Oggi durante il suo consueto intervento alla cerimonia del Ventaglio abbiamo avuto la possibilità di ascoltare un discorso di uno Statista, evento raro sulla scena politica italiana degli ultimi anni, abituati come siamo ad insulti e propaganda varia profferita da saltimbanchi ed imbonitori che monopolizzano la politica italiana.
Un discorso che richiama ognuno alle proprie responsabilità in un periodo storico delicatissimo per la millenaria storia europea.
Se proprio devo farle un appunto signor Presidente è il fatto di non aver citato l’abbattimento del volo MH17 da parte delle milizie russe nel luglio 2014, un atto terroristico che ancora oggi ha il triste primato delle vittime degli ultimi dieci anni, 298 innocenti uccisi dalla follia russa.
Fatta questa premessa non ho potuto non cogliere degli spunti estremamente interessanti che sfuggono ai più. Il passaggio sulla stampa che spesso fuorvia i fruitori sui fatti per la smania di dare per primi la notizia è letto dagli occhi degli esperti come un appello a smetterla con la propaganda, strumento con il quale si stanno destabilizzando Stati e indottrinando le masse all’odio.
Il Presidente Mattarella ha detto :
“Di questo abbiamo bisogno in Europa: occorre, ovunque, un sovrappiù di politica. Una politica capace di pensare e progettare al di fuori di calcoli contingenti e di umori superficiali, di esaminare con serietà fenomeni complessi e governarli con chiarezza e coraggio.
La vostra collega Letizia Leviti – che desidero qui ricordare con voi – nello splendido messaggio lasciatoci pochi giorni fa, ha detto: “Abbiamo un debito con i telespettatori: dobbiamo dirgli la verità”.
Questo richiamo non vale soltanto per i giornalisti: vale per tutti, a partire dalle donne e dagli uomini delle istituzioni, siano indipendenti, di maggioranza o di opposizione.
Talvolta i media cedono alla tentazione di voler spiegare in tempo reale gli avvenimenti, in luogo di narrarli, cercando nello smarrimento della gente, nei frammenti di immagine, in testimonianze, rese talvolta sotto choc, conclusioni destinate sovente a rivelarsi fallaci alla luce dei fatti. Conclusioni che comunque, conquistando diritto di cittadinanza, nel moto, labile e perpetuo, dell’informazione, incidono nella formazione delle opinioni.
Non può valere in questo caso il detto “the show must go on”, perché non si tratta di spettacolo bensì della vita e del futuro delle persone.”
Questo elemento forse sarà sfuggito a tanti ma non a chi si occupa quotidianamente dello studio del fenomeno della PROPAGANDA. Uno dei pilastri di questa tecnica di guerra inserita nella dottrina militare è infatti l’essere i PRIMI a dare la notizia e a darla con le sembianze che più asservono al disegno politico che ci sta dietro.
Al propagandista infatti non importa nulla di quale sia la verità, il suo scopo è quello di asservire un progetto e supportarlo. Non vi è alcun codice deontologico e si risponde solo all’editore occulto che detta tempi e metodi di cosa devono pensare le masse in una sorta di Grande Fratello moderno.
Questa tecnica di dare la notizia per primi, senza alcuna verifica o approfondimento, si basa su studi della psicologia moderna che hanno messo in risalto come una notizia che irrompe per prima sui media sarà in qualche modo la versione ufficiale dell’evento anche se questa subirà in seguito delle smentite o verrà del tutto ribaltata.
Il secondo pilastro che supporta l’architettura della propaganda è la necessità che la “notizia” sia rilanciata da un gran numero di canali e condivisa in maniera massiccia sui social. A questo provvedono gli Stati che usano in maniera massiccia la propaganda come arma tramite il sovvenzionamento di giornali e media televisivi ed il mantenimento di un apparato di “fabbriche di troll”.
Il combinato disposto di questi due pilastri fa si che nella psicologia collettiva la notizia fornita dalla propaganda assume il valore di verità anche se ne è completamente avulsa.
Fa piacere che in Italia ci sia una persona, il Presidente, che abbia ben chiare queste dinamiche, dinamiche ampiamente utilizzate anche nel nostro Paese per fini tutt’altro che nobili.
Ed ancora il messaggio sempre rivolto agli esponenti politici che ampiamente fanno uso della Propaganda magari perchè finanziati da paesi esteri :
“Da tante parti è stato sottolineato più volte che è anzitutto sul terreno della cultura e dei valori che è possibile battere la violenza che aggredisce le nostre città.
Il clima di incertezza si riflette anche nel linguaggio della politica, dei media e dei social. Un linguaggio talvolta caratterizzato da toni aspri.
Dovremmo stare molto attenti, tutti, a partire da chi ha responsabilità politiche e istituzionali, a evitare espressioni violente, oltraggiose, aggressive. Non è accettabile insultare ripetutamente un avversario politico, farne bersaglio di una vera e propria campagna di denigrazione o di livore.
Contrastare anche le forme di violenza presenti nel linguaggio costituisce, a pieno titolo, una esigenza di sicurezza.”
Un richiamo ai valori culturali fondanti dell’Europa che nulla hanno a che vedere con la cultura di chi sostiene che i gommoni dovrebbero essere affondati o che la “gay Europa” è una babele di cui deve essere fatta tabula rasa per poterla poi far rinascere. Un richiamo del Presidente a diffidare di quei politici che spinti da interessi personali o spinti e finanziati da oligarchie straniere cercano di convincere gli italiani che per poter progredire bisogna passare prima dal Medioevo.
E’ triste vedere come la vecchia Europa si svegli soltanto ora e che tante persone innocenti debbano perdere la vita sull’altare di un nuovo disegno geopolitico. L’aspetto positivo è che persone illuminate come il Presidente Mattarella sembrano accorgersene e sembra che ne abbiano individuati i pericoli. E’ sotto gli occhi di tutti che la propaganda di alcuni Paesi stia cercando di influenzare la politica di altri paesi, non sfugge a nessuno il finanziamento da parte della Russia di 70 milioni di euro (febbraio 2016) a favore di Marine Le Pen per la sua prossima campagna presidenziale del 2017 o dell’esposizione debitoria di quasi 600 milioni di dollari del Manchurian Candidate Trump nei confronti di alcuni oligarchi russi.
So che sembrerà antipatico ciò che sto per scrivere e magari irriguardoso per le vittime degli attacchi terroristici, ma per onesta intellettuale non cambio opinione essendone fermamente convinto.
Oggi il principale nemico dell’occidente e dell’Europa non è l’ISIS ma la PROPAGANDA.
La propaganda rende le persone incapaci di formulare ragionamenti corretti, gli impedisce di formarsi una opinione basata su fatti reali e mina le capacità di analisi di ognuno di noi. La propaganda non è mai stata usata negli interessi dei cittadini ma sempre a favore delle lobby che la controllano.
Se si potesse ragionare sul problema terrorismo tralasciando i preconcetti che ci vengono forniti quotidianamente dalla propaganda forse tutta la questione sembrerebbe meno irrisolvibile di quanto sembri e magari potremmo anche trovare una soluzione. Non si tratta di essere buonisti o interventisti, si tratta solo di avere la possibilità di poter vedere il problema da tutte le sue angolature e non solo dalla visione che ci viene fornita dalla propaganda e solo dopo aver acquisito tutti gli strumenti necessari, confrontarsi e scegliere una strada da perseguire.
Uno degli ultimi esempi è l’attentatore di Monaco, il ragazzo di origini iraniane che si è scoperto essere un ammiratore di Hitler e di Breivik. I tuttologi e gli analisti in TV si erano subito scagliati contro gli islamici, i social erano pieni di frasi di odio contro i mussulmani e i giornalisti facevano a gara (nelle prime ore) a trovare congetture con l’ISIS. Questo episodio si può ascrivere ad un chiaro esempio di propaganda dove il fine ultimo non era quello di dare una notizia e di informare correttamente i fruitori ma bensì di dare LA NOTIZIA voluta dalla propaganda che avesse un suo preciso scopo, quello di aumentare la paura ed il senso di insicurezza e dimostrare che l’Europa non è in grado di fronteggiare il terrorismo islamico. A poco è poi valso che si sia scoperto che l’attentatore odiava gli immigrati e che fosse un fans dell’estrema destra, la propaganda era comunque riuscita a creare il suo danno, a raggiungere il suo scopo e sicuramente ancora oggi qualcuno crede che quel ragazzo abbia sparato in nome di Allah.
La guerra è pace
La libertà è schiavitù
L’ignoranza è forza
di Mauro Voerzio