Questa storia è totalmente inventata. La polizia della Renania Settentrionale-Vestfalia e la polizia della città di Euskirchen hanno dichiarato che a Euskirchen e nei dintorni non si sono registrati crimini che possano essere collegati agli eventi descritti.
Sulla rete sta circolando insistentemente un video in cui una donna di lingua russa racconta come nella città tedesca di Euskirchen, nella Renania Settentrionale-Vestfalia, una folla di profughi dall’Ucraina avrebbe picchiato a morte un “ragazzo russo” di 16 anni. Questa storia le sarebbe stata raccontata da un amico. In un altro suo video, la stessa donna invita i “madrelingua russi” a fare qualcosa con i “khokhly” (un nome etnico di connotazione negativa usato principalmente dai russi per riferirsi agli ucraini) che sono stati lasciati entrare in Germania.
“È solo questione di tempo prima che nei Paesi dove i migranti ucraini sono maggiormente diretti (Moldavia, Romania, Polonia e Lettonia), passeranno dalla maleducazione verbale a vere e proprie rappresaglie contro le persone”, scrivono alcuni utenti. Tuttavia, questa storia è totalmente inventata.
Dopo che questi video hanno iniziato a circolare massicciamente in rete la polizia della Renania settentrionale-Vestfalia – e prima tra tutte la polizia della città di Euskirchen – hanno dichiarato che a Euskirchen e dintorni non si sono registrati crimini che possano essere riconducibili agli eventi descritti né ad alcun incidente noto di questo tipo. “Gli esperti dicono che si tratta di un “video falso” creato per incitare all’odio. Vi chiediamo di non condividere questo video. Controllate con attenzione l’accuratezza di tutte le informazioni, in particolare quelle provenienti dai social network”, ha twittato la polizia di Bonn.
Poiché questo video falso è stato probabilmente diffuso con l’intento di incitare all’odio, questo caso è stato esaminato anche dal Servizio di sicurezza dello Stato della polizia di Bonn.
I media locali hanno riferito che la polizia è riuscita ad identificare la donna nel video, la quale ha ammesso che questa storia è falsa. Non è comunque chiaro se questa donna credesse davvero a questa falsa storia o se il video sia stato intenzionalmente concepito per diffondere disinformazione.
Vale anche la pena notare che Alina Lipp, una “giornalista freelance” di origine russo-tedesca, ha condiviso questa storia con i suoi più di 100.000 follower su Telegram. In precedenza, i media tedeschi l’hanno descritta come un “soldato Putin” nella guerra dell’informazione: Lipp è stata ripetutamente sorpresa a diffondere disinformazione circa la situazione in Ucraina e la guerra nel Donbass.
In conseguenza alla guerra della Russia contro l’Ucraina più di 210.000 rifugiati ucraini sono giunti in Germania. Secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati la guerra ha costretto più di 3,4 milioni di ucraini a lasciare il proprio Paese in cerca di sicurezza, protezione e assistenza.
Precedentemente StopFake ha confutato la disinformazione secondo la quale quasi tutti i rifugiati di Mariupol desideravano essere accolti in Russia.