La vicenda di “Beatrice di Maio” ci pone nuovi e seri interrogativi su come la propaganda si struttura e lavora. Settimana scorsa su un articolo de La Stampa di Torino, Jacopo Jacoboni scriveva “Beatrice Di Maio è una star del web pro M5S. Si muove nel territorio della propaganda pesante, che in tanti Paesi – per esempio la Russia di Putin, assai connessa al web italiano filo M5S – dilaga. Nella sua attività, Beatrice si è lasciata sfuggire alcuni tweet che delineano ipotesi di reati come calunnia e diffamazione; o vilipendio alla presidenza della Repubblica. È stata denunciata alla Procura di Firenze dal sottosegretario a Palazzo Chigi Luca Lotti, come provano alcuni documenti. Ma chi è esattamente Beatrice Di Maio, e ha qualcosa a che fare con la Casaleggio o la comunicazione ufficiale M5S? Si tratta di un account twitter pro M5S dedicato a una demonizzazione anti-Pd, senza disdegnare puntate contro il Quirinale. Beatrice ha 13.994 follower, è un top mediator, dentro un social network relativamente piccolo. Tweet e post di account analoghi diventano virali in Facebook attraverso un sistema di connessioni, nel caso di Beatrice dall’andamento artificiale dentro cui è inserita, alimentando un florido business pubblicitario, legato al flusso di traffico. “
Poi successivamente l’account twitter e’ stato prima sospeso e poi cancellato ed infine si e’ scoperto che dietro quell’account vi era Tommasa Giovannoni Ottaviani moglie di Renato Brunetta, portavoce di Forza Italia.
La moglie di Brunetta ha dichiarato «Ho le mie idee. Non sono una militante del Movimento 5 stelle, non conosco nessuno personalmente. Ho fatto amicizia virtuale con tanti, e altre persone che avevano idee simili. Quello che pensavo ho scritto, sempre con ironia. Molte volte si trattava di battute, di satira, con la libertà tipica della rete. Non ho giocato, ero io con il mio animo, le mie passioni politiche, il mio impegno civile e i miei rapporti di affettività. Io sono Bea e porto nel cuore questa esperienza…».
A seguito di questo scoop di Bechis molti giornali italiani hanno scritto articoli per “demolire” il lavoro investigativo di Jacoboni dimostrando pero’ una assoluta impreparazione nell’affrontare l’argomento propaganda, semplicemente hanno bevuto la storiella raccontata dalla signora Brunetta non trovandoci nulla di strano.
Chi invece si occupa di bufale e propaganda non si puo’ non fare la domanda “Perche’ la signora Brunetta invece che godersi i soldi del marito dedica parecchie ore al giorno per alimentare un account con ben 14.000 follower che effettua propaganda per il M5S ?”
E’ come se un giorno aveste scoperto che donna Assunta Almirante segretamente di notte andava ad attaccare manifesti per il PCI.
Un’ottima analisi invece ci viene offerta da David Puente, uno dei piu’ accreditati conoscitori italiani di bufale online e di propaganda tramite i social network. Nel suo articolo a commento dei fatti riporta ““Beatrice” era una influencer sotto falso nome e identità, sappiamo benissimo quanto queste persone siano capaci di spostare a loro volta l’attenzione e le opinioni a favore o contro qualcuno, ma pensate in un futuro altre “Beatrice” gestite da persone con ben altri scopi e che potrebbero rivoltarsi contro lo stesso Movimento (creata dalla Rete, potrebbe sgretolarsi grazie alla Rete). Compreso il problema? Non sottovalutatelo, perché esistono già persone che lo stanno sfruttando.”
Grillo ha subito dichiarato “Beatrice Di Maio, che secondo la teoria complottista de La Stampa – ripresa da tutti i tg, anche RAI, e i giornali e sposata dal pd – è l’account chiave della cyber propaganda pro M5S, non è nè un ghost, né un fake, né un troll, né un algoritmo, né antani con lo scappellamento a destra” “Tutti a parlare di fake news e di come la gente sui social sia stupida e creda a tutto. Ma vi siete visti? Vi siete bevuti la fake news della Stampa come i bambini che credono alla storia di Babbo Natale. Ci aspettiamo le scuse di tutti. Tutti. Questa campagna diffamatoria contro il MoVimento 5 Stelle deve finire una volta per tutte”
Daniele Vecchi sul Fatto Quotidiano dice “Insomma una notizia vera (la denuncia di Lotti) usata per costruire una notizia falsa (indagine su M5S). Notizia falsa poi cavalcata dal Partito Democratico per presentare delle interrogazioni parlamentari contro “la macchina del fango M5S”
Quasi tutti i giornali hanno commentato la notizia e quelli vicini al centro destra o di area grillina hanno fortemente criticato l’indagine giornalistica di Jacopo Jacoboni de La Stampa di Torino, lasciando da parte il corporativismo per scagliarsi contro il complottismo Renziano.
A tutti però è sfuggita una cosa e avendo rispetto per chi lavora nelle redazioni dei nostri quotidiani possiamo pensare solo che è una mancanza voluta. Cioè sembra che sia normale che la moglie del numero due di Forza Italia abbia creato un account Twitter e lo abbia fatto crescere sino ad avere 14.000 follower e che la stessa pubblicasse post si contro Renzi ma a favore del Movimento 5 stelle, tanto da usare uno psudonimo che ricordasse il numero due di M5S….
Sia Brunetta che sua moglie si sono giustificati che in fondo era uno scherzo al limite della satira, nonostante lo scherzo conteneva elementi da codice penale (ed infatti erano partite delle denunce nei confronti di Beatrice Di Maio. Praticamente per dirla con le parole di Ezio Greggio “so ragazzi…”
In realtà questo potrebbe rappresentare una evoluzione delle strategie di propaganda. Noi sappiamo che la propaganda oggi ha il compito di destabilizzare più che quello di supportare un sistema, che come ci ha spiegato Gerasimov nel 2013 è una vera e propria arma paragonabile all’aviazione o alla marina in ambito militare. L’azione della famiglia Brunetta ci dice una cosa, o che esiste una alleanza Grillo – Forza Italia – Lega per abbattere il Governo Renzi (e sembra veramente fantapolitica) o che sia stata utilizzata una tecnica di infiltrazione per futuri scopi. In passato abbiamo avuto esempi di questo tipo in ambito militare quando ad esempio nei Carpazi i militari russi dell’NKVD indossavano divise dell’UPA e incendiavano i villaggi. Infiltrarsi, carpire la fiducia dei follower del “partito nemico” e poi al momento giusto creare destabilizzazione all’interno di quel movimento. Non ci sono altre spiegazioni per le azioni della signora Brunetta in arte Beatrice Di Maio a meno che non siamo talmente grulli da pensare che questa attività portata avanti da tanto tempo e con tanto impegno era solo il frutto di solitudine sofferta dalla signora per la mancanza del marito a casa.
Provate a pensare i danni che potrebbero fare i cosiddetti “influencer” durante una campagna elettorale.
Tutti voi che leggete di sicuro siete soliti seguire qualche opinionisti in cui vi riconoscete in quello che scrive, provate a pensare i danni che potrebbe fare durante una campagna elettorale. Facciamo un esempio per quanto concerne la questione ucraina. Voi seguite degli opinionisti/scrittori/giornalisti che in questi anni hanno sempre scritto cose che in gran parte condividete perchè sono sempre stati obiettivi o perchè meglio rappresentano i vostri pensieri. Se di colpo questi influencer attaccassero un personaggio politico (ad esempio sotto campagna elettorale presidenziale) non creerebbero destabilizzazione ??
Sino adesso siamo stati abituati a conoscere chi fa propaganda da una parte o dall’altra, ma non siamo attrezzati ancora a prendere in considerazione che chi oggi è un patriota potrebbe invece rivelarsi domani un agente del nemico, infiltratosi come cellula dormiente da attivare al momento giusto.
L’unica vera difesa al momento è sempre di dubitare di tutti quei profili ambigui o quei siti di cui non si capisce quale sia il loro livello di serietà e di come sia composta la redazione. Purtroppo prendiamo atto che gran parte dell’intellighenzia italiana non sia riuscita a focalizzare questo particolare, tranne sino ad oggi il bravo David Puente che guarda a caso è un esperto di bufale e fake su internet.