Il 15 dicembre scorso alla televisione di stato tedesca, canale ZDF, è andata in onda un reportage che ha destato non poco scalpore, tanto che le reazioni, russe e non, ancora non sono sopite.

Il titolo della trasmissione di 45 minuti: “Putin, uomo di potere”.

La solita pappa? Non era detto:  come già lasciava a sperare la partecipazione del giornalista e scrittore Boris Reitschuster, uno dei più validi critici del presidente russo, forse non sarebbe stata la solita melensa presentazione propagandista a favore di Putin.

In realtà si è trattato di un reportage decisamente critico e controcorrente rispetto alle tante biografie prodotte in Russia e divulgate ovunque. In Italia sono ben note le interviste a senso unico dove i giornalisti o moderatori si guardano bene da fare qualche domanda imbarazzante per l´ospite che nel caso concreto non solo non ammette repliche o critiche, ma incute anche terrore ai più.

La Germania in questo non è molto dissimile dall´Italia e dalle sue TV, incluse quelle di stato. Specie nel canale parallelo ADR abbiamo visto ripetutamente trasmissioni dedicate al Presidente della Russia:  spesso interviste addomesticate, oppure talk show faziosi dove intervenivano in genere quasi solo ospiti russi o filorussi.

Decisamente di parte molte discussioni sui fatti d´Ucraina dove forse una volta su dieci compariva qualche rappresentante di parte ucraina; per contro, molti personaggi notoriamente attivi nelle strutture anche statali di Putin e presentate come “giornalisti”, “professori” o scrittori che si sono messi a scrivere ieri l´altro. Tra questi molti brontosauri dell´allora DDR ancora in circolazione, già attivi in Stasi se non peggio.  Gli Italiani sanno i propri vati putiniani;  basta per ora sapere che in Germania ce ne sono pure tanti e per diversi motivi.

Quello che occorre sottolineare in merito a tale trasmissione, oltre al fatto di cui sopra, sono state le reazioni del pubblico, già esplose durante e alcuni minuti dopo la fine del reportage, su Facebook o su Twitter: tanti messaggi entusiasti che lodavano ZDF, felici di un prodotto televisivo finalmente critico nei confronti del tanto cantato uomo forte del momento; in contemporanea la reazione ben più scomposta di una moltitudine di troll scatenati e inferociti, vomitanti improperi all´indirizzo di ZDF e in particolare contro Boris Reitschuster, una volta di più minacciato di morte con la famiglia.

Il tutto faceva capire che il reportage aveva colpito nel segno e il commento più frequente poteva essere solo uno:   la verità offende.

Comunque sia era stato gettato un bel sasso nello stagno e i cerchi d´onda si allargavano impetuosamente, tanto che dopo due settimane ancora le acque non si sono calmate.

Le reazioni dalla Russia e dalla stessa Germania verranno riportate su questo mezzo fra un paio di giorni. Ma per la migliore comprensione della polemica occorre che il lettore italiano conosca il contenuto della trasmissione del canale della ZDF.

Putin, uomo di potere (Machtmensch Putin),

Il video originale è ancora visibile nella mediateca di ZDF al link anche per coloro che, non padroneggiando la lingua tedesca, volessero tuttavia vederla aiutandosi con il riassunto qui offerto.

Si incomincia con giudizi comuni riportati su Putin: forte, carismatico, pragmatico, libero da ideologie…, all´ovest invece egli è spesso squalificato come bugiardo, come dice per esempio il generale Philip Breedlove, comandante delle forze NATO.

Si vedono quindi alcune panoramiche dei bombardamenti russi in Siria e Putin che riferisce in TV e ai propri quadri.

Interviene Boris Reitschuster che delinea la personalità di Putin: uno che vuole essere al livello dell´America e si considera la reincarnazione di Ivan il Terribile oppure di Pietro il Grande. Occorre riconoscere la sua abilità nello sfruttare le debolezze altrui.

1Boris

Ancora Putin: appare nei video come l´apologeta della nuova potenza russa e si pavoneggia davanti ai microfoni vantando la nuova alleanza con la Francia di Hollande in Siria.

La verità sembra essere molto diversa e pare che i Russi bombardino specialmente i nemici della loro creatura Assad, facendo finta di combattere l´IS.

Ancora Boris Reitschuster si stupisce che il Presidente francese Holland a fronte delle 130 vittime del terrorismo di Parigi non esiti ad allearsi con chi è il primo responsabile di oltre 8000 vittime nel Donbas e di almeno 100.000 vittime civili in Siria. Una grande ingenuità, dice Boris, eleggere a capo pompiere chi per anni ha versato benzina sul fuoco del Medio Oriente.

Le guerre attuali del Cremlino – Il “volontario Igor”. 

Ora le riprese mostrano i carri armati russi in Crimea. Putin cambia i confini a suo piacimento con la forza:  ai microfoni nega la presenza dei propri militari, come del resto anche nel Donbas. I politici occidentali si mostrano allarmati ma in definitiva fanno poco o niente, a parte moderate sanzioni.

Si vedono le distruzioni e le armi sofisticate in uso nel confronto militare in Ucraina, impensabili per le limitate forze separatiste locali. Che Putin lo confessi o no, é chiaro a tutti che la Russia è presente in modo massiccio nel confronto armato, sia come uomini che come mezzi. Il generale Breedlove (NATO) spiega che,  ovunque ci sia confronto armato, sono ben presenti i militari agli ordini del Cremlino.

A questo punto ZDF mostra uno di questi volontari, chiamato “Igor”, col viso abbastanza malamente offuscato nelle riprese. Nell´intervista (che avrà nel seguito come vedremo una grande importanza nella polemica con la Russia, n.d.r.) Igor, della exclave di Kaliningrad, si dichiara un patriota russo che si è offerto di combattere a protezione dei Russi di Ucraina. Volontariato ricompensato con 350 euro al mese dalle autorità russe. Ha moglie e un bambino.

2Igor

ZDF mostra la sua azione a un check point nel Donbas, dove è aggregato a forze miste separatiste e regolari russe. Egli poi sostiene nell´intervista che il 60-65 % dei combattenti sono cittadini russi venuti dalla Russia.

Il tutto viene anche corredato da immagini postate dagli stessi combattenti russi nei social network, come Facebook o la sua versione russa V-Kontakt.

(Per motivi di spazio la vasta polemica scaturita dalla testimonianza di detto volontario russo verrà trattata nella prossima puntata).

I militari in campo da parte russa.

La parola passa ora ai servizi di intelligence dell´Ovest, dai quali apprendiamo la composizione di tali forze provenienti dalla Russia, dall´agosto 2014, fino a 42.000 uomini. Vengono citati esplicitamente i nomi precisi di 15 unità dell´Armata Russa che prendono parte ai combattimenti. Lo spiega Igor Sutjagin, un esperto militare londinese.

Visti i numeri,  le prestazioni e gli armamenti, non si può credere a improvvisati combattenti separatisti senza esperienza.  I servizi segreti dell´ovest hanno individuato esattamente gli ufficiali che guidano tali forze separatiste e si tratta sempre di esponenti delle diverse sezioni del GRU (GRU, FSB, SVR…servizi segreti russi) con esperienza di guerra maturata in Cecenia.

Accanto a queste forze umane,  proviene dalla Russia  una impressionante quantità di armi anche pesanti di fabbricazione russa.

Il caso più eclatante che annulla ogni smentita ufficiale di parte russa: il carro armato T-72B3, messo in esercizio in Russia nel 2012 e mai esportato finora.

Si vedono tali panzer in colonna sfilare dietro i soldatini russi sorridenti che si fanno le selfie da pubblicare su YouTube e simili.

3Tank

L´impronta dei servizi segreti russi e la carriera del Presidente.

Riprende la parola Boris Reitschuster che descrive l´andazzo dei roboter di Putin operanti nella odierna Germania e per lo più provenienti dai quadri KGB o Stasi dell´allora DDR. Una cricca che ci riporta indietro di un secolo con concetti tipo violenza, propaganda, culto della personalità di dittatori come Stalin:  un mondo dove conta solo la forza bruta.

Mentre lui parla le immagini ci mostrano folle esaltate e invasate che inneggiano al nuovo Zar in una atmosfera nazionalista e guerresca. La coreografia di corte poi ricorda certe pompose scene degli imperi del passato.

Boris Reitschuster ci spiega ancora quale sia lo stato d´animo dominante nell´uomo Putin: “perennemente umiliato e offeso” da un passato in cui ha dovuto nel suo ruolo presso il KGB inghiottire parecchi rospi legati al disfacimento dell´Impero Sovietico, ma forse anche in seguito a una fanciullezza difficile. Biografie in merito non mancano, addirittura create per ordine dello stesso Putin. Figurarsi come quello si senta oggi come morso dalla tarantola, dice Boris,  quando un Obama afferma che la Russia è solo una potenza regionale.

Nella esposizione si fa ora un passo indietro per spiegare come una persona di secondo piano sia riuscita a scalare il trono.  Stanislav Belkowski, autore del libro “Vladimir, la verità su Putin”, ci spiega il bisogno di fine secolo di avere un uomo affidabile, leale e manovrabile alla guida della Russia. Putin allora diventa capo dei servizi segreti e si sbarazza dell´avvocatura di stato che indagava sui suoi affari malavitosi. Lo fa con metodi non ortodossi: saltano fuori foto del Procuratore in una camera d´albergo con due prostitute. L´interessato nega ma viene licenziato.

Masha Gessen, autrice di “L´uomo senza volto, V. Putin”  ci mostra l´ascesa di Putin come uomo di fiducia di Jeltsin e dell´oligarca Berezowski. La marionetta diventa Primo Ministro nel 1999 e nessuno scommette un rublo su di lui.

Ma  improvvisamente un attentato dinamitardo alle case popolari fa 300 vittime civili.

Che siano stati i chekisti di FSB oppure no, non ha molta importanza, dice l´intervistata: certo è che Putin ne ha beneficiato, mostrandosi platealmente deciso a perseguire i “ terroristi ceceni”.  La sua popolarità sale alle stelle e il popolo russo scioccato dalle bombe si accoda al seguito di chi promette giustizia e vendetta.

Lo stato di polizia e la propaganda.

Chi osa fare insinuazioni, come il canale russo NTB, si ritrova la Polizia di Stato negli uffici.

La situazione sul versante dell´informazione in Russia precipita: i media sono sotto controllo del regime. Una rete mediatica totalmente al servizio della propaganda del Cremlino che distorce i fatti di Ucraina e aggredisce i supposti “nemici” di sempre, in primo luogo gli Stati Uniti e l´Unione Europea.

6Cheka

“La Russia è l´unico paese al mondo finalmente in grado di ridurre in polvere radioattiva l´America”, afferma l´indiscusso capo dell´informazione russa, quel Dmitri Kisselev dichiarato omofobo e amico di Putin.

Ancora testimonianze dall´Ucraina inventate e presentate da attorucoli di secondo piano alle TV russe.

Sergej Karaganow, esperto di scienze politiche,  definisce l´andazzo come la più indecente guerra di (dis)informazione di ogni tempo.

Viene diffuso un film propagandistico sulla Crimea dove si mostra la gente alle prese con la violenza di inesistenti nazionalisti ucraini della Penisola. La colpa è sempre dell´Ovest e  Putin deve intervenire per “difendere il suo popolo” dalle aggressioni della giunta di Kiev appoggiata da America ed Europa.

Anche fuori dalla Russia è stata creata una rete propagandistica senza badare a spese. Il canale Russia Today (RT) trasmette in Europa in diverse lingue e conta su un pubblico di ormai 600 milioni di telespettatori.

Tutti si bevono allegramente la propaganda creata affinchè la gente non apprenda qualcosa che assomigli alla realtà e alla verità. Un miliardo e mezzo di cliccate su YouTube testimoniano che è il canale più seguito al mondo.Putin stesso spiega che è stata una azione per rompere il monopolio dell´informazione occidentale.

Al microfono di ZDF Hans Mathias Kepplinger, esperto di comunicazione, spiega a grandi linee l´impiego scientifico di modalità atte a compiacere il pubblico.

Un esempio: RT (Russia Today) già riferiva che neonazisti ucraini perseguitano gli ebrei e mostrava una intervista col rabbino Michail Kapustin, fuggito dalla Crimea per sottrarsi alle violenze di parte ucraina. Lo stesso rabbino ora ai microfoni di ZDF fa presente che le sue dichiarazioni a RT sono state completamente stravolte: lui infatti aveva dichiarato di essersi sottratto all´occupazione russa. Kapustin sottolinea ancora che in Crimea di nazionalisti ucraini non c´è neanche l´ombra, vista la situazione. La menzogna secondo cui in Ucraina siano in azione neofascisti antisemiti è uno dei cavalli di battaglia del Cremlino e della sua propaganda, come conferma anche Hans Mathias Kepplinger.

Per quanto riguarda la presenza di carri armati russi e personale militare professionista in Crimea, nonostante Putin stesso poi lo confermi espressamente in TV, il canale RT e simili non ne tengono conto e continuano ad affermare che sono illazioni dell´ovest. È il modo con cui costantemente il pubblico viene disorientato e questo è in realtà lo scopo: far confusione e screditare l´informazione in genere a proprio uso e consumo.

ZDF fa presente ai telespettatori che anche gli USA nel 2003 raccontarono balle all´opinione pubblica, menzionando armi di distruzione di massa nei magazzini di Saddam Hussein per giustificare l´ intervento armato in Iraq.in Iraq.

La fabbrica dei troll e gli alleati europei

Viene poi presa in esame l´attività della fabbrica dei cosiddetti troll, guidata da Evgenij Prigoshin, amico intimo di Putin,  e gestita da una forte struttura di San Pietroburgo che conta centinaia di impiegati. Struttura che agisce agli ordini del Cremlino su Facebook, Twitter,  ecc. contro l`Europa e l´Occidente in genere. Un esercito che pesta sulle tastiere di tutto il mondo per disturbare, manipolare e danneggiare ogni informazione o discussione in corso nei media d´Occidente.

Ludmilla Sawtschnik, una giovane ex troll , intervistata, descrive come si svolge il lavoro di informazione  in primo luogo proveniente da veline spedite da RT. Un giornalista fattosi assumere appositamente come troll, Andrej Soschnikow, conferma ai microfoni di ZDF i trucchi della propaganda.

Ci si concentra poi su un alto aspetto fondamentale. Come Putin trovi alleati nel tessuto europeo. Riferisce Mitchell A. Orenstein, esperto di politica.

Trattasi in genere di neofascisti pagati dal regime moscovita, come risulta da prove messe a disposizione dagli hacker (9 milioni di Euro pagati a Front National di Le Pen), affinchè supportino la politica di Putin. A parte le prebende, tali partiti europei sperano di arrivare al potere nelle rispettive capitali con l´appoggio della Russia di Putin.

Tali partiti neofascisti filorussi si trovano un po’ dovunque (appare la carta d´Europa)  ma in particolare in :  Gran Bretagna,  Francia,  Grecia, Austria, Ungheria. ( L´Italia non viene nominata da ZDF, n.d.r.).

Sono ben rappresentati nel Parlamento Europeo, quindi un cavallo di Troia non indifferente che si nutre della nostra democrazia per demolirla.

In una situazione tutto sommato negativa, Mitchell  Ornstein osserva però che USA e UE hanno finalmente focalizzato e riconosciuto  la strategia di Putin finalizzata a distruggere in primis l´Unione Europea al fine di imporre il proprio progetto di una propria Eurasia da Vladivostok a Lisbona. Non è stato difficile da parte loro: bastava sentire i tanti diplomatici russi quando affermano regolarmente in tutta sincerità che vogliono indebolire l´Unione Europea.

Il culto della personalità

Tutti questi progetti politici del Cremlino nascono nella Dacia fuori Mosca di Putin.

ZDF nel reportage mostra (via emittenti russe) Putin al lavoro, in piscina (dove nascono i suoi progetti), al body building con attrezzi (Notabene made in USA), a cavallo ecc, come nei suoi film propagandistici che anche Berlusconi si è premurato di mostrarci su Mediaset. Nessuno Zar e nessun Segretario Generale della CCCR ne aveva bisogno, per essere popolare…

Ben Judah, autore di “Fragile Empire”, ci racconta: il Presidente arriva sempre in ritardo agli appuntamenti e fa regolarmente aspettare per ore intere la Merkel, il Papa, Obama, la regina Elisabetta (una eccezione: solo 30 minuti), ecc. È il suo modo di essere (complessato) e vuole dire: io sono il più grande, dovete aspettarmi perchè avete bisogno di me, io invece non ho bisogno di voi…

Di nuovo Boris Reitschuster commenta come certe immagini dell´uomo a torso nudo, che all´Ovest fanno sorridere o scuotere la testa, siano simboli che destano invece nel pubblico russo ammirazione e fanatico entusiasmo.

In definitiva tutto gira intorno allo smisurato EGO del Presidente, del quale prima di tutto  sempre e tutti devono avere PAURA.

L´ammiraglio sommergibilista, il pilota che canta, fa cabaret, suona il piano, schianta cuori femminili (si dice di Netrebko o di Kabaljeva) e la lista è ancora lunga.

Il presidente della Federazione Russa vive in presenza di profonde contraddizioni. Vuole vivere nel lusso come  Roman Abramowitch e regnare come Stalin; vuole unire in sé la figura dello Zar e del Segretario Generale del PCUS.

Tuttavia ha molti nemici anche tra le proprie file, specie tra quelle dei servizi segreti da cui lui stesso proviene. Scotland Yard riferisce di almeno 5 attentati ai quali Putin sarebbe scampato per un pelo:  a San Pietroburgo, a Mosca, a Baku, a Teheran e a Londra.

Vive in realtà nel terrore e rinserrato come un lupo solitario. Così parla di lui Erich Schmidt-Eenboom, esperto britannico di servizi segreti.

Quindici anni di guerre (Cecenia , Georgia, Ucraina, Siria…), e soppressioni di avversari politici, ovviamente mai dimostrate e tanto meno punite.

Una macchina implacabile si incarica di eliminare gli avversari che diventano troppo pericolosi per lui:  ad esempio Anna Politkowskaya, l´agente Letwinenko, Boris Nemtsow, ma la lista è ancora lunga.  Anche Khodorkowski va ricordato per i suoi dieci anni di galera e non basta ancora, a quanto pare ultimamente.

Il gas e il ricatto energetico

Buona parte del potere di Putin poggia sulle materie prime esportate.  Specialmente il gas dalla Siberia, il quale viene anche usato come arma, come spiega Mitchell A. Orenstein (ma prima di lui Putin stesso). Amici come Lukashenko, il leader bielorusso, ricevono prezzi agevolati.

L´Europa importa circa un terzo del suo fabbisogno di gas dalla Russia. Nei vari paesi UE talvolta più, talvolta meno di tale media.

Anche l´Ucraina conta tra i clienti di Gasprom. Già due volte i rubinetti del gas sono stati chiusi per l´Ucraina, per volontà del Cremlino, nel 2006 e nel 2009. Anche Wolfram Schrettl, economista, spiega in intervista il perverso meccanismo del ricatto energetico alla luce degli esempi.

Nel 2010 hanno fatto un contratto per lo stazionamento della flotta russa in Crimea a fronte di un favorevole prezzo per il gas russo a favore dell´Ucraina. Nel 2014 la Russia col pretesto del cambio di governo a Kiev annette la Crimea e il contratto non vale più niente. Si fa strada ormai l´opinione che ogni contratto con la Russia non vale nemmeno il prezzo della carta sul quale è stato scritto.

Si vede nel video il consigliere di Putin, Sergej Karaganow, il quale spiega che sono fatti squisitamente economici. Chi non paga in anticipo non riceve più gas, semplice.

(Non dice però perchè l´Ucraina non paga, eppure Kiev l´ha dichiarato, che non ne ha bisogno, n.d.r.).

 

Claudia Kemfert, economista, ci spiega poi il dilemma degli interessi contrapposti.

 

Venendo alla nostra UE, questa ha nei magazzini gas per sei mesi. Una certa dipendenza dalla Russia sussiste. Sei mesi senza gas riporterebbero l´Europa all´ era glaciale. Il prezzo del gas andrebbe alle stelle.

D´altronde in Russia l´80% delle entrate dello stato dipendono dall´export di energia. Col prezzo attuale del Brent che va a picco la Russia ha già perduto da 100 a 200 miliardi di dollari. Eppure Putin non agisce razionalmente e continua ad aizzare l´opinione pubblica russa alla guerra contro l´Occidente e contro l´Ucraina.

Wolfram Schrettl è del parere che la Russia sia molto, molto più esposta e dipendente dall´Europa che viceversa.

Strategia o tattica? Il gruppo di potere

Però Putin non agisce razionalmente ma d´istinto e qui sta il problema. Fa leva sul nazionalismo e tutto il popolo lo segue, come dice Jakob Hedenskog, esperto di scienze politiche: la Russia di Putin è pronta a pagare un prezzo economico per raggiungere i suoi scopi politici e geostrategici.

Lew Gudkow, che dirige l´istituto di ricerca d´opinione Lewada, conferma che quelli si sentono in guerra e per loro ogni mezzo contro l´Occidente è valido. Anche con il ricatto energetico.

Ha quindi Putin un grande piano in mente?

Come ci spiega l´esperto Stanislav Belkowski,  Putin non è uno stratega ma solo un tattico. Lui non sa cosa farà tra tre settimane, si muove istintivamente a seconda delle mosse degli avversari e dice bugie a iosa per mimetizzarsi.

Riferisce ancora l´esperto di Putin Ben Judach:  la intelligence all´Ovest sa con precisione chi mena le cose in Russia: si tratta di un ristretto club di San Pietroburgo, tutti ex KGB colleghi di Putin, in tutto 10 persone. Questi sono diventati nel frattempo ricchissimi e non per caso. Si ritiene che nemmeno questi sappiano veramente cosa abbia in mente Putin. Pare che il progetto di annessione della Crimea sia stata una sua decisione resa nota all´ultimo momento.

Alexander Dugin, il nazionalista fidato di Putin, dice che la Crimea è russa e basta. Solo una guerra nucleare potrebbe cambiare la situazione. ZDF commenta:  “avanti tutta nel passato”.

13Dugin

Conclusione

Riassumendo la Russia di Putin si sente minacciata e ritiene legittimo aggredire per difendere i propri interessi. Il fatto che i media siano totalmente controllati da Putin fa sì che la gente lo segua in toto.

Parla quindi la figlia dell´allora Segretario Sovietico Chuschtschow: la Russia non può fare parte di un sistema internazionale assieme agli altri popoli, perchè allora dovrebbe anche dare ascolto agli altri. Ma la Russia vuole essere una grandezza imperiale e dettare agli altri il suo volere. Forse non tanto alla Germania (nota bene, qui riemerge il ricorrente deal tipo Hitler Stalin ai danni altrui n.d.r.)  ma l´Ucraina e altri devono adeguarsi o essere nemici della Russia.

Masha Gessen, autore di un libro su Putin, dice: noi abbiamo un presidente che ha un unico scopo: restare al potere.

Alexander Dugin dice: Putin che ha unito la Crimea alla Russia è quello che ha punito l´America per la sua intrusione in Siria. Ma Putin è anche un realista e un generoso, che sa fare sconti sull´energia per avere la pace.

Comunque sia è innegabile che la Russia sia tornata in primo piano sulla scena internazionale (foto con Obama). Occorre per forza fare i conti con Putin.

Il nuovo Napoleone non ha certo voglia di finire come il precedente.

Ancora Ben Judah: lui certamente ha paura di finire male, spodestato o ucciso, forse recluso in Siberia, secondo schemi già sperimentati. Quindi continua imperterrito il suo gioco.

Si presenta la domanda se Putin possa ritirarsi in pensione.

Boris Reitschuster sottolinea  che Putin non potrà mai ritirarsi, per il semplice fatto che nessuno gli darà mai la sicurezza di non finir male. Per questo l´opinione diffusa è che non lascerà il Cremlino da vivo.

E con questo finisce la trasmissione e cominciano le polemiche del dopo… come vedremo assieme.

 

Di Ervino Schreiber