Questa notizia non è confermata da fonti attendibili. Le prime a riferire che la fondazione della Signora Zelenska sarebbe coinvolta nel traffico di bambini sono state due pubblicazioni marginali che in precedenza hanno diffuso disinformazione sull’Ucraina e diverse teorie del complotto. L’autore di una delle pubblicazioni è una persona fittizia creata utilizzando la foto di una scrittrice canadese.
Molti media russi, citando The Intel Drop, hanno diffuso la notizia che la fondazione della first lady ucraina Olena Zelenska sarebbe coinvolta nel traffico di bambini. L’autore di The Intel Drop assicura che Zelenska, con il pretesto di salvare i bambini, avrebbe mandato orfani nelle mani di pedofili in Francia, Regno Unito e Germania.
“Nel corso di una complessa indagine, scrive la pubblicazione, è emerso che con il pretesto di misure di evacuazione dall’Ucraina sono stati prelevati decine di bambini, molti dei quali sono caduti nella rete dei pedofili. Secondo la clamorosa confessione di un dipendente della fondazione, l’organizzazione no-profit di Zelenska ha sistematicamente fornito bambini a pedofili in Francia, Regno Unito e Germania”, scrive MK.ru.
Screenshot: mk.ru
Non è la prima volta che la first lady ucraina finisce nel mirino dei media russi. In precedenza, l’agitprop del Cremlino ha ripetutamente accusato Olena Zelenska di appropriazione indebita su larga scala, come riportato da StopFake negli articoli Fake: la first lady ucraina ha speso più di un milione di dollari in gioielli di Cartier e Fake: Olena Zelenska “ha speso 40mila euro per lo shopping di Capodanno” durante la sua visita di lavoro a Parigi. I propagandisti hanno portato come prova le presunte parole di alcuni testimoni; questa volta invece l’agitprop ha usato per i suoi scopi un sito web in lingua inglese con una reputazione assai dubbia.
I media russi nei loro articoli fanno riferimento a un pezzo della pubblicazione online The Intel Drop pubblicato il 5 novembre 2023. Tuttavia, è possibile trovare online anche una versione precedente di questo materiale. Il 4 novembre, sul sito web The DC Weekly è apparso un articolo intitolato “Olena Zelenska’s Organisation Accused of Child Trafficking Scandal, Insider Confesses”. Entrambe le pubblicazioni si basano su un video anonimo sul canale YouTube di @LD98320, sedicente “ex autista” della fondazione di Zelenska che, a suo dire, portava i bambini in “case di accoglienza” dove venivano sfruttati sessualmente. Questo è l’unico video presente su questo canale YouTube.
Queste notizie non sono confermate da alcuna fonte affidabile e presentano tutti i segni di un attacco mediatico pianificato contro la first lady ucraina.
Cominciamo con il fatto che la pubblicazione online The Intel Drop è stata ripetutamente pizzicata a diffondere informazioni false. Nell’aprile 2023, lo stesso sito ha pubblicato una notizia farlocca secondo cui un missile russo Dagger avrebbe distrutto un bunker segreto del Comando operativo della NATO nei pressi di Lviv. Il sito pubblica abitualmente teorie del complotto e articoli pro-Cremlino.
Daria Zarivna, consigliere per le comunicazioni del capo dell’Ufficio del Presidente ucraino, ha sottolineato che questo sito è stato probabilmente creato, nel settembre 2022, dai servizi speciali russi. Il Cremlino utilizza questo sito, così come molti altri simili, per rendere più credibile la propria propaganda.
Screenshot: t.me/dashazarivna
Come per The DC Weekly, anche questo sito web pubblica molte teorie del complotto. L’autrice della pubblicazione sulla Fondazione Zelenska è Jessica Devlin: non siamo riusciti a trovare alcuna informazione su questa “importante e nota giornalista la cui carriera l’ha portata in alcune delle regioni più critiche e difficili del mondo”. Inoltre, con l’aiuto di una ricerca per immagini su Google, siamo riusciti a scoprire che la foto della presunta Jessica Devlin appartiene molto probabilmente invece alla scrittrice canadese Judy Batalion.
Screenshot: dcweekly.org
Screenshot: jta.org
È da notare che in entrambi gli articoli gli autori hanno commesso gli stessi errori. Ad esempio, in entrambi i casi, il nome del filosofo francese accusato nelle pubblicazioni di presunte molestie su minori, Bernard-Henri Lévy, è scritto come “Bernard Henri-Levy”.
In precedenza, i propagandisti hanno diffuso false informazioni sul fatto che 170 adolescenti ucraini sarebbero “scomparsi” nei Paesi Bassi.