Le moderne campagne elettorali in quasi tutto il mondo si basano su tecniche comunicative e sfruttano elementi della psicologia.
Una delle prime fasi che conoscono bene gli spin doctor dei rispettivi schieramenti politici è la necessità di “radicalizzare” i propri supporter e creare due o più distinte “bubble filter” nelle quali si andranno a collocare gli schieramenti proprio come in una guerra campale.
Entrambi gli schieramenti debbono quindi “creare un nemico”, ben definito e ben identificabile.
Il nemico si costituisce a partire dall’erezione di una barra, di un limite, di una scissione, fessura. Il nemico si costituisce in base a un mancato riconoscimento.
L’immagine del nemico e dei sentimenti ostili che proviamo verso di lui ha la caratteristica di essere “contagiosa”, ovvero che tanto maggiore è la nostra percezione degli elementi che rendono l’altro un “nemico”, tanto più facilmente questi vengono assegnati a gruppi sempre più ampi di persone.
Quando proviamo un sentimento ostile ne cerchiamo conferme attraverso altre persone che provano sentimenti analoghi per costruire una giustificazione alla nostra ostilità. Il punto chiave di questo comportamento è che avendo assegnato l’etichetta di “cattivo” a qualcuno, colui che prova odio si pone automaticamente nella condizione di “buono”, arrogandosi diritti che non ha, come ad esempio di emarginare i “cattivi.
La creazione del nemico è alimentata dalla paura: per consolidare la nostra autostima ripetiamo continuamente questo processo di identificazione di un elemento estraneo al nostro modo di pensare e di vivere, assegnazione dell’etichetta di nemico, produzione di atti violenti e aggressivi (che siano anche solo verbali, non ne cambia la sostanza).
E’ quanto è avvenuto e sta avvenendo in queste settimane sui social ucraini (ma si può evidenziare anche in Italia per esempio sul 25 aprile). La campagna mediatica dei due candidati presidenti (in particolare quella di Zelensky) ha puntato tutto sul voto CONTRO l’avversario politico accusato delle più spregevoli infamie.
Con queste operazioni si è provveduto a dividere l’elettorato in due fazioni distinte che non hanno punti di contatto. Effettuata questa operazione si è agito con profili troll che hanno acceso il dibattito nelle aree che erano ancora comuni con l’obiettivo di far migrare gli appartenenti ai vari gruppi verso nuovi gruppi ben distinti (le bubble filter).
Così se Giovanni e Paolo sino a ieri erano iscritti al gruppo A e condividevano molte cose, si sono ritrovati a litigare per questioni politiche. Quando la divisione tra Giovanni e Paolo si fa profonda ecco che i due decidono di creare due nuovi spazi dove raccogliere le persone che la pensano come loro, le Bubble Filter.
Ma questa operazione organizzata dagli spin doctor ha anche un altro effetto, forse ancora più devastante. Giovanni e Paolo sinora si sono affrontati portando a supporto delle loro teorie delle considerazioni che hanno elaborato autonomamente, con il fine ultimo di supportare il loro candidato. Quando la radicalizzazione è avvenuta Giovanni e Paolo useranno quello che gli spin doctor gli passeranno, non per supportare il proprio candidato ma per colpire il loro “nemico” che non sarà più il candidato ma si chiamerà Giovanni o Paolo.
Siamo così passati dal concetto di avversario politico a nemico sulla rete. Così per Giovanni non sarà più importante supportare il candidato A contro il candidato B, ma per lui sarà importante che il candidato A gli fornisca qualsiasi cosa da poter utilizzare come clava contro Paolo, non interessandosi se gli è stata fornita della spazzatura, l’importante è abbattere il suo nuovo nemico che non è più il candidato, ma Paolo. Questo segue il concetto che il nemico del mio nemico è mio amico. Pertanto se anche ci accorgeremo che il nostro candidato ci ha preso in giro, utilizzeremo comunque il materiale che lui ci fornisce perché ora il nostro target è cambiato, non è più il candidato B ma il nostro interlocutore sui social.
Tutto ciò porta alla fine del confronto, che è proprio a ciò che i guru della manipolazione aspirano. Il confronto obbliga le persone a ragionare e persone che ragionano sono meno facilmente manipolabili.
Per questo che chi ha interesse a manipolare mette in atto operazioni che portano alla creazione delle “bubble filter”. Nelle bolle si è tutti concordi e ci si organizza per “colpire” coloro che stanno nella bolla nemica. Se invece siamo tutti all’interno di una stessa bolla siamo obbligati a confrontarci con chi non la pensa come noi.
Giovanni e Paolo non sono “nati nemici”, sono stati aiutati a diventarlo inconsapevolmente, aiutati da profili troll che hanno seminato zizzania tra di loro. Una volta che Giovanni e Paolo si sono divisi come per incanto i profili troll scompaiono, il loro compito si è esaurito.
Mauro Voerzio