Non le mine ucraine, ma le truppe di occupazione russe hanno bloccato dozzine di navi nei porti ucraini. BlackSeaNews conferma la presenza di 14 navi (3 ucraine e 11 straniere) nel porto di Kherson, che sono rimaste lì a causa del blocco e dell’occupazione. Le truppe russe continuano a minare le coste del mar Nero e del mar d’Azov causando la morte della popolazione civile.
Le autorità della temporanea occupazione della regione di Kherson hanno riferito che a causa delle mine ucraine dodici navi, la maggior parte delle quali appartengono alla Turchia, non possono lasciare il porto di Kherson. Il collaboratore degli occupanti Kirill Stremousov, ha anche affermato che “nulla minaccia gli equipaggi dato che le navi sono scortate”.
Questa non è la prima volta che la Russia cerca di accusare l’Ucraina di minare la costa occupata dalla stessa Russia. In precedenza, StopFake ha già smentito il fake secondo cui l’Ucraina, sotto la presunta minaccia di affondamento, non permette alle navi straniere di salpare dai porti.
Il gruppo di monitoraggio dell ‘”Istituto per gli studi strategici del mar Nero” rileva che alla data del 24 febbraio 2022, nel porto di Kherson (situato sul fiume Dnepr e annesso alla città), oltre alle navi della flotta portuale permanente di stanza a Kherson, c’erano inoltre 9 navi commerciali che in procinto di caricare beni ucraini da esportare e cinque navi commerciali in rimessaggio presso imprese di riparazione navale.
“Sono rimaste tutte a Kherson sotto il blocco e l’occupazione e sono tuttora lì”, scrive l’Istituto per gli studi strategici sul mar Nero. L’Istituto aggiunge inoltre che delle 14 navi, 7 appartengono alla Turchia, 3 all’Ucraina e le restanti rispettivamente a compagnie di Malta, Montenegro, Egitto e delle Isole Marshall.
Sia le organizzazioni internazionali che i singoli paesi di appartenenza fanno osservare che le navi presenti nei porti ucraini sin dall’inizio dell’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, non possono salpare a causa del blocco attuato dalle truppe russe e delle mine che, dall’aspetto, sembrano essere russe. Tant’é vero che il Ministero della Difesa britannico afferma che la presenza di mine nel mar Nero “è quasi certamente ascrivibile all’attività della flotta russa nell’area e dimostra come l’invasione russa dell’Ucraina influisca anche su interessi di natura neutrale e civile”.
L’Organizzazione marittima internazionale ha emesso una risoluzione di condanna delle azioni della Federazione Russa, invitandola a fermare tali azioni illegali e a garantire l’incolumità e il benessere del personale marittimo e la sicurezza del trasporto marittimo internazionale.
Il fatto che le truppe russe stanno minando le coste dei territori temporaneamente occupati è confermato anche dalla Procura regionale di Kherson: si è infatti registrato il caso di alcuni residenti locali che, trovandosi sulla spiaggia nel villaggio di Lazurnoye, sono saltati in aria calpestando una mina di quelle installate lungo la costa dal personale militare russo, in totale violazione dei principi della Convenzione di Ginevra. In precedenza la Federazione Russa ha minato le rotte marittime dal Bosforo a Odessa, incolpando poi di questo l’Ucraina.
Ma pur affermando che le mine ucraine impediscono alle navi di lasciare il porto, i collaboratori dichiarano anche che “il porto commerciale marittimo di Kherson ha ripreso le attività ed è pronto per il trasbordo delle merci”. Non a caso, ed è un fatto noto, i russi stanno già esportando grano e metallo ucraini dai porti occupati.
In precedenza StopFake ha confutato tali narrazioni negli articoli: “Fake: l’Ucraina sotto la minaccia di affondamento non fa salpare le navi straniere dai porti” e “Fake: l’Ucraina è stata accusata di pirateria e il mar Nero e il mar d’Azov sono stati chiusi“.