Il 12 luglio 2016 è apparso su Tempi.it un articolo di Renato Farina intitolato “È questa la civiltà europea orientale, così cristiana e aperta. La splendida Odessa!” un articolo infarcito di falsità e di posizioni fortemente pro russe senza alcun fondamento informativo.

Il primo attacco è verso il Presidente Poroshenko “Tutti capiscono che questa ferita è assurda, e che alla fine è proprio Poroshenko a volerla protrarre. Vero o no, mi immergo in questa cultura e in una volontà di vita portentosa”

Nell’articolo usa un Alias, quello di Boris Godunov, una scelta dell’autore che capirete nel seguito della lettura di questo articolo.

Ma non c’è nessuno straniero, non si vedono turisti sotto gli immensi faggi e i profumati tigli.” Chi frequenta Odessa sa che questo non è vero anzi negli ultimi anni ha visto un vero e proprio boom turistico anche di stranieri ed è proprio di qualche giorno fa della tragica notizia di un turista italiano morto proprio ad Odessa durante le sue vacanze.

ben prima della rivoluzione di piazza Maidan e degli avvenimenti del Donbass e della Crimea, di essere inviato proprio nella regione di Odessa a osservare le elezioni presidenziali e poi quelle parlamentari ucraine per due volte, nel 2010 e nel 2012. Ogni volta prevalse Viktor Yanukovich, con il suo Partito delle Regioni (nel nome vi è palese il non-nazionalismo, la volontà delle autonomie). A Odessa non c’erano dubbi, vinse il partito detto filo-russo poi tramortito dalla rivolta (golpe?) di Kiev del 2014” Qui due chiare prese di posizione politiche, il riconoscimento dell’ex Presidente Viktor Yanukovich quale buon Presidente e l’accomunamento della rivoluzione del Maidan con il “Golpe”.

Su Yanukovich non la pensava così nel 2012 quando scriveva “A Kiev comanda un semidittatore” riferendosi a Yanukovich ed ancora sulle elezioni del 2012 diceva “Dal risultato del carcere femminile capiamo chi vincerà le elezioni: lui. Nelle carceri si ha fiuto. Deve aver promesso un’amnistia, Yanukovich, o almeno è stata sparsa questa voce crudele.“,”Con l’opposizione in galera, Yanukovich è riuscito ad avere la maggioranza dei seggi pur avendo poco più del 30 per cento. Come ha fatto?” E’ chiaro che rispetto al 2012 abbia fatto una giravolta a 360 gradi.

Ancora nell’articolo scrive “Qui furono bruciati vivi nel 2014 cinquanta russi. Perché?” riferendosi alla strage di Odessa del 2014, scrivendo una ulteriore falsità in quanto i 48 morti erano UCRAINI e non russi.

Fatte emergere le incongruenze riportate in differenti periodi da questo “giornalista” è utili comprendere la storia di Renato Farina alias Boris Godunov alias Dreyfuss alias Betulla.

Questo oscuro personaggio eletto alla Camera dei Deputati nel 2008 nel partito di Berlusconi (PDL) era stato radiato nel 2007 dall’Ordine dei Giornalisti quando era vicedirettore del quotidiano Libero in quanto aveva ammesso di aver collaborato con  i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro fin dal lontano 1999. La legge numero 801 del 1977 fa divieto ai giornalisti professionisti di intrattenere rapporti con i Servizi e per questo motivo è stato radiato dall’Ordine dei Giornalisti.

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Successivamente fu riammesso nell’Ordine in quanto la Corte di Cassazione ha annullato tale provvedimento, poiché Farina si era già dimesso dall’Ordine quando ne fu radiato. Lavora come opinionista di Libero. Attualmente scrive sul quotidiano Il Giornale della famiglia Berlusconi.

Farina sotto lo pseudonimo Dreyfuss pubblicò anche l’articolo che porto il suo direttore Sallusti alla condanna per diffamazione aggravata. Uscì allo scoperto solo dopo la sentenza dichiarando ” Quel testo l’ho scritto io e me ne assumo la piena responsabilità morale e giuridica. Chiedo umilmente scusa al magistrato Cocilovo: le notizie su cui si basa quel mio commento sono sbagliate.”

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Per la vicenda del 2006 Farina nell’ambito del caso Abu Omar è stato condannato  a sei mesi di reclusione per favoreggiamento. Nel luglio del 2012, Renato Farina è stato condannato in rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di falso in atto pubblico. Nel febbraio 2013 è stato condannato in cassazione al risarcimento danni per 130.000 € verso il procuratore aggiunto di Milano Ilda Boccassini per 4 articoli ritenuti diffamatori.

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Ora la domanda spontanea che sorge leggendo l’ultimo articolo di Farina è chiedersi chi questa volta ha armato la sua penna, dei politici ? i servizi segreti ? uomini d’affari ? Il clichè è sempre uguale, uno pseudonimo, un articolo con notizie false e nessuno che lo contrasti.

Lo stato dell’informazione Italiana è preoccupante, nonostante le prove di scarsa o assente deontologia professionale non manchino questi personaggi continuano imperterriti ad assicurare i propri servigi  al miglior offerente o al potente di turno con gravi ripercussioni per quei lettori che recandosi in edicola a comprare un giornale credono di informarsi correttamente su quanto succede nel mondo.