La decisione della giunta comunale di Verona di revocare la cittadinanza onoraria al Presidente ucraino Poroshenko è un atto puramente politico che risponde a precise direttive impartite da Mosca come anche dichiarato dall’Ambasciatore ucraino in Italia «un atto provocatorio preparato ad arte dal regime del Cremlino ed eseguito da forze politiche locali che si prestano ad uno sporco gioco politico». Yevhen Perelygin, Ambasciatore di Ucraina in Italia, aggiunge «Se alcuni politici vogliono essere i burattini di Putin, allora io non posso ostacolare di esserlo» «La decisione della maggioranza del Consiglio comunale di Verona – aggiunge – è un atto solo provocatorio, lontano dagli interessi dei cittadini veronesi e dai principi europei». «Non è la prima volta negli ultimi anni, non appena l’Ucraina intraprende i passi importanti sulla via di riforme e sulla strada dell’integrazione europea che riceviamo in risposta un bouquet di provocazioni preparate ad arte dal regime del Cremlino, ed eseguito da alcune forze politiche locali, strumento dello sporco gioco politico».
La vicenda è nota, la cittadinanza era stata data al Presidente ucraino a seguito del ritrovamento dei preziosi quadri trafugati a Verona e ritrovati ad Odessa. A seguito di questo ritrovamento i quadri tornarono dopo le opportune pratiche burocratiche, sette mesi dopo nella città veneta. Tale spazio di tempo non è stato ritenuto da parte della giunta scaligera meritorio che avrebbe voluto avere i quadri dopo pochi giorni.
In realtà noi di stopfake ne parlammo già a dicembre 2017 quando Valdegaberi, esponente locale della Lega di Matteo Salvini, si era prodigato per la revoca della cittadinanza. Valdegamberi è personaggio di spicco della Lega e mantiene costanti rapporti con ambigui personaggi legati a Putin. Ha più volte promosso azioni illegali nei confronti dell’Ucraina ed è conosciuto in Italia per essere un convinto sostenitore del fatto che i femminicidi in realtà non siano un problema.
Valdegamberi è stato in passato sostenuto anche da Sputnik Italia, l’outlet della propaganda russa in italia. Vadegamberi aveva dichiarato “Trovo assurdo che noi dobbiamo pagare i danni derivanti dall’embargo e dalle sanzioni applicate dall’Unione Europea a vantaggio di quel governo (ucraino n.d.r.) visto e considerato che questo non solo nega le più elementari libertà costituzionali, ma si permette anche di offendere” ed ancora “ L’ambasciatore ucraino deve provare altrettanto sgomento per il fatto che siamo in Italia e qui c’è ancora libertà di pensiero e di opinione a differenza del suo paese. “. Nella stessa intervista Valdegamberi aveva accusato il Governo Ucraino di averlo inserito in una lista della morte.
Il voto in giunta è stato quasi unanime ed ha visto sia partiti di destra che di sinistra uniti contro l’Ucraina. Si tratta di un ennesimo brutto segnale contro l’operosa comunità ucraina in Italia che conta quasi 300.000 persone, un sottofondo di odio di odio razziale che nelle ultime settimane sta montando sempre più e non coinvolge solo formazioni di destra ma anche della cosiddetta sinistra (vedi i fatti di Pavia).
Poco può fare l’Ucraina per contrastare questa deriva in Italia, ma perlomeno facendo conoscere in patria il livello di gradimento che hanno gli ucraini in questa città (considerati praticamente come le SS), si potrà loro consigliare di non visitare più Verona, città che era presente in quasi tutti i tour italiani venduti in Ucraina. Ci sono infatti città molto più belle, sicure ed accoglienti che saranno ben contente di ospitare i tanti turisti ucraini che ogni anno visitano il belpaese.
Mauro Voerzio