prima della seconda guerra mondiale (quando non esisteva il canale di Crimea Nord) vivevano circa 1,1 milioni di persone nella penisola. Attualmente la popolazione supera i 2,7 milioni. e si deve tenere conto che mediamente una persona al giorno consuma 3,3 metri cubi e che per allevare un bovino da macello necessitano 100 tonnellate di acqua.
La ragione per cui la Crimea era disabitata è semplice, non ci sono grandi fiumi o grandi riserve di acqua potabile. Storicamente la Crimea era una steppa arida costellata di saline. La coltivazione del grano non era praticabile senza irrigazione. Questo problema fu superato con il canale che portava acqua dal Dniepr. Ci vollero oltre quindici anni per dissalare il suolo ed aumentare il livello delle acque sotterranee potabili. Oggi il livello delle fonti sotterranee si sta riducendo drammaticamente e gli esperti prevedono che nel giro di due anni il grado di salinità tornerà a livelli tali che nel nord della Crimea assisteremo alla desertificazione dell’agricoltura, tornando a livelli del 1946.
La desalinizzazione non sembra una soluzione in quanto il materiale prodotto dal processo verrebbe riversato in mare con il rischio di creare un disastro ecologico nel Mar Nero e comunque tale processo richiede anche una grossa quantità di energia che a sua volta per essere prodotta necessita di acqua.
Lo speaker del “Consiglio di Stato della Crimea” Vladimir Konstantinov nel mese di settembre 2016 ha dichiarato che il canale “Crimea Nord” è inutile e che le autorità locali non prevedono alcun rischio futuro per la popolazione.
In una cultura di “economia pianificata” questo atteggiamento delle autorità della Crimea danno adito a formulare alcune considerazioni
La prima è che la Russia ben conosceva le problematiche della penisola prima di occuparla ma non ha preso in considerazione il bene comune della popolazione locale.
La seconda è che ben sapendo la situazione, forse era già pianificato da molto tempo di trasformare la penisola di Crimea in una grande base militare che minacci l’Europa e parte del medio Oriente, tralasciando invece tutti gli aspetti che porterebbero progresso e ricchezza alla popolazione locale. Basti vedere gli impietosi dati sul turismo degli ultimi tre anni che hanno portato alla chiusura di migliaia di aziende operanti nel campo ricettivo e della ristorazione.
Infine dato interessante sul disincanto Crimeano per la Russia (se mai c’è stato) è la bassissima affluenza (sotto il 20%) alle ultime elezioni Parlamentari russe svoltesi a settembre 2016. Dopo il referendum farlocco di tre anni fa quando secondo i dati del regime si erano recati alle urne il 98% dei cittadini della Crimea, ora ci troviamo di fronte a percentuali da aristocrazia. Comunque si voglia leggere questo dato, sotto il cielo di Yalta nessuna buona notizia per i Crimeani.