Domenica 20 maggio sulla televisione pubblica statale RAI 3 è andato in onda un servizio sui cosiddetti “stalker” ucraini. In realtà nel servizio non si tratta del fenomeno “stalker” perché probabilmente non era propedeutico al messaggio che si voleva far passare. Il fenomeno STALKER deriva effettivamente dal periodo sovietico degli anni 70. Il nome mutuato dal film di Andrei Tarkovskij “Stalker” risale al 1979. La mission di uno stalker è di penetrare in luoghi proibiti, ed in passato era uso prelevare oggetti per poi rivenderli al mercato nero. Come si legge su uno dei tanti siti dedicati al fenomeno “‘il gioco d’azzardo e il desiderio di affinare percezioni sensoriali del gioco è la motivazione dell’ingresso nella zona di esclusione. In genere, l’età media degli stalker di questa categoria è di circa 20 anni, ma non più vecchia di 22-24 anni. Nella maggioranza queste persone fanno solo una o due penetrazioni nella zona e poi calmano le loro ambizioni”.
Sono stati sviluppati diversi videogiochi tipologia sparatutto ove si dà la caccia a creature mitologiche modificate geneticamente dall’esplosione della centrale. La serie più famosa è sviluppata da una software house ucraina la GSC Game World
Vi sono anche diversi i siti web che forniscono informazioni per diventare stalker in prima persona abbandonando l’ambito virtuale e dedicarsi ad un’avventura in prima persona, alcuni organizzano anche viaggi organizzati da stalker. Una intervista di USA Today ad uno Stalker, spiegava quali sono le motivazioni che spingono i ragazzi a provare questo tour adrenalinico. In nessuna intervista troverete quanto esposto dal servizio di RAI 3. Persino su TripAdvisor è recensita questo tipo di attività ed è presente un forum dedicato.
Si tratta quindi di una variante di una attività praticata anche in Italia e denominata SoftAir, anche se sicuramente più estrema.
Il servizio di RAI 3 condotto da Maria Cuffaro è stato invece costruito per far passare tra le righe un messaggio completamente distorto del fenomeno. Secondo la Cuffaro i giovani ucraini hanno nostalgia del passato sovietico e per questo si dedicano a questa attività. RAI 3 nel post in cui ha pubblicato il servizio ha scritto “La zona di esclusione di Chernobyl, tra giovani ucraini che la violano clandestinamente alla ricerca di testimonianze dell’identità sovietica perduta“.
https://www.facebook.com/tg3mondo/videos/10156350960598158/
Il servizio è stato effettuato da un fotoreporter italiano Pierpaolo Mittica
La realtà è quindi ben diversa da quella manipolata sul servizio di RAI 3. Questo fenomeno esiste da alcuni anni ed è legato ad una sorta di tour adrenalinico. Tali tour si distinguono da quelli ufficiali effettuati da turisti curiosi o studiosi legati al mondo dell’ambientalismo. Da alcuni anni infatti si può visitare la zona ed anche pernottarvi con una serie di viaggi organizzati che durano uno, tre o sette giorni. Per partecipare a questi viaggi necessita unicamente fornire i propri dati del passaporto all’agenzia viaggi che organizza il tour per ottenere i permessi per l’accesso alla zona interdetta.
Anche in Italia è possibile acquistare questo tipo di Tour ed ogni anno sono molti gli italiani che decidono di visitare la zona di Chernobyl.
Ma se servisse una testimonianza ulteriore per dimostrare che il servizio di RAI 3 è una manipolazione della realtà, basti sapere che uno dei più famosi Stalker è un ragazzo di San Pietroburgo (Russia) che si è stabilito in Ucraina per sviluppare la propria passione e farla anche rendere economicamente, organizzando quello che viene definito “turismo urbano”. Il suo canale youtube conta più di 600.000 iscritti e non ha nulla a che vedere con la nostalgia per l’Unione Sovietica.
Per fare un parallelo con l’Italia che aiuti a comprendere quanto è avvenuto, sarebbe come se in Ucraina sulla televisione statale andasse in onda un servizio dove mostrando gli amanti del Softair nei boschi, si sostenesse che si tratta di italiani nostalgici del fascismo o che si stanno addestrando addestrano per commettere atti terroristici o un colpo di stato.
Purtroppo spesso accade che i canali RAI invece di fare informazione ricadano nella disinformazione tradendo il loro mandato pubblico. Non è la prima volta che StopFake si occupa di reportage manipolativi andati in onda sulle reti pubbliche, servizi che SEMPRE mettono in cattiva luce l’Ucraina per magnificare la Russia. Il servizio di Stato avrebbe il dovere di verificare le informazioni che vengono proposte al pubblico, mentre nella migliore delle ipotesi questo non avviene.
Aggiornamento del 22 maggio 2018 ore 15:00
Abbiamo ricevuto da parte dell’autore del servizio, Piepaolo Mittica, una richiesta di precisazione che pubblichiamo volentieri lasciando poi al lettore che ha visto il servizio il diritto di formarsi una propria opinione. Sebbene il confronto non fa parte del debunking, che ricordiamo è sempre scientifico, è giusto in questo caso riportare la difesa del suo lavoro. Precisiamo solo che nel nostro articolo abbiamo come sempre riportato nozioni verificabili e che il debunking non verteva tanto sul materiale in se stesso ma come è stato presentato (aggiungiamo con tecniche manipolatorie) dalla redazione di RAI 3.
“Gentile redazione in merito al vostro articolo sul mio intervento a TG 3 nel mondo vorrei fare alcune puntualizzazioni. Premetto che mi occupo di Chernobyl dal 2002, per cui non sono proprio un neofita dell’argomento, e che é molto difficile spiegare in un minuto di servizio il mondo complesso degli stalker e che molte cose possono essere fraintese anche, secondo me in questo caso, per pregiudizi acquisiti. Purtroppo il tempo concesso dalla trasmissione era quello, un minuto per gli stalker, (l’intervista durava in tutto più di sei minuti ed è stata tagliata per esigenze televisive e non per “complottismo” contro l’Ucraina). Premetto anche per per correttezza giornalistica sarebbe stato meglio da parte vostra contattarmi per chiedere spiegazioni nel merito e sicuramente si sarebbero evitati molti fraintendimenti. Oltre al fatto che giornalisticamente è corretto sentire le diverse campane sennò invece che smascherare fake news si rischia di produrle. Insieme al mio collega Alessandro Tesei ci siamo aggregati ad un gruppo di stalker e siamo entrati illegalmente nella zona per documentare direttamente questo fenomeno. Abbiamo incontrato e intervistato circa una trentina di Stalker nel nostro viaggio. Su un centinaio stimati che entrano regolarmente nella zona è una buona percentuale. riporto qui il testo integrale dell’intervista perchè mi domando: ma veramente da questo testo è uscito quell’articolo fatto da voi? Ma che cosa avete compreso dell’intervista? Mittica: “questa è una storia molto particolare, abbiamo scoperto che negli ultimi anni i giovani ucraini hanno iniziato a entrare illegalmente nella zona di esclusione di Chernobyl. Si sono organizzati praticamente con degli appartamenti che hanno occupato e vivono li una settimana, due settimane, come ultimi sopravvissuti.” Cuffaro: che cosa significa per loro andare a Chernobyl anche con il rischio delle radiazioni Mittica: ci sono diversi motivi, sicuramente c’è una forte componente adrenalinica perchè il viaggio è molto impegnativo e molto adrenalinico, ma ci sono delle motivazioni molto più profonde, una è il senso di ribellione verso la situazione ucraina che c’è adesso, c’è la guerra quindi loro non vedono una speranza e entrare nella zona di esclusione è una sorta di violazione di regole, chiaramente dello stato ucraino, ma è anche sentirsi liberi. a Chernobyl si è fermato tutto prima dell’86. Lì vanno dentro cercano i libri vecchi sovietici, le riviste, le leggono, li studiano, e cercano di preservarli mettendoli in condizione che non si rovinino per preservare la storia di quel luogo, perchè per loro diventa molto importante salvaguardare la storia di quel luogo. Cuffaro: per loro l’unione sovietica che cosa è Mittica: loro hanno questo mito dell’Unione Sovietica, loro non la identificano MINIMAMENTE CON PUTIN Non capisco come possa essere stato interpretato dal servizio che questi ragazzi sono li per fare un colpo di stato (citato dall’articolo: “come si sostenesse che si tratta di italiani nostalgici del fascismo o che si stanno addestrando addestrano per commettere atti terroristici o un colpo di stato”). Perchè ho detto senso di ribellione verso lo stato Ucraino? Piazza Maidan ha insegnato che “esiste” questo senso di ribellione verso una situazione politica e economica in Ucraina molto difficile e per molti stalker è una forma di “ribellione” entrare in una zona proibita (il discorso era molto più ampio nell’intervista ma ripeto in un minuto è stato tagliato tanto) E inoltre dove questo servizio avrebbe messo in cattiva luce l’Ucraina per “magnificare la Russia?” nel servizio dico, e chiudo addirittura il discorso sugli stalker, che loro non la identificano MINIMAMENTE CON PUTIN, o vi è sfuggita questa frase? Anzi credo di fare una descrizione molto nobile di questi ragazzi ucraini “patriot” che “vanno li dentro cercano i libri vecchi sovietici, le riviste, le leggono, gli studiano, e cercano di preservarli mettendoli in condizione che non si rovinino per preservare la storia di quel luogo, perchè per loro diventa molto importante salvaguardare la storia di quel luogo”. Tornando a specificare le parti dell’articolo sicuramente il fenomeno del turismo illegale esiste ma è una minima parte della storia, e anche la più becera e odiata da chi si sente veramente uno stalker come la trentina di loro che abbiamo incontrato. Nel nostro lavoro la affrontiamo perchè giornalisticamente è doveroso citarla ma non è la parte preponderante perchè esiste ben altro ed è quello che abbiamo cercato di raccontare nel nostro lavoro. Sicuramente non esistono stalker che vanno a fare Softair, non so dove avete trovato scritto questa bufala. Molti di loro, come i ragazzi con i quali siamo entrati, sono nostalgici e affascinati del periodo sovietico e vanno dentro la zona perché tutto si è fermato a quel periodo e possono leggere le riviste sovietiche e vedere luoghi fermi a quel tempo. Nostalgici non perchè lo hanno vissuto direttamente, visto che sono tutti sotto i 30 anni (quelli con i quali siamo andati erano tutti tra i 27 e 29 anni) ma perchè sono affascinati dalla storia sovietica e influenzati dal libro dei fratelli Strugatzki “Picnic sul ciglio della strada” e dal film di Tarkovski “Stalker”. oltre che dai racconti dei loro padri. Infatti in una situazione politica ed economica di estrema difficoltà dell’Ucraina di oggi molte delle persone che hanno vissuto il periodo sovietico rimpiangono quel periodo e spesso i figli sono influenzati dai racconti dei loro genitori ovviamente. Ovviamente sono influenzati anche dal videogioco stalker e c’è una forte componente anche di simulazione del videogioco e di adrenalina in questo viaggio. Ma nessuno va a fare softair o in cerca di zombie. Il termine nazionalista usato dalla giornalista Cuffaro non ha nulla di “politico” stava semplicemente a spiegare che questi ragazzi si sentono profondamente ucraini e legati alla loro terra e identità (il significato etimologico del termine è questo) oltre che affascinati dal loro passato e non centrano niente i nazionalisti filorussi o comunismo o fascismo, o Putin o contro Putin. Non credo che usare il senso etimologico del termine possa essere una offesa, anzi. Il periodo sovietico non viene minimamente associato alla Russia di Putin da questi ragazzi, sono due cose molto diverse che loro distinguono molto bene. Una cosa era l’Unione Sovietica, altro è la Russia di Putin per loro. E dovrebbe essere per tutti questa distinzione visto che l’Unione Sovietica non ha nulla a che fare con la Russia di oggi. Stati diversi e periodi storici totalmente diversi. Associare il fenomeno degli stalker con il semplice fatto del “turismo” e del tour adrenalinico come fa il vostro articolo è minimizzare e leggere in maniera totalmente superficiale una storia che noi abbiamo approfondito sul campo con decine di interviste e non facendo copia e incolla su internet. Per pochi “scemi” di “stalker turisti”che voi mettete in evidenza nel vostro articolo screditate questi giovani ucraini che hanno anche scopi nobili come quello di preservare la memoria dell’incidente di Chernobyl e la cultura di un luogo. Dal mio punto di vista credo che questo sia offensivo nei loro confronti e nei confronti dell’Ucraina, se vogliamo esser precisi. in questo articolo vedo molto pregiudizio e interpretazioni personali che non si riscontrano per niente in quello che dico nel servizio. Per chi volesse approfondire l’argomento, maggiori informazioni su questa storia le trovate sul mio sito: https://www.pierpaolomittica.com/projects/chernobyl-stories/the-zone-a-post-atomic-journey/ e sul sito del documentario che stiamo realizzando: https://www.produzionidalbasso.com/project/the-zone/ grazie per la vostra attenzione Pierpaolo Mittica”