Non passa giorno che qualcuno rinnovi l’appello per evitare derive autoritarie in Italia, in un periodo in cui su alcuni canali televisivi fioccano trasmissioni che incitano all’odio razziale (tanto che persino Crozza ha deciso di farne una parodia), politici che si lasciano andare a beceri commenti e social network che traboccano di violenza verbale.
Ma come siamo arrivati a tutto questo ? E ulteriore domanda, quale è l’humus culturale nel quale germogliano le prese di posizione della classe dirigente politica che invece di governare i fenomeni sembrano volerli utilizzare a proprio uso e consumo ?
I partiti si sono sempre ispirati a dei modelli sociali, l’MSI era nato dalla sconfitta del fascismo e dall’esperienza della Repubblica di Salò, il Partito Comunista si ispirava all’Unione Sovietica, la Democrazia Cristiana al modello americano. Oggi invece gli schieramenti sono divisi solo su una tematica abbastanza netta, uno schieramento pro europeo che va dal Partito Democratico a quello Radicale, a Scelta Civica, Nuovo Centro Destra, parte di Sinistra Italiana e della nuova “Cosa Rossa” nata dalla scissione, ed una parte di Forza Italia, contrapposto a uno schieramento anti europeo formato da Fratelli d’Italia, Lega Nord, Movimento 5 stelle, Forza Nuova, Casapound, parte di Forza Italia e parte della sinistra antagonista.
Il modello comune a cui guardare degli anti europei è il modello sociale russo. Molti si domandano cosa hanno a che fare gli italiani con un modello così lontano da noi ed anche semisconosciuto. Analizzando più in profondità però emergono delle preoccupanti contiguità culturali tra l’attuale Russia e l’Italia Fascista del ventennio, sensibilità ampiamente presenti nello schieramento politico anti europeo.
Partiamo da questo piccolo esempio, in Russia si sta tornando ad un vero e proprio indottrinamento militare dei bambini, cosa che solo nell’Italia post fascista è stata vissuta come un abominio.
Questo si svolge a Mosca all’interno di un teatro in un’atmosfera ovattata, ma poco lontano questi bambini vengono chiamati a combattere sul serio nel progetto “Novorossia” del Donbas
A ben vedere però queste immagini differiscono rispetto i cinegiornali del Fascismo di settanta anni fa solo per il fatto che le queste ultime sono in bianco e nero. I simboli e le parole d’ordine sono le stesse.
La Russia non fa mistero di finanziare i partiti politici dell’area neo fascista europea, AFD in Germania, Marine Le Pen in Francia, Jobbik in Ungheria, Ataka in Bulgaria e così via discorrendo. Anche in Italia sembra del tutto evidente che due partiti (se volete chiamarli movimenti cambia poco) hanno da anni avviato un percorso comune con la Russia di Putin, percorsi che al momento si limitano a colloqui e attività più o meno ufficiali.
La Lega Nord condivide pienamente le teorie rosso brune di Aleksandr Dugin, tanto da dedicargli la presidenza della sua Associazione Piemonte Russia. Lo stesso Salvini nei suoi frequenti viaggi in Russia è spesso ospite del filosofo mentore di Putin e non ha mai fatto mistero di voler proporre per l’Italia una sorta di regime che dovrebbe rispondere con le maniere forti alla grande tematica dei nostri tempi, l’immigrazione.
Per quanto concerne Fratelli d’Italia, Forza Nuova e CasaPound è inutile sottolineare la contiguità ideologica essendo proprio loro gli eredi del Fascismo Italiano.
Quindi ad una prima lettura il Movimento 5 Stelle sembrerebbe quello più avulso da queste tematiche, ma appunto lo è solo apparentemente in quanto ad una più approfondita analisi emergono segnali preoccupanti.
Innanzitutto sono un Movimento al cui comando vi è un Duce e vige IL CULTO DEL CAPO. Beppe Grillo infatti, tra le figure politiche italiane, è colui che più si avvicina a Benito Mussolini per le modalità di gestione del potere. Si tratta di un movimento verticista ove non è previsto alcun organo di democrazia interna, o meglio l’unico organo previsto è il DIRETTORIO.
Forse i meno giovani non se lo ricordano o non lo hanno studiato a scuola, ma il DIRETTORIO era l’organo supremo (con il Consiglio Nazionale) del Partito Fascista Italiano. Era presieduto dal Segretario del Partito e costituito da tre vice Segretari, un Segretario amministrativo e da otto componenti, nominati e revocati dal Duce, su proposta del Segretario del P.N.F., proprio come succede nel Movimento 5 Stelle dove Grillo si arroga il diritto di nominare o escludere chi è contro la sua linea.
Altra analogia con il Fascismo italiano riguarda l’uso della tecnologia e dei media come strumento totalitario. Il web di Grillo&Casaleggio è uno strumento usato in maniera verticale, per appiattire le differenze, uno spazio presentato come liscio e aconflittuale dentro il quale Grillo fa valere il proprio capitale di notorietà (acquisito in televisione) per imporre il proprio linguaggio In un fuori onda, Giovanni Favia, disse tra le altre cose che dentro il Movimento 5 Stelle l’unico a poter parlare a milioni di persone è Grillo. Gli altri al massimo dispongono del loro profilo Facebook. L’uso dei media (e della Rete) per costruire obbedienza rimanda alla terza analogia. L’aspirazione, più volte ribadita, dei grillini è quella di rappresentare “tutto il popolo italiano”.
E’ di questi giorni la polemica sul padre di Matteo Renzi, utilizzato dai grillini per attaccare l’ex Premier. E’ ovvio che le colpe dei padri non debbano ricadere sui figli, ma se vogliamo metterci sullo stesso piano dei Grillini allora potremmo eccepire anche sui genitori di eminenti esponenti del M5S. Proprio il padre di DI BATTISTA ci aiuta a capire allora meglio le radici fasciste del Movimento 5 Stelle, in quanto per sua stessa ammissione Vittorio Di Battista alla domanda postagli se lui è di Destra ha risposto “di essere Fascista“. Negli Anni 60 era consigliere comunale del Msi a Civita Castellana. Poi contribuì alla fondazione di An per abbandonare Gianfranco Fini dopo Fiuggi e virare su Fiamma Tricolore, Azione Sociale e Fronte nazionale.
Antonio Di Maio (padre di Luigi Di Maio) è stato dirigente del Msi rautiano e poi di An, nonostante il figlio ospite da Fabio Fazio abbia liquidato il suo passato politico con un «Votava centrodestra, pensava fosse il partito degli imprenditori».
La violenza come strumento di controllo sociale è un’altro elemento che accomuna il movimento di Grillo al Fascismo Italiano. In questo video è lo stesso Grillo che suggerisce alle forze dell’ordine di portare arbitrariamente i marocchini in una caserma e sottoporli a quella che nel gergo viene chiamata “blindoterapia”
Il controllo della Stampa, le liste di proscrizione sono anche delle contiguità pericolose tra Fascismo a Grillismo. Aizzare le folle contro i giornalisti scomodi.
Insomma come è facilmente verificabile sono molti i punti di contatto con l’ideologia fascista e con la voglia di Regime da parte dei 5 stelle, aspirazione travestita da interessi geopolitici che hanno portato il movimento sulla strada dello Zar del Cremlino coinvolgendoli in quel disegno che vuole smantellare l’Unione Europea per sostituirla con la “cosa rosso bruna” che nei piani di Dugin dovrebbe estendersi da Lisbona a Vladivostok.