Un addetto stampa dell’unità militare 3056 della Guardia Nazionale Ucraina ha negato l’autenticità di questo “documento”. Il fatto che l’ordine sia stato falsificato è confermato da una serie di errori grossolani sia nel testo che nella struttura del “documento”: il nome dell’unità militare è sbagliato, il nome del comandante dell’unità è scritto male, viene utilizzato un sigillo falso e anche la firma del comandante dell’unità è falsa.
“Non un passo indietro o una pallottola nella nuca”, sono i titoli con cui alcuni media russi e i cosiddetti canali Z di Telegram hanno diffuso un documento in cui il comandante dell’unità militare 3056 avrebbe ordinato ai militari dei posti di blocco di usare armi letali contro chi elude la mobilitazione e i militari delle Forze armate ucraine che hanno disertato le loro posizioni di combattimento.
Screenshot: kherson-news.ru
Questo “ordine” sarebbe stato emesso il 20 aprile 2023 a Mykolaiv da Ruslan Kuzmich, comandante dell’unità militare 3056. Il “documento” si riferisce all’organizzazione di pattugliamenti 24 ore su 24 e di “punti di fuoco” in una serie di insediamenti nella regione di Mykolaiv, al fine di identificare i cittadini che si sottraggono alla leva e le truppe ucraine che disertano le loro posizioni.
Tuttavia, il documento pubblicato dall’agitprop russo non è che un falso. Lo dimostrano i numerosi errori presenti nel testo e nella struttura del “documento”. Per cominciare, gli autori di questo falso hanno sbagliato il nome dell’unità militare: “unità militare 3056” invece di “unità militare 3056 della Guardia Nazionale Ucraina” (GNU). Inoltre, la “intestazione” di questo “ordine” indicava erroneamente il Ministero della Difesa ucraino invece della Guardia Nazionale dell’Ucraina o del Ministero degli Affari Interni, sotto la cui autorità si trova la GNU.
Oltre agli errori di ortografia e punteggiatura del testo, gli autori del falso hanno sbagliato anche a scrivere il nome del comandante dell’unità militare: il “documento” indica P. Кузьмич (R. Kuzmich – ndr) invece di Р. Кузьміч.
L’analisi del timbro sul “documento” conferma definitivamente che si tratta di un falso. Il timbro riporta il codice ЕГРПОУ (traslitterato in EGRPOU: Registro statale unificato delle imprese e delle organizzazioni in Ucraina) 12345678, ma l’unità militare 3056 della GNU ha un codice EGRPOU completamente diverso, ossia 23313931. Anche in questo caso, il timbro riporta l’intestazione del “Ministero della Difesa Ucraina”, sebbene questa unità militare sia sotto la giurisdizione della Guardia Nazionale. È molto probabile che l’immagine di questo timbro sia stata presa dal sito web di un’azienda produttrice di timbri. È su uno di questi siti web che siamo riusciti a trovare un esempio di timbro per un’unità militare sul quale anche il numero EGRPOU era composto da 8 cifre in sequenza: da 1 a 8. I criminali hanno probabilmente utilizzato questo fac-simile come timbro del documento falso: molto probabilmente gli autori hanno utilizzato questo esempio di timbro cambiando solo il numero dell’unità militare.
Analisi delle incoerenze effettuata da StopFake
Il giornalista di StopFake ha anche contattato l’unità militare 3056 della Guardia Nazionale Ucraina, la quale ha confermato che questo “ordine” è un falso. L’addetto stampa dell’unità ha dichiarato che questo “documento” presenta molti errori, in particolare la firma non appartiene al comandante dell’unità, Ruslan Kuzmych. Inoltre, sebbene per qualche tempo l’unità militare sia stata di stanza a Mykolaiv, attualmente è di stanza a Kherson.
L’esistenza stessa di tale “ordine” è assurda. La commissione di un reato in regime di legge marziale è una circostanza aggravante e la responsabilità in tali circostanze è più severa che in tempo di pace. Tuttavia, in Ucraina non esistono reati che, neppure in tempo di guerra, siano punibili con la fucilazione. Il Codice penale ucraino prevede diversi reati legati allo svolgimento dell’obbligo militare, in particolare la diserzione, l’abbandono di un’unità militare o del luogo di servizio, l’elusione del servizio militare attraverso l’autolesionismo o altri mezzi, la resa volontaria e altri ancora. I reati come la diserzione e l’abbandono di un’unità militare o del luogo di servizio in condizioni di guerra sono punibili anche con la reclusione. La durata dipende dalle circostanze aggravanti, ma non supera i dodici anni.
La propaganda del Cremlino ha ripetutamente diffuso tale disinformazione. All’inizio di quest’anno, per esempio, il presidente russo Vladimir Putin ha affermato durante un incontro con i veterani della Grande Guerra patriottica che Kiev avrebbe “ricreato” le “truppe di sbarramento create dalle autorità ucraine durante la Seconda guerra mondiale”.