L’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia, Michael McFaul, non ha mai detto che la cerchia del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è coinvolta in “progetti” di fornitura di armi all’Ucraina. La pubblicazione russa che sostiene questo ha preso le parole di McFaul fuori contesto e ne ha distorto completamente il significato.
Il 30 marzo il sito di notizie russo REN.TV ha affermato che il settore militare statunitense è interessato a prolungare la guerra in Ucraina per trarne maggiori profitti. I lobbisti dei produttori di armi occidentali stanno conducendo una propaganda anti-russa, mentre la cerchia del presidente Zelensky sarebbe l’intermediario di questo schema, scrive l’analista politico russo Andrey Ivanov sul sito web REN.TV. Ivanov afferma che l’ex ambasciatore degli Stati Uniti McFaul, che lui definisce “un consigliere non ufficiale di Zelensky”, lo avrebbe ammesso durante un’intervista al quotidiano Politico.
Michael McFaul è stato effettivamente citato in un articolo di Politico del 17 marzo intitolato Gli influencer dietro la macchina delle PR ucraine. L’articolo si focalizza sui lobbisti e sugli specialisti della comunicazione che rappresentano gli interessi dell’Ucraina. Prima della guerra della Russia contro l’Ucraina, quegli interessi riguardavano la sicurezza di approvvigionamento energetico, mentre dall’invasione russa la preoccupazione principale è semplicemente la difesa. Citando McFaul, si afferma che Zelensky e le persone intorno a lui sono dei sofisticati comunicatori. “Queste sono le persone vicine al signor Zelensky e che agiscono come intermediari e interlocutori. Hanno interagito a lungo con le élite e i media americani”, ha effettivamente detto McFaul. Tuttavia, nell’articolo non si menziona mai alcun sistema, McFaul non usa mai tale parola e l’articolo non argomenta mai in merito ad alcun tipo di schema.
Un recente articolo del New York Times riporta che molti studi legali e di lobbying statunitensi che in precedenza rappresentavano gli interessi dell’Ucraina in cambio di buone commissioni, stanno fornendo i loro servizi pro bono all’Ucraina, per aiutarla a imporre sanzioni aggiuntive contro la Russia. Lo studio legale Covington & Burling ha presentato una mozione per conto dell’Ucraina alla Corte internazionale di giustizia. L’articolo di Politico rileva inoltre che le società che in precedenza avevano fatto pressioni per gli interessi della Russia negli Stati Uniti, a partire dallo scoppio della guerra russa hanno invece espresso la loro disponibilità a rappresentare gli interessi dell’Ucraina.
Ivanov definisce l’ambasciatore McFaul “il consigliere non ufficiale di Zelensky”. McFaul ha detto a StopFake che non è un consulente, ma che semplicemente risponde ogni qualvolta gli viene chiesto di farlo. “Non ho alcun ruolo ufficiale da consigliere, né con il governo USA né con quello ucraino. Quando mi viene richiesto, parlo parimenti con i funzionari di entrambi i governi. In questi giorni sto parlando con regolarità anche con i russi, ma non funzionari del governo”, ha detto McFaul.
Anche l’affermazione di Andrey Ivanov, secondo cui l’industria delle armi statunitense sia interessata a prolungare la guerra in Ucraina, è una manipolazione. Il Cremlino afferma che la sua “operazione speciale” in Ucraina potrà concludersi solo quando la “demilitarizzazione” dell’Ucraina sarà stata completata, Kiev “avrà cessato le ostilità”, si rifiuterà di aderire a un “qualsiasi blocco”, riconoscerà la Crimea come russa e le sedicenti Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk come Stati indipendenti. Il 1° aprile il Ministero della Difesa russo ha annunciato che la campagna russa in Ucraina stava entrando in una nuova fase, il cui obiettivo è “la liberazione delle repubbliche del Donbass”. In risposta a questo annuncio i media pro-Cremlino hanno dichiarato che l’ultimo soldato russo non lascerà l’Ucraina “finché l’ultimo nazista non sarà processato o ucciso, e finchèi i leader responsabili dei crimini nel Donbass non saranno assicurati alla giustizia”. L’Ucraina invece, insiste sul fatto che la fine della guerra sarà possibile solo dopo che la Russia avrà ritirato le sue truppe dal territorio ucraino e dopo che diverse potenze occidentali avranno fornito all’Ucraina sufficienti garanzie di sicurezza. L’Ucraina è pronta a discutere il ritorno della Crimea annessa, e dei territori occupati di Donetsk e Luhansk, tramite canali diplomatici.