“La preoccupazione degli analisti e delle intelligence europee all’indomani dello scoppio del conflitto in Ucraina, nell’aprile 2014, è diventata un dato di fatto in meno di due anni.”
“Le tracce di Dna prelevate a Göteborg hanno inchiodato i due nazisti anche per un attentato a un centro ricreativo abitualmente frequentato da sindacalisti e per un assalto ad un altro centro per immigrati. Ma la vera sorpresa è arrivata durante la lettura del verdetto: i due condannati non avevano agito di impulso e senza «preparazione», ma erano entrambi stati in Russia, dove avevano partecipato a un campo di addestramento condotto da militari che avevano combattuto tra le file dei separatisti russi in Ucraina. Copione simile per il gruppo neonazista ungherese Maggyar Arcvonal, movimento paramilitare negazionista che propaga l’odio contro ebrei e omosessuali, a cui sei mesi fa è stato sequestrato un arsenale di bombe artigianali e fucili d’assalto, oltre al consueto armamentario di svastiche e simboli nazisti. Anche in questo caso le armi porterebbero dritto a un gruppo di mercenari filorussi. “
“Il fenomeno del salto militare, con i campi di addestramento in Russia, sta crescendo – spiega Øyvind Strømmen, analista di Oslo, esperto di movimenti di estrema destra -. Sembra di assistere allo stesso processo che si osservò durante la guerra nei Balcani. Negli Anni 90 era lì che si addestravano i miliziani dell’ultradestra, oggi c’è l’Ucraina. Teatri perfetti per far crescere in sicurezza e preparazione i neonazisti”
“Le ultime operazioni di polizia mostrano due dati preoccupanti: l’organizzazione sistematica di una rete paramilitare e il legame diretto con le milizie filorusse. Il motivo per cui Mosca dovrebbe sostenere forze neonaziste, per gli analisti potrebbe essere un sistema per radicalizzare la politica di alcuni Paesi puntando sui movimenti paramilitari più vicini alle posizioni euroasiatiche, in opposizione all’asse euro-atlantico.”
“La nascita di questi «foreign fighter» di estrema destra «coincide con la crisi in Ucraina – spiega Marco Di Liddo, analista del Centro Studi internazionali di Roma -. Il conflitto, a causa del suo carico simbolico, ha portato a una polarizzazione tra pro europeisti e anti europeisti”
Sembra l’ennesimo articolo di StopFake che lancia nel vuoto il suo appello ad una maggiore attenzione sul fenomeno dei foreign fighters (anche italiani) ed invece questi sono alcuni passaggi dell’articolo pubblicato oggi su La Stampa di Torino.
Fa finalmente piacere vedere che qualcuno sta raccogliendo il testimone e sulla scia di quanto noi scriviamo da anni ne denuncia il fenomeno, denunce che a noi hanno procurato non pochi problemi e non poche minacce.
Per chi come noi vive sin dagli inizi la vicenda ucraina è stato evidente sin da subito che il Donbas era tenuto in piedi dalla Russia perchè divenuto uno stupendo campo di addestramento per future “cellule dormienti” della galassia estremista da inoculare nel cuore dell’Europa. Anche la retorica della propaganda russa “sull’Ucraina Nazista” era una false flag che doveva coprire le evidenti correlazioni tra il Cremlino ed i gruppi di estrema destra europei. In questa ottica non devono stupire le presenze di elementi provenienti dal mondo extraparlamentare della sinistra e pezzi del mondo anarco insurrezzionalista, si vanno ad integrare perfettamente nel disegno euroasiatico di Aleksandr Dugin, uno dei più famosi rossobruni d’Europa.
A fine 2015 i servizi di sicurezza tedeschi avevano lanciato l’alert su queste cellule ed infatti oggi la Germania ha una posizione molto più ferma rispetto l’Italia circa la questione Donbas. Da lì a poco il Cremlino avrebbe fatto circolare il famoso fake della ragazza tedesca stuprata dai siriani” nel tentativo di indevolire il Governo di Angela Merkel.
Ad inizi 2016 cercavamo di analizzare il puzzle politico europeo, traendone segnali inequivoci che il Cremlino foraggiava e stringeva alleanze con i partiti neonazisti di mezza Europa, ragionamento poi ripreso su il Foglio nel 2017.
Nel 2016 scrivevamo “Italia a rischio terrorismo dell’est ?” un’attenta analisi sulle commistioni tra il mondo extraparlamentare di sinistra e destra in Italia, relativamente alla questione Donbas, mentre quest’anno ci chiedevamo di quale supporto politico in Italia godono le milizie terroristiche che combattono in Ucraina.
Sempre nel 2016 siamo stati i primi a denunciare pubblicamente che l’Italia forniva decine di militanti mercenari alle milizie terroristiche. Segnalavamo anche di come nessuno si interessasse di quali attività poi svolgano questi personaggi una volta rientrati in Italia e di quali relazioni continuino a tenere, di come nessuno in Italia si sia mai chiesto se dietro a questi “arruolamenti” ci sia o meno una organizzazione tricolore che “faciliti” coloro che vogliono ottenere questo addestramento.
Sempre di quest’anno un’analisi di VICE sul fenomeno del rossobrunismo in Italia.
La speranza è che i tempi siano maturi, che vi sia un numero maggiore di giornalisti coraggiosi i quali abbiano la volontà di investigare ed analizzare un mondo estremamente “unfriendly” che vive nell’ombra ma che da anni sta lavorando per minare le nostre fondamenta democratiche.
Mauro Voerzio