Ieri sabato 8 dicembre ci sono state tre importanti manifestazioni di piazza, Torino, Roma, Parigi. Manifestazioni indette per motivazioni differenti e per fortuna solo quella di Parigi è degenerata in scontri e vandalismi.
Tutte queste manifestazioni però hanno avuto caratteristiche comuni che ci aiutano a comprenderne i fini. Ad esempio (esclusa quella di Roma di Salvini) hanno visto la presenza di movimenti di estrema sinistra (Potere al Popolo, Rifondazione comunista, centri sociali) con movimenti di estrema destra come CasaPound e di destra come Fratelli d’Italia, sfilare a braccetto nella stessa piazza.
La domanda da porsi (oramai da anni) è come mai movimenti neofascisti sfilano insieme con le stesse rivendicazioni con movimenti che si dichiarano comunisti?
La risposta è semplice e neanche difficile da trovare, hanno un comune orizzonte che è quello di una Italia (ma stesso discorso vale per la Francia) fuori dall’Europa e fuori dalla NATO che aderisce alla proposta euroasiatica della Russia.
A molti non è sfuggito però il tratto comune di tutte e tre le manifestazioni, la presenza neanche troppo sottotraccia dei simboli e delle bandiere russe. Già cosa ci fanno le bandiere dell’organizzazione terroristica DNR alla sfilata NOTAV di Torino? E a fianco dei Gillet Gialli di Parigi? E le bandiere russe a Roma alla manifestazione di Salvini?
Cercherò di esporre una volta per tutte ciò che le mie analisi mi hanno portato a pensare, così da fornire anche una risposta a tutti coloro che mi dipingono come un russofobo.
La Russia molto probabilmente NON ha creato movimenti come i Gillet gialli o gli indipendentisti catalani o i comitati per la Brexit. La Russia semplicemente persegue un progetto di lenta ma inesorabile distruzione del disegno europeo e utilizza tutti i tools che ogni nazione gli fornisce. In una prima fase di questa guerra certamente la Russia ha avuto un ruolo centrale nella creazione di una narrativa negativa nei confronti dell’Europa e dei migranti, una narrativa che ha creato l’humus necessario affinchè questi movimenti estremisti potessero prendere forma. Creata questa narrativa ha (e probabilmente lo fa tuttora) finanziato quei movimenti, partiti, associazioni che sarebbero stati utili al loro progetto. Non importa se si danno soldi ai comunisti ed ai fascisti, dietro non c’è una ideologia, rosso e nero sono la stessa cosa nel progetto russo, vengono visti da Mosca come dei tool utili ad abbattere il blu europeo.
Alcuni di questi partiti/movimenti sono saliti al potere (vedi l’Italia e guarda a caso i cosiddetti “Centri Sociali” di tutta Italia riuniti a Torino non hanno nemmeno gettato una cartaccia per terra a differenza del passato) mentre laddove ci sono governi più ostili (vedi la Francia) è necessaria un’azione destabilizzatrice.
Cosa fa la Russia? La Russia si INFILA, INFILTRA, SOSTIENE (ripeto non crea). Come? Beh quello lo dovrebbero dimostrare i servizi di sicurezza, noi possiamo limitarci a constatare che ad esempio ieri a Parigi Russia Today aveva probabilmente affittato un appartamento prospiciente proprio la via dove si sono concentrati i maggiori incidenti della prima metà della giornata. Possiamo limitarci a segnalare che tra i manifestanti c’erano i simboli della DNR portati da Xavier Moreau e Fabrice Sorlin appartenenti movimento di estrema destra francese “Dies Irae” e collaboratori di Sputnik e Katehon (quest’ultimo think tank comprende anche Aleksandr Dugin che non fa mistero della sua ammirazione per Salvini ) e si potrebbe proseguire per delle ore con questi esempi che comunque trovate in questo sito.
Detto questo bisogna porsi un’altra domanda e cioè queste ingerenze sono illegali? La risposta è ovviamente NO (almeno sino a che i servizi di sicurezza eventualmente dimostrassero un’infiltrazione volta al sovvertimento democratico di uno Stato) e continueranno laddove c’è bisogno di creare caos. Possibile che nessuno si sia domandato perchè i Gilet Gialli provocano incidenti anche a Bruxelles che non ha nulla a che vedere con le accise francesi di Macron?
Il peccato originale dell’Europa è stato quello di non fornire una risposta ferma alla Russia negli anni precedenti. Questi tipi di intromissioni sono in atto da diversi anni, Brexit, Germania, Olanda, Catalogna, Italia e ora Francia, ma si è sempre fatto finta di nulla, si è sempre fatto finta che queste analisi appartenessero a visioni russofobiche e non si è mai fatto nulla per contrastarle seriamente oltre al solito “deeply concerned”.
Cosa si potrebbe dunque fare per contrastare queste intromissioni? Escludendo misure draconiane che stati democratici come quelli europei non si possono permettere, basterebbe ripagare Mosca con la stessa moneta, ad esempio appoggiando apertamente gli oppositori di Putin, partecipare a manifestazioni di protesta in suolo russo con la bandiera europea, sostenere le istanze separatiste delle regioni siberiane, aprire nuovi portali in lingua russa dove si pubblicano materiali (badate bene NON fake, non ce ne sarebbe nemmeno bisogno, quello che ci offre in realtà la società russa è più che sufficiente) che possano infastidire il maschio alfa del Cremlino. Probabilmente Putin sentendosi minacciato internamente mollerebbe la presa sull’Europa. Il punto di partenza deve essere la considerazione che con Putin non è possibile dialogare politicamente se non si parte da un rapporto di forza.
Ad una guerra informativa si deve rispondere con una guerra informativa se possibile di intensità ancora più alta, solo questo atteggiamento potrebbe convincere Putin ad abbandonare i progetti neozaristi di influenza e dominio europeo.
In mancanza di una strategia e di una risposta unitaria siamo destinati a vedere crollare una ad una le democrazie occidentali