Le elezioni presidenziali in Austria dimostrano, se era necessario, che il piano di destabilizzazione europea messo in atto dalla Russia è in pieno svolgimento. Siamo ora nella seconda fase, quella che nella dottrina militare di Gerasimov viene subito dopo la prima ondata di propaganda e che precede tumulti di piazza nel caso non si sia riusciti nell’intento di instaurare un Governo amico.
Il 24 aprile 2016 al primo turno della elezioni presidenziali il candidato del partito Norbert Hofer ha ottenuto il primo posto col 36,40% delle preferenze (1.363.137 voti) e l’accesso al ballottaggio, che vede estromessi i candidati espressi dai partiti al governo federale ÖVP e SPÖ
Il suo partito, l’FPO, è uno di quelli che si è sempre definito “pro-russo” , antieuropeo nonché xenofobo e di posizioni politiche di estrema destra. La sua cooperazione con la Russia risale al 2003 e sono numerosi i link tra i due paesi (http://anton-shekhovtsov.blogspot.it/2014/06/freedom-party-of-austria-far-right.html)
Durante il “referendum farsa” nel 2014 in Crimea, la Russia per crearsi una specie di legittimazione internazionale aveva invitato esponenti politici di “partiti amici” di mezza Europa. Per l’Austria erano presenti Johannes Hübner, Johann Gudenus ed Ewald Johann Stadler, tutti e tre membri del FPO.
L’Austria è solo un’altro tassello della politica estera russa, politica che ha lo scopo di destabilizzare il continente europeo sino al suo collasso per poi poter estendere la propria egemonia ed evitare il tracollo economico a cui la stessa Russia è di fronte.
Gli strateghi del Cremlino hanno puntato le loro fiches sui personaggi politici che più hanno assonanza con il loro progetto politico e cioè i partiti di estrema destra europea, quei partiti che in caso di necessità sono anche in grado di passare alla fase della destabilizzazione violenta con manifestazioni di piazza e scontri fisici.
Così è noto a tutti che in Francia si sono affidati a Marine Le Pen del Front Nationale mentre in Italia hanno puntato tutto sulla Lega Nord di Matteo Salvini e non come forse sarebbe stato naturale aspettarsi sul partito di Silvio Berlusconi. Per l’Italia in Crimea comunque c’era anche l’esponente Fabrizio Bertot di Forza Italia oltre che Claudio D’Amico per la Lega Nord e Valerio Cignetti di Fiamma Tricolore. Sempre in Crimea si è recato anche Roberto Fiore di Forza Nuova e successivamente in Donbass (a Donetsk) il Senatore Lucio Malan di Forza Italia.
In Ungheria la Russia supporta apertamente il movimento neonazista di Jobbik, partito anch’esso presente in qualità di osservatore in Crimea con il suo esponente Béla Kovács
Sarà un caso ma i paesi che stanno creando i maggiori problemi all’Europa sulle tematiche dei migranti sono proprio l’Ungheria e l’Austria.
Tra un po sarà l’ora del Regno Unito chiamato al referendum sulla permanenza o meno nell’Unione. Nigel Farage dell’Independence Party è da sempre anti europeista convinto ed allo stesso tempo pro-russo con una grande ammirazione per Mr. Putin che definisce il più grande uomo politico vivente (https://www.youtube.com/watch?v=9uNsXEu8ljM) ed ha esortato più volte il suo paese ad allearsi con la Russia e con Assad nella lotta contro l’Islam (https://www.rt.com/uk/323669-farage-syria-russia-isis/)
Completano il puzzle i partiti di destra olandesi come il Partij voor de Vrijheid, che ha avuto un ruolo fondamentale nella campagna dell’ultimo referendum dove si chiedeva se ratificare o meno l’accordo con l’Ucraina, o i belgi di Vlaams Belang.
Tutti questi personaggi sono stati per anni confinati alle periferie della politica non avendo essi stessi dei reali programmi politici spendibili in una società civile. Sono emersi e stanno guadagnando terreno grazie al carburante che gli è stato fornito dalla Russia. Il carburante non è rappresentato solo dai finanziamenti ricevuti da Mosca, bensì la materia prima per questi partiti utile alla loro campagna elettorale è rappresentata… dagli immigrati.
La Russia ha giustamente definito la campagna di Siria conclusa avendo essa raggiunto tutti gli obiettivi militari. Significa che l’ISIS è stato sconfitto ? Nemmeno per sogno, in realtà l’obiettivo dei russi era quello di bombardare le città più popolate per creare quel flusso ininterrotto di profughi che da un anno stanno invadendo l’Europa.
Lo schema è semplice, io (Russia) vi fornisco ciò di cui avete bisogno per ottenere più voti e quindi avere un ruolo non più marginale, in cambio voi destabilizzate l’Unione Europea e mi aiutate ad indebolire la NATO in attesa di un ruolo primario nel prossimo futuro quando supplirete quali miei pseudo governatori negli stati satelliti del mio progetto.
Grazie a questo i partiti xenofobi di mezza Europa possono finalmente fare politica come piace a loro, non devono più fare attenzione nel non incappare in frasi razziste o piene di violenza, anzi il momento richiede proprio che la virulenza della retorica sia a livelli massimi. Nessuno si vergogna più di dire cose che in una società civile dovrebbero essere bandite.
A questo va aggiunto che a tali partiti si assicura un supporto propagandistico oramai rodato e che ha la capacità di entrare nelle case di tutta l’Europa, un sistema che non deve “verificare” la notizia come un qualsiasi media, la notizia diventa un’arma e il fatto che sia falsa è solo una inutile appendice, l’importante è spararla.
Ma da dove nasce questa “alleanza” tra i partiti di estrema destra europei e la Russia ? Quali sono le basi ideologiche e il mastice che li unisce ?
Sarebbe un errore ricondurre tutto al finanziamento dei partiti da parte della Russia, perché’ i soli soldi da soli non potrebbero dare potere a questi partiti. A loro volta questi partiti hanno bisogno di avere un consenso popolare per contare qualcosa nel panorama politico. Pertanto devono fornire ai loro elettori messaggi semplici e che vengano recepiti come propri, messaggi che ripercorrano la loro linea identitaria.
I partiti di destra europei vedono nel Presidente Putin un modello di leader conservatore che difende i valori tradizionali e si oppone alla “decadenza” dell’Ovest. La Russia è inoltre la chiave per una politica anti europea ed anti americana, da sempre uno dei mantra dei partiti di tutta la destra europea. Il Cremlino a sua volta vede questi partiti come utili tools per il raggiungimento dei propri obiettivi.
In questo contesto negli ultimi anni quasi tutti i partiti di destra hanno sviluppato relazioni cordiali con Mosca e sempre più spesso i leader di questi partiti vengono invitati a meeting in Russia meeting nei quali hanno l’opportunità di incontrare membri ufficiali del Governo ed avere anche una esposizione mediatica rilevante garantita dai Media di Stato russi. Il fatto che questi leader colloquino con esponenti ufficiali del Governo incrementa la loro credibilità agli occhi dell’opinione pubblica e ne migliora l’immagine. Lo stesso fatto di essere stati accreditati come “osservatori” delle “elezioni farsa” in Crimea deve essere letto in questa doppia chiave di interessi. Su questo sito (in inglese) vi sono informazioni dettagliate con foto inequivocabili che ricostruiscono gli incontri che i leader di estrema destra hanno tenuto negli ultimi due anni per cementare l’alleanza con la Russia http://shekhovtsov1.rssing.com/chan-33861806/all_p2.html
Il FN, Jobbik, UKIP, Alba Dorata, il Partito della Libertà austriaco (Freiheitliche Partei Österreichs, FPÖ), Attacco (Ataka) della Bulgaria la Lega Nord italiana sono gli esempi più lampanti. Comunque questi non sono i soli, negli ultimi mesi si sono rafforzati i contatti anche da parte di British National Party (BNP), dei belgi Flemish Interest (Vlaams Belang, VB), Forza Nuova per l’Italia, the National Democratic Party (Nationaldemokratische Partei Deutschlands, NPD) tedesco, e il People’s Party – Our Slovakia (Ľudová Strana Naše Slovensko, L’SNS).
Come si può evincere da questo puzzle, la costellazione dei partiti di destra pro russi ha una copertura ad ampio spettro e gli dà una connotazione pan-europea.
Questo avvicinamento tra potere centrale russo e i partiti di destra si basa su un calcolo politico che porta benefici ad entrambi le parti.
“Oggi necessitiamo nuove strategie per preservare la nostra identità in un mondo in rapido cambiamento, un mondo che è diventato più aperto, trasparente ed intraprendente. Per noi la domanda su chi siamo e cosa vogliamo essere diventa fondamentale nella nostra società. E’ evidente che è impossibile andare verso il futuro senza spiritualità, cultura e nazionalismo. Noi possiamo vedere come molte nazioni euro atlantiche hanno perso la loro identità compresi i valori Cristiani che hanno costituito le basi della civilizzazione occidentale. Hanno tradito tutti i valori morali e identitari, nazionali, culturali, religiosi ed anche sessuali.”
Questa dichiarazione è stata fatta da Vladimir Putin durante un suo discorso nel settembre 2013 e può essere considerato il manifesto della sua dottrina neo conservativa
Il ritorno ai “valori tradizionali” si abbina con il concetto di “integrità nazionale“. Il multiculturalismo è rigettato ed è percepito come una minaccia. La globalizzazione è vista come un processo che mina le autorità nazionali. L’occidente è visto come una società decadente.
L’alleanza Euro-Atlantica non è recepita come la risposta a questi problemi, anzi piuttosto ne è la causa.
Il pensiero di fondo è che solo un sistema che è pronto a difendere i valori sopra descritti sarà in grado di uscire vittorioso da questa nuova guerra globale. Per far ciò è necessario dotarsi di un leader forte, essere nazionalisti e non esitare ad usare la forza quando è necessario.
Quanto di meglio si può offrire a un cittadino europeo che crede nei valori della destra radicale, che è profondamente anti europeo e anti americano, che non crede nelle democrazie parlamentari e nei diritti umani ?
Il leader del partito Jobbik Gabor Vona, non ha nascosto il suo sentiment quando ha dichiarato che l’Europa è una nave che affonda e che ha perso i suoi valori, che gli europei dovrebbero tornare alle loro radici e riorganizzare il loro rapporto con le altre culture tradizionali che esistono solo nella parte orientale, una dichiarazione che si riferiva ovviamente alla Russia. Durante una conferenza nel maggio 2013 presso l’Università Lomonosov di Mosca, Vona si riferiva agli Stati Uniti come il figli deformi d’Europa e all’Unione europea, come il traditore del continente europeo. In quella occasione ha arringato il pubblico sostenendo che la Russia rappresenta l’Europa molto meglio degli Stati Uniti o dell’Unione europea in quanto conserva le sue tradizioni e non segue la cultura del denaro e del masse.
Lorenzo Fontana, della Lega Nord, ha descritto la Russia di Putin come un ad esempio per quanto riguarda la tutela dei valori di identità nazionali e della famiglia. Il leader neofascista di Forza Nuova, Roberto Fiore, ha fatto un passo ulteriore, secondo lui, la Russia è una civiltà modello che difende l’Europa cristiana contro le minacce provenienti da banchieri e migranti.
Ci sono poi i partiti di destra dei paesi di fede ortodossa, come la Bulgaria e la Grecia, dove la religione gioca un ruolo importante circa la loro visione del mondo russo in quanto la Russia è la più grande nazione al mondo di fede ortodossa. A Putin piace presentare il suo paese come il protettore internazionale dell’ortodossia.
Il conservatorismo sociale di Putin è un richiamo allettante per i partiti di destra di tutta Europa, L’impatto della sua campagna omofobica è probabilmente il più eclatante esempio di questo trend in continua crescita. Putin ha ripetutamente sostenuto il bisogno di contrastare la “propaganda omosessuale” che minaccia le fondamenta della società stessa basate sulla famiglia tradizionale. I diritti di lesbiche, gay, bisessuali e trasgender non trovano alcun spazio all’interno di questo contesto. Il liberalismo occidentale, che garantisce eguali diritti a tutti i cittadini a prescindere dal loro orientamento sessuale o dalla loro religione, è visto come una degenerazione e percepito come una minaccia per la Nazione.
Altro fattore di attrazione è la leadership di ferro di Putin, la sua capacità di governare il Paese con il pugno di ferro e con metodi che coincidono con gli ideali di una leadership autocratica molto comune negli ambienti della destra (in Italia ad esempio vive ancora il mito di Mussolini). La repressione degli opponenti politici, la soppressione della libertà di pensiero con il controllo ferreo sulla stampa e sui media.
In termine di legami ideologici tra Russia e destra europea la figura chiave da analizzare è Alexander Dugin. Le sue teorie su Eurasia, bolscevismo nazionale e rivoluzione conservatrice hanno molta presa sui leader della destra (specie quella estrema) in Europa. I lavori del filosofo russo sembrano essere la base ideologica che influisce sulle scelte geo strategiche di Putin. Per partiti come Alba Dorata Dugin è considerato una sorta di Guru.
Un’altro partito europeo degno di attenzione è l’SNS della Slovacchia, partito che ripresenta molte delle caratteristiche dello Jobbik ungherese. Nel novembre 2013 il suo leader, Marian Kotleba, ha sorpresa ha vinto le elezioni amministrative nella regione di Banská Bystrica. Sei mesi dopo la Kotleba ha fatto rimuovere dall’edificio istituzionale che ospita gli uffici della regione la “bandiera degli occupanti” dell’Europa. Non contenta ha fatto appendere al balcone del suo ufficio uno striscione con la scritta ‘Yankees go home!’ e ‘Stop NATO’. In tale contesto non sorprende che l’SNS sia un partito pro russo.
Su Alba Dorata si è già scritto molto, la sua caratteristica principale forse è il fatto che non nascondono il loro orientamento neo nazista. La collaborazione con la Russia inizia nel 2012 in particolare con i gruppi neonazisti e nazionalisti russi, Alba Dorata sostiene che la Russia è il naturale alleato della Grecia e un suo deputato, il suo portavoce, Ilias Kassidiaris, ha più volte richiesto l’intervento delle truppe russe in Grecia a guardia della pipeline Burgas–Alexandroupolis in costruzione.
Una cosa molto interessante da sottolineare e sulla quale riflettere e’ la propaganda durante e dopo il Maidan. La Russia ha dipinto la rivoluzione di Maidan come il golpe di un gruppo di neo nazisti guidati e sobillati da Europa ed America. A prova di ciò’ ha più’ volte citato il passato del leader di Svoboda, spesso immortalato a congressi di partiti di estrema destra in Europa. La cosa buffa e’ che quei partiti che invitavano il leader di Svoboda, una volta iniziato il Maidan, hanno cambiato sponda ed hanno deciso di sposare la causa “russa”. Chiunque in Italia abbia studiato i movimenti di destra sa che prima del Maidan esistevano delle congruenze tra Forza Nuova e CasaPound con Svoboda cosi’ come vi erano delle connessioni con Front National, Jobbik e BNP.
Pertanto siamo nella situazione paradossale che chi accusa l’Ucraina di essere guidata da neonazisti in realtà’ e’ alleata con tutti quei partiti europei che sostengono queste idee.
Nessun giornalista ha mai fatto notare questa contraddizione, se il leader di Svoboda era stato fotografato vicino ai parlamentari di Forza Nuova o Jobbik era la prova della sua ideologia neonazista, ma nel contempo tutti questi personaggi quando si riuniscono a Mosca o a San Pietroburgo assumono la veste di leader politici illuminati.
La proposta geopolitica Russa è quella di sostituire l’Europa così come è composta e la NATO per quanto riguarda la sicurezza. Questa nuova visione del mondo non è vissuta dai partiti di destra come una minaccia ma anzi una risorsa che può garantire pace e stabilità. La volontà russa è quella di essere dominante nel mercato euroasiatico e creare una sorta di egemonia russa su tutta la regione. Per raggiungere tale obiettivo deve prima distruggere (politicamente) l’Unione Europea e poi la NATO utilizzando i partiti di destra che saranno in futuro i governanti di questa nuova grande macro regione sullo stile dei governi Ceceni, Armeni etc.
Questa alleanza può anche non essere ufficiale ed alla luce del sole in questa fase, ma appare chiaro che gli obiettivi delle due parti coincidono e che il background culturale è il medesimo. Rimane da vedere e capire quando le istituzioni europee comprenderanno a fondo questo fenomeno e come cercheranno di porre riparo ad una situazione che ai più sembra essere sfuggita di mano.
Per chiudere merita una riflessione il caso italiano dove si è assistito ad una saldatura ideologica tra estrema destra e sinistra radicale sulla base dell’anti americanismo. La sinistra radicale vede la Russia di Putin come gli ideali eredi del comunismo staliniano mentre i partiti di destra (come esposto pocanzi) lo vedono più come un novello Mussolini. In questo caso, forse l’unico in Italia, la classificazione destra sinistra viene superata così come fascismo e antifascismo per approdare a quella zona grigia in cui operano i cosiddetti rosso bruni, un mix esplosivo di fascismo e stalinismo che poco a che fare con le democrazie illuminate che ci hanno assicurato in Europa settanta anni di pace.
Fonte : Mauro Voerzio