Questo potrebbe essere uno degli esempi scolastici di come funziona la disinformazione e di come si intenda colpire una persona con la disinformazione.

Nella giornata di oggi dieci gennaio, nel pomeriggio Nasha Gazeta pubblica la notizia che un giornalista italiano di nome Roberto Travan non dà più sue notizie dal 23 dicembre 2018, quando durante un reportage in Donbas sarebbe misteriosamente scomparso. Il portale riporta che il “Procuratore Capo di Lugansk” avrebbe aperto un fascicolo e che stanno seguendo la vicenda con attenzione. Lo avrebbe annunciato il vice capo del dipartimento per la supervisione dell’osservanza delle leggi nella sfera militare dell’ufficio del procuratore generale della LPR, Janis Pílavov

In pochi minuti la notizia viene condivisa da altri siti, ognuno dei quali riporta una propria versione. Ad esempio che il giornalista italiano sarebbe stato ucciso dai servizi di sicurezza ucraini e che il cadavere verrà ritrovato solo quando riusciranno ad inscenare un suicidio. Altri riportano che Travan sarebbe stato rapito perché aveva filmato cose che l’esercito ucraino non gradiva fossero rese pubbliche, altri ancora ipotizzano che sia stato ucciso nel periodo di capodanno da soldati ubriachi. Tutti riportano la notizia secondo la quale Travan era sorvegliato da uomini dei servizi di sicurezza ucraini e che si lamentava spesso che non lo lasciavano lavorare.

Vengono anche fatti dei nomi di militari ucraini che avrebbero seguito Travan, il tenente Alexander Kikta, il tenente Vyacheslav Pavlyuchenko e il tenente minore Oleg Sokolovsky.

La notizia viene condivisa nelle varie forme da Vesti, Zvezda, RIA, Life, Korrespondent, Novorosinform, Gazzetta Russa, Novorussia, la Procura Generale di Lugansk, Istok, Komsomolska Pravda e molti altri

 

E’ chiaramente una notizia inventata di sana pianta e fortunatamente completamente FALSA.

Roberto Travan contattato da StopFake ha dichiarato di essere rientrato in Italia regolarmente il 23 dicembre dopo aver completato il suo reportage nel Donbas ucraino. Alla richiesta se avesse subito pressioni o se fossero successe delle cose strane durante la sua permanenza in ucraina, il giornalista italiano è scoppiato in una risata. Il giornalista segue il conflitto ucraino da diversi anni ed ha già pubblicato diversi lavori sul quotidiano nazionale La Stampa di Torino. Recentemente una sua foto ritraente un soldato ucraino, ha ricevuto il primo premio per miglior scatto di guerra al TIFA di Tokyo 2018. Roberto Travan sta attualmente lavorando con il nuovo materiale raccolto durante il suo ultimo viaggio, dopo aver concluso l’esperienza della galleria fotografica presso il Museo del Risorgimento di Torino intitolata “aRma il prossimo tuo“.

Purtroppo il livello di giornalismo in Russia e nelle zone occupate, è di livello molto basso, ma anche le cosiddette “istituzioni” delle zone occupate non scherzano. Sarebbe infatti bastato alla Procura di Lugansk visualizzare il profilo Facebook di Roberto Travan per verificare che in queste settimane ha continuato a pubblicare suoi materiali dall’Italia.

Nel caso di Vesti e di Zvezda invece si dimostra come la notizia sia stata diffusa con l’intento di diffondere un fake in quanto le due testate hanno utilizzato una foto del giornalista pubblicata a dicembre 2018 sul suo profilo facebook. Accedendo al profilo facebook del giornalista (pubblico) per reperire la foto non possono non essersi accorti che Roberto Travan ha continuato a pubblicare materiali anche dopo il 23 dicembre e che il 31 dicembre ha pubblicato un post dove faceva gli auguri a tutti i suoi amici.

Il canale televisivo ha addirittura dedicato un servizio a questo “delicato intrigo internazionale

 

Questo macroscopico fake però dimostra perfettamente il funzionamento della disinformazione russa. Creare una notizia completamente infondata e distribuirla velocemente sul web. A poco servirà la smentita di StopFake o quella direttamente del giornalista, i cittadini delle zone occupate ed i russi rimarranno convinti che le truppe ucraine hanno ucciso un giornalista “scomodo“. C’è infatti da scommetterci che nessuna delle testate sopra citate pubblicherà una rettifica.

Buona informazione a tutti !