Quanto succede a Parigi ed in altre città europee non dovrebbe essere una sorpresa, perlomeno per chi segue un filo logico che parte con quanto esposto nel 2013 da Valery Gerasimov.
Gerasimov nell’esposizione della nuova dottrina militare russa spiegò che le nuove “guerre ibride”, termine che come giustamente sostiene Timothy Snyder (nel suo libro “La paura e la ragione“) ha il vantaggio di fornire una sensazione di “guerre meno qualcosa” mentre si tratta di “guerre più qualcosa”, Gerasimov ci spiegò che la prima fase prevedeva un uso massiccio di disinformazione per poi procedere con il passo successivo (nel caso non si fosse instaurato nel paese target un governo amico) con la destabilizzazione interna grazie a manifestazioni di movimenti sostenuti da coloro che in gergo vengono chiamati i “turisti”.
Non abbiamo alcuna prova di tutto ciò, ma molti indizi. Prima di tutto il fenomeno “Gilet gialli” nasce e si espande nei paesi che avversano la politica del Cremlino. Non hanno una chiara identificazione sociale, non si conoscono né gli organizzatori ne i finanziatori. Sono stati accomunati alle proteste ucraine di piazza Maidan ma non hanno alcun punto di contatto in quanto a Kiev si combatteva non per motivi economici e in tre mesi di manifestazioni (con più di 100 morti) non venne rotta nemmeno una vetrina o danneggiata una singola auto per puro vandalismo. Questi gruppi (non numerosi) agiscono nelle città con modalità militari, non si tratta di una folla che sfoga la sua rabbia a caso, ma scelgono dove e come colpire in piccoli gruppi mettendo a dura prova le forze dell’ordine. Russia Today ha da subito dato una copertura completa agli incidenti dall’interno del corteo senza alcun tipo di problema a differenza degli altri media.
Il pretesto dell’aumento del carburante sembra più una giustificazione per compiere vandalismi, perché se tale motivazione può avere un senso in Francia non è certo utilizzabile in altri paesi dove il fenomeno si sta espandendo.
Sarà un caso ma in questi movimenti troviamo gli stessi attori che in mezza Europa hanno come leader ideologico Vladimir Putin, in Francia Marine Le Pen con il suo Front Nazionale ed in Germania l’AFD.
Un paio di anni fa i servizi segreti tedeschi lanciarono l’allarme “palestre di arti marziali” gestite da Russi, ovvero notarono che molte palestre erano gestite da ex dei servizi speciali russi e fungevano da polo aggregativo. Ad essi si vanno ad aggiungere centinaia di mercenari europei che grazie all’esperienza in Donbas hanno acquisito un addestramento sul maneggio di armi ed esplosivi e tecniche di guerriglia, persone che una volta rientrate dall’esperienza di guerra fungono da cellule dormienti nei loro paesi, attivabili in caso di necessità.
Perché questi indizi diventino delle prove sarebbe necessaria una accurata analisi delle persone fermate ed una operazione di Osint sulla rete per analizzare i profili delle persone che costituiscono questi gruppi. C’è da scommettere che in essi troveremo molti profili legati all’Internet Russia Agency di Sanpietroburgo.
In Italia per esempio non c’è al momento la necessità di attivare un movimento simile o perlomeno con le stesse finalità (creare caos nelle strade) in quanto secondo la dottrina Gerasimov siamo un paese dove è stato instaurato un “governo amico” e probabilmente non li vedrete sotto le stesse vesti devastatrici mennemo in Ungheria ed in Austria. Per ora si limitano a “prepararsi” e guarda a caso il primo coordinamento nasce a Torino (unica città in Italia ad avere una rappresentanza delle milizie terroriste del Donbas) per mano di un “ex grillino”, ed hanno dichiarato di non essere contrari all’attuale governo ma guarda a caso solo all’Europa.
Siamo in piena guerra ibrida, quella guerra che anche molti dei nostri politici dell’opposizione si rifiutano di vedere e di prenderne atto. Bisogna anche ricordare che il passo successivo descritto da Gerasimov sarà l’attivazione degli “omini verdi”. Speriamo che qualcuno cominci a prendere sul serio il documento del Capo di Stato Maggiore russo (non quindi di un analista qualunque come il sottoscritto) e si renda conto della situazione e cominci da subito ad attivare delle contromisure.
Mauro Voerzio