La Sindaca Appendino vola a San Pietroburgo e, proprio nel giorno in cui il Team Internazionale JIT presenta le prove che inchiodano la Russia alle responsabilità dell’attentato terroristico del 2014 dove persero la vita 298 civili a bordo del volo MH17, esterna la sua dichiarazione d’amore allo Zar Putin.
Un’uscita inattesa in quanto il suo volto è sempre stato associato a quell’ala meno intransigente del Movimento e comunque persona di cultura ed in grado di sviluppare dei ragionamenti. Nonostante questo ieri si è fatta portavoce della linea putinista del movimento. “Ci impegneremo in Europa perché Mosca torni a essere un interlocutore importante, sia sul piano commerciale sia per la stabilizzazione delle aree di crisi” ed ancora “Condivido la decisione di inserire nel contratto di governo la revoca delle sanzioni alla Russia. In questi anni le sanzioni dell’Unione Europea alla Russia non hanno sortito alcun effetto specifico, al contrario hanno indirettamente danneggiato il Made in Italy e i nostri agricoltori”.
Ha insomma interpretato le veline moscovite già più volte smentite dai dati reali delle istituzioni italiane, ma sappiamo che purtroppo viviamo in tempi in cui i dati ufficiali non hanno alcuna valenza e sono sostituiti spesso con dati taroccati (a volte addirittura inventati) dove la neolingua interpreta alla perfezione i voleri del Ministero della Verità.
Come sempre non sarà possibile avere un confronto pubblico ove poter confutare tali tesi dati alla mano, le nostre pagine saranno assalite dai bastonatori cinque stelle i quali ci insulteranno con gli stessi epiteti anti semiti visti sulle pagine social del giornalista del NYT Horowitz, viviamo questi tempi e sembra che il tunnel in cui ci siamo infilati sia abbastanza lungo e buio.
Già di per se la discussione è irreale, si devono snocciolare dati per comprovare una cosa che neanche dovrebbe essere discussa in un paese i cui padri fondatori hanno messo i diritti civili e umani al primo posto quale faro per poterci orientare verso un progresso che assicuri felicità e buoni standard di vita per tutti.
Mentre la Sindaca Appendino dichiarava il suo amore per Putin, come purtroppo ogni giorno, un’altro giovane ragazzo ucraino di nome Bohfan moriva sotto i colpi dell’esercito russo, reo solo di difendere il suo paese dall’aggressione esterna di chi in questi anni non si è fatto scrupolo di bombardare scuole ed ospedali in Siria per provocare uno dei più grandi esodi di profughi verso l’Europa, quell’esodo che ha poi permesso ai partiti populisti sostenuti dalla Russia di vincere politicamente in mezza Europa e purtroppo anche in Italia.
Cara Sindaca Appendino, per testare le sue convinzioni sulla necessità di rimuovere le sanzioni alla Russia, provi a interloquire con la famiglia di Bohdan Kolomiyets ucciso in una trincea vicino a Zaitseve mentre lei disquisiva di Kiwi a San Pietroburgo, aveva 22 anni, non era un “nazista”, un “orco” ma un ragazzo che difendeva il suo paese. Se riuscirà a convincere che la vita di loro figlio non valeva un kg di Kiwi piemontesi io sono anche pronto a ricredermi.
Lei ha parlato di sanzioni inutili senza forse neanche conoscere la storia di SENTSOV, regista ucraino condannato a 20 anni di reclusione in Siberia per le sue idee anti putiniste in Crimea e divenuto il simbolo dei prigionieri politici in Russia.
Proprio lei che si era presentata come paladina degli ultimi, degli indifesi, delle categorie spesso discriminate ora si schiera dalla parte dei carnefici e giustifica tale schieramento con l’opportunità di tornare a vendere i Kiwi piemontesi in Russia.
L’allarme per la deriva putinista non arriva solo da noi “filo nazisti ucraini” (come amate definirci nelle vostre manipolazioni informative) ma anche da altri settori della società civile italiana che non hanno interessi specifici in Ucraina se non l’interesse di difendere i principi democratici ovunque ve ne sia il bisogno.
Se Davide Mattiello o l’Associazione Aglietta di Torino reagiscono con veemenza a questa sua presa di posizione in politica internazionale forse un motivo ci sarà.
Lei sa benissimo che questo articolo potrebbe diventare un enciclopedia se inserissimo tutte le motivazioni per cui è necessario che un Paese democratico (sperando che lo rimanga ancora a lungo nonostante voi) come l’Italia mantenga le sanzioni alla Russia. Sa anche benissimo che in un confronto pubblico non riuscirebbe a reggere quanto da lei dichiarato a meno di mistificare la realtà con dati taroccati e non verificati.
Voglio chiudere con questa foto, è una delle 6.000 madre, figlia, moglie che attualmente difendono il paese nell’est Ucraina, e sottolineo DIFENDONO perché l’aggressore si chiama Russia. Lei che fa delle condivisibili battaglie sulla parità di genere a partire dal fatto che vuole essere chiamata Sindaca, non si limiti a provvedimenti di facciata e si ricordi che mentre lei a San Pietroburgo cerca di piazzare il kilogrammo di Kiwi piemontesi, qui in Donbas queste donne (che magari non si fanno chiamare “soldatesse”) rischiano la loro vita per degli ideali magari un pelino più grandi dei vostri.
Mauro Voerzio