E’ stato evidenziato anche dal Partito Radicale come la sentenza del processo di Pavia, contro Vitaly Markiv, sia stata condizionata anche dalla stampa italiana schieratasi a prescindere per la colpevolezza del giovane italo-ucraino.
Con l’avvicinarsi della data del processo di appello, la grancassa dell’informazione italiana torna alla carica e dopo il caso di “Venerdì di Repubblica” della scorsa settimana, oggi tocca all’agenzia ANSA aggiungere un articolo che di per se non propone nulla di nuovo, ma neanche troppo tra le righe, esprime un giudizio di colpevolezza contro Vitaly Markiv “la prima sentenza ha comunque segnato un significativo precedente, stabilendo che non si possono attribuire genericamente alla guerra le responsabilità per l’uccisione dei giornalisti, spesso testimoni scomodi, ignorando i crimini di guerra e le responsabilità personali.”
Per farlo fa precedere questa frase con un doppio fake e parlando di Markiv scrive “Qui avrebbe avuto un ruolo di comando in una milizia installata su una collina di Sloviansk”
Si tratta di un doppio fake perché è stato appurato in fase processuale che Vitaly Markiv era un soldato semplice, non aveva alcun ruolo di comando ed era arruolato regolarmente nella Guardia Nazionale Ucraina e non in una “milizia“. Il fatto che queste informazioni siano presenti nel fascicolo processuale, evidenzia una volta di più che “l’errore” è voluto e si inserisce nel solco di quella tradizione della disinformazione che vuole che una bugia ripetuta mille volte diventi una verità per l’opinione pubblica.