I sostenitori di Trump (che sono quasi sempre sostenitori anche di Putin, Assad e Maduro) paragonano l’assalto al Capitol Hill con gli avvenimenti di piazza Maidan del 2013-2014.
Davide Malacaria, giornalista de “Il Giornale”, sul suo blog pubblica un articolo nel quale sin dall’apertura sono evidenti notizie false e manipolazioni.
“Chi semina vento raccoglie tempesta. Così le scene di ieri al Campidoglio degli Stati Uniti ricordano da vicino quanto avvenne a piazza Maidan, quando la folla riempì la piazza principale della capitale ucraina per contestare l’esito delle elezioni, perché viziate da brogli, esattamente quel che è avvenuto ieri al Campidoglio americano.”
Falso. In piazza Maidan la protesta non contestava affatto l’esito delle elezioni presidenziali, avvenute ben quattro anni prima nel 2010. Un accostamento senza senso utilizzato per creare una narrativa fuorviante verso i lettori.
“Anche a Maidan diedero l’assalto al Parlamento,”
Completamente falso, la protesta si sviluppò in piazza Maidan e solo dopo tre mesi e il folle ordine dell’ex Presidente di sparare sulla folla (morirono più di cento persone), marciarono verso il Parlamento. L’ex Presidente Yanukovich nella notte era fuggito in Russia con un elicottero personale e i rivoltosi “non occuparono” il Parlamento ma crearono un cordone di sicurezza tutto intorno. All’interno, il Parlamento eletto nel 2010 votò la decadenza del Presidente Yanukovich ed elesse Presidente pro tempore Turchinov.
“Allora nessuno si accorse delle bandiere neonaziste che garrivano al vento a piazza Maidan”
Falso, non vi erano bandiere ne simboli neonazisti.
“Peraltro in tali occasioni si chiese con forza ai tutori dell’ordine di evitare la mano pesante. Tanto che l’uccisione di alcuni manifestanti destò debito scandalo.”
“Alcuni manifestanti” erano più di 100, uccisi barbaramente dai cecchini di Yanukovic, ma al “giornalista” anche questa cosa è sfuggita.
E’ interessante questo articolo, non per la sua diffusione o impatto sull’audience (a dire il vero molto limitato), ma per la sua costruzione. Vengono prese alcune narrative russe ed attorno si inventa un’altra realtà adattandola agli eventi correnti. In questa maniera tutto può essere adattato, anche la presa del potere di Hitler o la marcia su Roma.
Il Ministero della Verità di George Orwell è qui perfettamente rappresentato nella sua versione moderna definita “buco della memoria” ovvero un meccanismo ideato per alterare o far sparire fotografie, trascrizioni e documenti scomodi o imbarazzanti, provenienti da siti web o altri tipi di archivi, con l’intento di dare l’impressione che qualcosa non sia mai accaduto o sia accaduto in maniera totalmente differente.