È con l’invasione russa su larga scala dell’Ucraina che il mondo torna a parlare del rischio di disastro nucleare, e le centrali nucleari ucraine − dove prima della guerra non si riscontravano incidenti o problemi alla sicurezza − stanno affrontando sfide enormi per prevenire tali incidenti. Il Gruppo europeo dei regolatori di sicurezza nucleare (ENSREG) ha condannato gli attacchi militari russi alle centrali nucleari e alla rete elettrica ucraina, per aver notevolmente aumentato il rischio di gravi conseguenze radiologiche il cui impatto non sarebbe limitato alla sola Ucraina. L’AIEA ha invitato la Russia a ritirarsi immediatamente dalla ZNPP, in modo che l’Ucraina possa riprendere il pieno controllo dell’impianto per garantirne il funzionamento sicuro e affidabile.
I media russi, citando un altro “esperto” del Cremlino, affermano che “la Russia sta salvando tutti quanti da un disastro nucleare proteggendo l’impianto (ZNPP – ndr) e mantenendone il controllo”.
Inoltre, secondo lo stesso oratore, Vladimir Kuznetsov, “la centrale nucleare di Zaporizhzhya, quando è stata liberata, era in condizioni di grande abbandono. Se le nostre truppe si ritirassero da lì, un disastro nucleare sarebbe imminente”.
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Per quanto la Russia cerchi di convincere il mondo civile che occupando i territori dell’Ucraina vi garantisce “ordine” e “sicurezza”, è comunque un dato di fatto che è con l’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia che il mondo ha ricominciato a parlare del rischio di un disastro nucleare, e le centrali nucleari ucraine, dove prima della guerra non c’erano incidenti o problemi di sicurezza, stanno affrontando enormi sfide per prevenire tali incidenti.
Un esempio eloquente è la situazione della centrale nucleare di Chernobyl, occupata dalle truppe russe per un mese nella primavera del 2022. Gli occupanti hanno tenuto in ostaggio tutto il personale civile dell’impianto, hanno utilizzato attrezzature per smuovere il terreno contaminato di Chernobyl, hanno posizionato attrezzature militari pesanti nelle vicinanze e hanno messo a rischio l’integrità del sarcofago protettivo sopra l’Unità 4.
L’Agenzia di Stato ucraina per la gestione della zona di esclusione ha rilevato che “per circa 36 giorni la zona di Chernobyl ha subito saccheggi e distruzione. Loro, (gli occupanti – ndr) hanno rimosso un laboratorio radiologico unico nel suo genere, hanno catturato i difensori di Chernobyl e hanno costretto il personale a lavorare in condizioni di eccessiva esposizione radiologica. Per cinque giorni la centrale non è stata alimentata con l’energia esterna necessaria per lo stoccaggio in sicurezza del combustibile esaurito. Hanno deturpato le strade di Chernobyl, abbandonato granate inesplose e trappole letali, saccheggiato uffici commerciali e automezzi per il trasporto di scorie radioattive”.
Prima dell’invasione russa dalla Bielorussia, la situazione della centrale nucleare di Chernobyl era sotto controllo. L’AIEA ha confermato che i livelli di radiazioni sono aumentati da quando gli occupanti russi si sono insediati nell’impianto.
A settembre, la Russia ha bombardato la zona industriale della centrale nucleare nella regione di Mykolaiv, nell’Ucraina meridionale, e un missile è caduto a 300 metri dai reattori nucleari. All’epoca, il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi, disse che l’esplosione dimostrava chiaramente “il potenziale pericolo per altri impianti nucleari del Paese”.
L’attenzione del mondo è ora concentrata sulla centrale nucleare di Zaporizhia, che è sotto occupazione russa dal 4 marzo 2022. In agosto il direttore generale dell’AIEA, Rafael Grossi, ha rilevato che l’impianto di Zaporizhia non è più sotto il controllo dell’agenzia e che ne sono stati violati i principi di sicurezza nucleare. L’esercito russo deposita attrezzature militari nell’impianto stesso, come confermato dai rappresentanti dell’AIEA, mentre i bombardamenti nei pressi dell’impianto rappresentano un fattore di rischio costante e grave di potenziale disastro nucleare.
Nel novembre 2022, il Gruppo dei regolatori europei di sicurezza nucleare (ENSREG) ha incontrato l’Ispettorato statale ucraino per la regolamentazione nucleare e la WENRA, per valutare lo stato della sicurezza nucleare nelle centrali nucleari ucraine a seguito degli attacchi russi su larga scala alle infrastrutture energetiche ucraine.
L’ENSREG ha condannato gli attacchi militari russi alle centrali nucleari e alle infrastrutture di distribuzione elettrica ucraine, per il significativamente aumentato rischio di gravi conseguenze radiologiche, il cui impatto non sarebbe limitato all’Ucraina. Il gruppo di regolatori ha anche invocato la creazione di un’area di sicurezza nucleare presso la ZNPP, a condizione che tale zona sia coerente con la sovranità e l’integrità territoriale ucraina, e ha osservato che il decreto russo di sequestro della ZNPP è illegale, e quindi non valido e ingiustificato. Dichiarazioni analoghe sono state fatte dall’AIEA. In particolare, l’agenzia ha chiesto alla Russia di “ritirare immediatamente il suo personale, sia militare che tecnico, dalla centrale nucleare di Zaporizhzhya in modo da permettere alle autorità ucraine autorizzate di riprenderne il pieno controllo al fine di garantirne il funzionamento sicuro e affidabile”.
Sempre il 24 novembre, Rafael Grossi ha rilasciato una dichiarazione in seguito al massiccio attacco della Russia alle infrastrutture energetiche in Ucraina, definendo “senza precedenti” e “altrimenti impossibile” il fatto che tutte e quattro le centrali nucleari ucraine abbiano perso per la prima volta completamente e contemporaneamente l’alimentazione esterna a causa degli attacchi missilistici russi.
In precedenza StopFake ha smentito il fake secondo cui la risoluzione dell’AIEA avrebbe “dato carta bianca all’Ucraina per bombardare” i reattori della ZNPP.