Vladimir Rogov non è funzionario di alcuna amministrazione di Zaporizhia, le sue dichiarazioni sono mera propaganda senza alcun valore politico. Nel marzo del 2022 la polizia ucraina ha aperto un procedimento penale sulle attività collaborazioniste di Rogov. Parte della provincia di Zaporizhia è sotto l’occupazione russa: lì le ostilità continuano e gli invasori russi violano sistematicamente i diritti dei residenti locali, impedendone la libera circolazione nonostante la crisi umanitaria che hanno creato.
La macchina della propaganda del Cremlino ricorre ancora una volta all’uso delle dichiarazioni dei collaborazionisti per promuovere le sue narrazioni propagandistiche. Questa volta il Cremlino ha annunciato che secondo l’amministrazione regionale, i territori temporaneamente occupati della provincia di Zaporizhia non “ritorneranno più sotto il controllo di Kiev”.
“La regione di Zaporizhia è storicamente un territorio russo. Indipendentemente da ciò che si dice, riportare la regione sotto il controllo di Kiev e approntare con loro dei negoziati è fuori questione”, dice Vladimir Rogov, un protégé delle autorità di occupazione russe.
Le dichiarazioni dei collaborazionisti non sono la posizione ufficiale delle autorità ucraine, né rappresentano il volere e le ambizioni dei residenti della regione. Zaporizhia è un territorio ucraino, sia legalmente (come sancito dalla Costituzione del paese) che storicamente. Fu qui che sorsero gli Zaporizhia kozak come forza politica e che nel XVI secolo fu creato lo Zaporozhian Sich, centro politico democratico dei Cosacchi di Zaporizhia. Anche dopo l’accorpamento di tali regioni all’impero russo, gli ucraini continuarono a essere la popolazione prevalente.
Vale anche la pena sottolineare che la stragrande maggioranza degli ucraini − l’82% per la precisione − non è favorevole ad alcuna concessione territoriale allo scopo di raggiungere la pace con la Russia. Questo è quanto emerso da un recente sondaggio dell’Istituto di Sociologia di Kiev condotto, dal 13 al 18 maggio, su 2.000 intervistati. E il 77% degli ucraini che attualmente vivono nei territori temporaneamente occupati dalla Russia, ritiene che in nessun caso l’Ucraina dovrebbe rinunciare a qualsiasi territorio, anche se ciò dovesse prolungare la guerra e minacciare l’indipendenza del Paese.
Il collaborazionista Vladimir Rogov, è un un portavoce della propaganda russa e le sue dichiarazioni non dovrebbero essere prese seriamente, anche perché, il 29 marzo scorso, la polizia ucraina ha avviato un procedimento penale a suo carico per le sue attività di collaborazione con la Russia. Rogov in passato era già tristemente noto per aver diffuso un falso agitprop russo, apparendo in programmi televisivi propagandistici russi, partecipando a organizzazioni scioviniste russe, come la Guardia Slava, Settore Russo e Vettore Russo, e per aver organizzato raduni anti-Maidan a Zaporizhia nel 2014.
Le forze di occupazione russe violano sistematicamente i diritti umani e nazionali dei cittadini ucraini che vivono nella regione di Zaporizhia. La loro libertà di movimento è stata molto ridotta: alle persone viene impedito di lasciare i territori occupati proprio mentre è in atto una crisi umanitaria.
In precedenza, StopFake ha confutato le affermazioni del propagandista russo secondo cui il mar d’Azov ora “appartiene alla Russia e alla cosiddetta Repubblica popolare di Donetsk (DPR)” e che “i residenti di Zaporizhia chiedono di entrare a far parte della DPR”.