Maurizio Blondet non è nuovo a complottismi e teorie un pò balzane (per usare un eufemismo), fa parte della corrente di pensiero di “Giulietto Chiesa”, grande supporter del “macho man” Putin, spesso ha scritto articoli contro l’Ucraina che definire articoli è un vero insulto al giornalismo.
Ma aldilà delle opinioni personali esistono dei fatti oggettivi che danno la dimensione esatta del personaggio di cui stiamo trattando.
Nel suo sproloquio del 21 giugno dal titolo “DALL’UCRAINA A BERLINO, AVANZA LO STATO TOTALITARIO DEL KULANDRO“, a parte la volgarità utilizzata e le varie bugie messe in fila per “costruire” un articolo contro l’Ucraina, c’è la chiara e cosciente volontà di manipolare delle informazioni (in questo caso delle foto) per produrre un falso.
Sullo scritto c’è poco da dire e ci troviamo in imbarazzo ad effettuare il debunking di uno scritto senza capo ne coda, come ad esempio “Riservatamente, fra le condizioni poste al regime di Kiev per “entrare in Europa”, è stato chiesto di far approvare al locale parlamento la legge sul matrimonio dei pervertiti, detto “unioni civili”. Chiaro l’uso delle keywords “regime” e “pervertiti“-
“Questa prima storica sfilata delle kulandre in Ucraina deve essere dunque parte del pacchetto concordato:“. Ricordiamo a Blondet che i froci (usiamo questo termine per cercare di stare al suo livello altrimenti non comprenderebbe) sono tre anni che sfilano a Kyiv, proprio da quando si sono svincolati dal vero regime, quello di Mosca.
“A vedere le quadrate legioni dei finocchi in fazzoletto rosa e le squadre dei sadico-anali in similcuoio e museruola , così palestrati, tutti uguali, provocatori e sicuri di sé” Qui Blondet voleva darsi un tono ed ha usato un termine chic come “finocchi” e basa la sua riflessione su una foto che vedremo in seguito è un falso.
L’articolo continua con la stessa impostazione con invenzioni che non si possono neanche ascoltare nell’ultima Osteria di paese prima dell’orario di chiusura.
A tutto questo si aggiunge un’altra infamia, quella di pubblicare foto taroccate per supportare le sue tesi.
La foto a destra con la didascalia “La prima sfilata a Kiev. Glielo ha chiesto l’Europa” è stata photoshoppata. Lo stesso Blondet l’ha caricata sul sito con il titolo “gay-serbi.jpg” e pertanto non può neanche affermare che non si è accorto del grossolano lavoro di fotoritocco
che può essere confrontata con l’originale
Ma questa immagine era ancora poco scioccante, probabilmente nella mente di Blondet vi era l’obiettivo di portare i suoi pochi lettori a provare disgusto verso l’Ucraina ed allora cosa fa ? Ci piazza un’altra foto fake che non centra nulla con il Kyivpride e la intitola “Kiev. Sfilano i sadico-anali…” Chapeau !!!! Questo Blondet è veramente un signore, probabilmente di sangue blu i cui avi appartenevano all’aristocrazia.
Ma vediamo la foto in questione
Ora spieghiamo perchè questa foto non può provenire dal gay pride di Kiev. Primo perchè sul percorso non c’è un viale alberato simile. Secondo tutte le scritte che vedete non sono in cirillico, terzo la presunta bandiera “ucraina” sulla destra non è una bandiera ucraina, potrebbe essere una bandiera della Romania capovolta.
Dall’ingrandimento si nota chiaramente che vi è una parte di tessuto rosso che non ha nulla a che fare con la bandiera ucraina.
Facendo una ricerca su internet della foto abbiamo visto che è stata utilizzata da quasi tutti i movimenti di estrema destra e omofobici per attaccare i propri avversari, utilizzata in mezzo mondo, dalla Francia alla Grecia, dalla Svezia agli USA e ovviamente in decine di siti russi in questi giorni.
Il caricamento di questa foto su internet più vecchio che abbiamo trovato è di giugno 2016 e probabilmente è stata estratta da qualche filmato su youtube. A tal proposito incrociando le ricerche su youtube abbiamo forse trovato il luogo dove questo video dovrebbe essere stato girato, Berlino. Infatti in questa città si svolge un festival gay dove partecipa Mr. Leather (ritratto nella foto), una specie di parata dedicata agli amanti degli indumenti di pelle e divise sadomaso.
Si notano nel video anche le stesse piante presenti nella foto e la larghezza del viale è compatibile con quella del video.
Infine piazza una foto scattata a Roma che non centra nulla con Kiev. L’unica foto originale è quella del cordone di polizia che ha assicurato il pacifico svolgimento della manifestazione.
Ora che vi siete fatti un idea sull’attendibilità di Blondet, leggerete il suo prossimo articolo ?