Forse pochi sanno che Paul Manafort è stato lo spin doctor dell’ex Presidente ucraino Viktor Yanukovich e che per anni ha intessuto affari e lobbismo con alcuni degli attuali uomini di affari russi ed ucraini implicati nella delicata questione della guerra in Donbass.
Facendo alcune ricerche su internet abbiamo trovato un dossier del 2013, quindi non influenzato nè dalla attuale campagna elettorale americana nè dalla rivoluzione del Maidan.
Ne riproponiamo qui la traduzione del documento che è tuttora visibile
Manafort Paul
Dossier personale
Manafort è nato nella Nuova Inghilterra (New Britain, CT). Ha studiato presso l’Università di Georgetown il luogo ove veniva forgiato il personale della burocrazia federale. Lì si è laureato anche in Legge.
- Ha iniziato la sua carriera presso uno studio legale di Washington e nel giro di due anni dopo il dottorato di ricerca (1976), ha partecipato alla campagna di Gerald Ford, l’unico capo del governo americano
- Il compito di Manafort consisteva nel coordinamento della “caccia” per i voti dei delegati del partito in otto stati. Si tratta dei repubblicani influenti, da cui dipendeva la promozione della candidatura di Ford. Il capo dell’amministrazione di Ford a quel tempo era un giovane politico da Wyoming, Dick Cheney, che è riuscito, tra l’altro, a sostituire Donald Rumsfeld. Così si è cominciato a formare un gruppo di conoscenze utili a Paul Manafort. Come sapete, Gerald Ford ha perso le elezioni, vinti da Jimmy Carter (cedendo al democratico il 2% dei voti, ma ciò che è più importante – la California, la Pennsylvania, la Florida e New York).
- Nel 1978-1980 Manafort ha guidato la campagna di Ronald Reagan negli Stati del sud (che è molto strano, prendendo in considerazione le sue origini) e ricopriva la carica di vice direttore politico del Comitato Nazionale Repubblicano – il corpo centrale della campagna presidenziale.
Presumibilmente Manafort ha svolto bene il compito: tutti gli stati del Sud, tranne la Georgia, terra nativa di Carter, hanno votato per Reagan. Tuttavia, il presidente in carica ha straperso le elezioni, ottenendo il vantaggio solo in sei stati e nel Distretto di Columbia. Quindi, dire qualcosa di specifico circa il talento di Paul è abbastanza difficile. Tuttavia, come premio per il lavoro svolto Manafort è stato nominato vice capo dell’ufficio del personale della Casa Bianca. Ma già nel 1981, il presidente Reagan l’ha nominato al Consiglio amministrativo “della Società straniera per gli investimenti privati” – l’agenzia governativa degli Stati Uniti la cui attività è incentrata sul pieno sostegno del business americano all’estero. La carica è importante e onorevole, ma … non è che il presidente voleva semplicemente liberarsi di Paul?
Quanto Manafort era vicino a Reagan durante la campagna per la rielezione nel 1984 non si sa, ma è possibile che i suoi servigi non erano più necessari. Reagan era follemente popolare: il suo avversario Walter Mondale ha vinto solo nel suo stato nativo – Minnesota. Nel 1985 Manafort dirige il “Centro per lo Studio delle istituzioni democratiche” – un consorzio di cervelli della California, prima finanziato dalla Fondazione Ford e successivamente dal fondatore della fotocopiatrice Chester Carlton. Ma al momento dell’arrivo al centro di Manafort i suoi tempi d’oro erano ormai lontani. Già nel 1987 ha perso tutti i finanziamenti e ha chiuso, entrando a far parte dell’Università di California a Santa Barbara …
Un po’ più tardi Manafort è incappato in una storia non bella che successivamente è stata raccontata dalla rivista “Time”. Manafort, chiamato da “Time” il “futuro consigliere capo per la campagna di George Bush”, non solo ha “lobbizzato” lo stanziamento di 43 milioni di dollari per il programma di ricostruzione di alloggi decrepiti a Seabrook, NJ, per un’azienda in cui era socio, ma ha anche guadagnato 326 mila dollari per il suo lavoro (nella seconda metà degli anni ’80 questa somma era abbastanza significativa).
- Negli anni ’90, molti dipendenti del Ministero della Costruzione sono stati arresttai, ma Pierce non è stato toccato (nonostante tutti gli abusi, era considerato il più fedele in ufficio – e l’unico dei suoi membri, che ha accompagnato Reagan in pensione). Probabilmente per questo è stato fortunato anche Paul Manafort, nei confronti del quale non è stato possibile dimostrare nulla.
- Sulla partecipazione di Manafort alla campagna di George H.W. Bush ci sono poche informazioni. George Bush ha ampiamente approfittato della popolarità del suo predecessore e ha sconfitto il candidato dei democratici Michael Dukakis in 40 stati di 50. Bush era presidente di discreto successo, ma la recessione che ha affrontato alla fine del primo periodo, e la stanchezza generale degli americani dalla “Grand Old Party” come spesso vengono chiamati i repubblicani, per otto anni ha portato alla casa bianca i democratici.
- Nel 1996 Manafort lavorava presso la sede dell’avversario Clinton – il 73enne Bob Dole, che in genere ha ottenuto una buona percentuale alle elezioni, ma la vittoria era di gran lunga irraggiungibile.
Tra l’altro, a partire dagli anni ’80, ma soprattutto trovandosi lontano dalla Casa Bianca, Paul Manafort era tranquillamente impegnato con i clienti come per esempio leader odiosi dei paesi del terzo mondo quali Mobutu, Savimbi, Marcos …
Gli anni del regno di George W. Bush, naturalmente, sono diventati per Paul i tempi d’oro – dopo tutto, oltre al business, la sua influenza nel partito repubblicano era abbastanza evidente. Ma nel 2008 il suo cliente principale John McCain ha perso le elezioni vinte da Barack Obama.
Manafort e Akhmetov
Un gruppo di consulenti politici americani è apparso in Ucraina molto prima della partenza delle elezioni parlamentari nel 2006. Secondo le nostre informazioni, a metà del 2005, mentre era in esilio, Rinat Akhmetov ha tenuto una serie di incontri con alcuni consulenti americani, tra cui Paul Manafort.
Si trattava di fornire consulenze SCM Holdings circa la preparazione per il collocamento di azioni della società in borse occidentali. La versione che originariamente gli americani erano coinvolti a servire SCM è già diventata quasi ufficiale. La segue anche Rinat Akhmetov.
- Nel 2005, SCM aveva il compito di sviluppare una strategia aziendale di comunicazione. A tal fine, la società ha invitato alcuni consulenti, tra i quali era anche il Sig. Manafort. Oltre a lui, il team di consulenti comprendeva anche una ditta molto conosciuta in tutto il mondo Burson-Marstellar e la società europea MMD, – ha raccontato Akhmetov a “Ukrainskaya Pravda”.
Tuttavia, alcune fonti del Partito delle Regioni sostengono che Paul Manafort era venuto a Donetsk agli inizi di dicembre 2004 – tra il secondo e il terzo round delle elezioni presidenziali.
- Il discorso di SCM è venuto molto più tardi, all’inizio del 2005, – racconta uno dei leader della campagna elettorale presidenziale di Viktor Yanukovich, e Paul Manafort era inizialmente invitato alle elezioni, o meglio, al terzo turno delle elezioni presidenziali. Ma fino alle elezioni rimanevano più di due settimane, e Paul ha pubblicamente dichiarato che influenzare il corso della campagna elettorale non è più possibile.
Secondo Akhmetov, Paul Manafort gli fu consigliato in “uno degli studi legali degli Stati Uniti”. Tuttavia, secondo una versione, l’americano era protetto dall’uomo d’affari russo Oleg Deripaska.
Manafort è associato con diverse aziende che forniscono servizi nel settore del lobbying e consulenze politiche. Egli è il co-fondatore di “Davis Manafort & Freeman, Inc.”, “Davis, Manafort & Stone” e “Black, Manafort, Stone, & Kelly”.
Secondo alcune fonti, SCM Holdings ha firmato un contratto con la “Black, Manafort, Stone, & Kelly”, specializzata principalmente nel campo di lobbying economica.
Nel mondo degli affari è anche nota come il consulente esclusivo per la società “Philip Morris”. E con il Partito delle Regioni Manafort ha parlato a nome di un’altra società – “Davis Manafort & Freeman, Inc.”. Tuttavia, fino ad ora non è noto se questa campagna ha firmato un contratto diretto con il partito o lavorava tramite intermediari.
La fama più grande per Manafort e partner è derivata dalla loro partecipazione attiva alle campagne politiche nel Terzo Mondo nella prima metà degli anni 1980. Le Società in cui gli specialisti ora lavorano con Yanukovych, davano consulenza ai governi del Kenya, Somalia, Angola (il movimento di Jonas Savimbi), Nigeria e Congo.
A Manafort, che ha guidato un gruppo di consulenti di Yanukovych e del Partito delle Regioni, attribuiscono lo svolgimento proficuo della campagna del dittatore filippino Ferdinand Marcos nel 1981.
Per svolgere la campagna Marcos, allarmato dal crescente isolamento internazionale delle Filippine, ha abolito la legge marziale e ha dichiarato le elezioni generali, che successivamente nella stampa occidentale erano state definite “una delle più sporche nella storia delle Filippine”. “Si distinguevano per frode totale, l’intimidazione degli elettori, contraffazione nelle liste e conteggio dei voti piuttosto dubbio”, – scrivevano i media.
Manafort e il Partito delle Regioni
La squadra di Paul Manafort è apparsa nel Partito delle Regioni nell’autunno del 2005, su raccomandazione di Rinat Akhmetov. Fino a marzo 2006, si impegnarononella preparazione operativa dei deputati “regionali” e anche di Viktor Yanukovich per le elezioni parlamentari divenute storiche per il partito.
Alla fine della campagna elettorale, gli americani hanno ridotto in modo significativo la loro presenza nella sede del partito.
Riferimento: I rappresentanti delle aziende che servivano durante le elezioni parlamentari il Partito delle Regioni, potevano essere trovati ad un preciso indirizzo. Il loro ufficio si trova al piano terra dell’edificio №4 sulla via Sofiivska, proprio di fronte alla capolinea dei filobus 16 e 18 e ufficio “Golden Telecom”.
Ufficio alla Sofiivska
Le finestre dell’ufficio misterioso sono tutto il giorno chiuse con le persiane bianche abbassate. Sulla facciata dell’ingresso invece di una grande insegna vi è un cartello blu “PAM Ucraina”. Al citofono nessuno risponde. Per entrare nell’ufficio bisogna aspettare finché qualcuno esce e ci apre la porta.
All’ingresso vi incontra un impiegato normale. Per entrare, è sufficiente dire con un tono serio che vi aspetta Philip Griffin. Tuttavia, oltre ad una piccola sala d’attesa non vi faranno passare, ma vi chiedono di presentarvi e dire lo scopo della visita.
Secondo alcune informazioni non ufficiali, alla fine del di febbraio – inizio di marzo 2009, l’amministrazione del Partito delle Regioni in persona di Akhmetov e Kolesnikov, ha firmato un nuovo accordo con il team di Paul Manafort sulla fornitura di servizi per la “costruzione del partito”.
Agli americani hanno dato il compito di effettuare una grande riforma della struttura del partito dei “regionali” e aggiornare l’immagine del partito, sia in Ucraina che all’estero.
Presto, “le qualità di lobbying” e le conoscenze di Manafort sono diventate molto utili per Viktor Yanukovich. L’iniziatore, il padrino della “americanizzazione” di Yanukovich, è stato Viktor Yushchenko, o meglio, la sua fede incrollabile nel suo concetto messianico.
Secondo il politologo ucraino Kostia Bondarenko, in un’intervista che ha dato all’inizio della gara elettorale alla fine dell’ottobre 2009, Yushchenko “crede sinceramente nel suo scopo più alto e che la provvidenza non lo lascerà. Yushchenko ha fatto deboli tentativi di ripetere con il Partito delle Regioni il vecchio “trucco” – concordare uno schema in cui Yushchenko o diventa il primo ministro sotto la presidenza di Yanukovich o viene eletto presidente in parlamento nel caso che il primo ministro è Yanukovich”.
Secondo le parole di Bondarenko, “gli amici americani del presidente ucraino stanno considerando seriamente l’idea che Yanukovich diventa presidente, e Yushchenko il primo ministro dell’Ucraina. Allo stesso tempo, entrambi stanno iniziando l’adozione della nuova Costituzione, l’introduzione di un parlamento bicamerale, e Yushchenko diventerà automaticamente un senatore a vita”.
In altre parole, il gruppo statunitense di Manafort non senza i propri vantaggi ha deciso di fare Yanukovich un presidente fantoccio, proprio come hanno usato Yushchenko nel 2004.
Come gli eventi successivi hanno dimostrato, Yushchenko è riuscito a far girare il suo “trucco” e firmare un accordo corrispondente con Yanukovich.
Ma il problema principale di Yushchenko-Yanukovich era che tutti i loro schemi non erano sostenuti da una risorsa politica e gli amici americani dovevano essere ancora convinti nella vantaggiosità di una tale combinazione. Proprio qui erano utili le “conoscenze” di Manafort.
Manafort e Viktor Yanukovich
Con l’inizio della gara elettorale in Ucraina si svolgono una serie di eventi che indicano un cambiamento nell’atteggiamento degli Stati Uniti verso il leader del Partito delle Regioni Viktor Yanukovich.
Nel dicembre del 2009 il Partito delle Regioni attraverso il gruppo di Paul Manafort organizza la visita a Washington del loro leader. Ma i piani cambiano all’ultimo minuto. A Washington si reca l’emissario di Yanukovich Sergei Levochkin, che detiene le trattative informali nell’apparato del Consiglio di Sicurezza Nazionale e Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Come hanno spiegato le fonti del PR, Yanukovich non è andato in America perché non sono riusciti a organizzargli gli incontri a un livello decente.
Lo scopo della visita di Yanukovych sarebbero dovute diventare le sue garanzie personali che le sue dichiarazioni filo-russe erano solo una retorica elettorale …
Nel mese di novembre e dicembre 2009, una serie di pubblicazioni appaiono nella stampa americana, il cui scopo è quello di convincere il lettore che la vittoria di Yanukovych non è affatto il trionfo della Russia, ma piuttosto il contrario.
Queste pubblicazioni proseguono anche nel gennaio 2010. In particolare, i commentatori della rivista americana Newsweek scrivono che “per molti versi lui (Yanukovich) non è più una persona di Mosca” e “l’Ucraina è in ogni caso cambiata troppo per poter diventare di nuovo un vassallo della Russia”. E la vittoria di Yanukovych non significa affatto la vittoria della Russia. (Ucrainskaya Pravda, 12.01.2010, “Gli americani credono che Yanukovich non è più un uomo di Cremlino”)