Ha avuto grande rilievo in Italia la notizia che Al Bano non è persona gradita in Ucraina. Il cantante italiano è stato inserito nella lista delle persone indesiderate a seguito delle sue dichiarazioni d’amore verso il presidente russo, leader del paese che ha provocato negli ultimi anni in Ucraina 13.000 morti, centinaia di migliaia di feriti ed un milione e mezzo di sfollati interni. L’ammirazione per i dittatori e uomini forti non è certo una novità e certamente non è un’esclusiva di Al Bano. Oggi c’è ancora chi ammira Mussolini, Hitler, Stalin, Pol Pot, Mao, Maduro etc. In democrazia ognuno è libero di esprimere il proprio pensiero, come nel diritto internazionale ogni stato è libero di vietare l’ingresso a quelle persone che propagandano ideologie che minano la stabilità politica interna.
Al Bano ha dichiarato di non essere amico di Putin ma in tutte le sue interviste non ha mai nascosto l’ammirazione al leader russo definendolo un “Uomo di pace” che ha reagito ad una aggressione. Al Bano dichiarò anche “Fu Krusciov a dare la Crimea a Kiev – spiega il cantante . Ora è arrivato il momento in cui le cose si rimettano a posto. Ci sono state delle elezioni: il popolo ha votato per tornare con la Russia. Non ci vedo nulla di male”. Dimostrando la sua ignoranza storica e l’adesione totale alla disinformazione russa.
Ancora nella giornata di oggi Al Bano ha confermato la magnificenza di Vladimir Putin e giocato sulla parola terrorista. Ha anche dichiarato di non esserne amico. I giornalisti parlano di censura mentre Al Bano parla del Ministero della Cultura. Entrambi sembrano non comprendere la situazione di guerra esistente in Ucraina. Nessuno che abbia chiesto ad Al Bano se sia giusto che la Russia detenga Oleg Sentsov, i marinai dello stretto di Kerch, o che faccia arrestare coloro che sostengono idee diverse da quelle del Cremlino. Nessuno che abbia chiesto ad Al Bano come mai un cantante pro ucraino non si può esibire in Russia. Ma qui entriamo nell’ambito del giornalismo italiano e le risposte sarebbero ovvie.
Se da una parte è vero che l’arte non dovrebbe essere soggetta alla politica è vero anche che quando un’artista esce dal suo campo (in questo caso cantare) ed entra nella politica, facendo dichiarazioni che nulla hanno a che vedere con la propria professione, non può poi stupirsi se qualcuno se ne risente. Se Al Bano avesse continuato a cantare in Russia senza fare apologia di un dittatore e senza dichiarare il proprio favore all’annessione militare della Crimea, sicuramente avrebbe potuto continuare a cantare anche nei teatri ucraini.
Al Bano comunque ha da essere sollevato, perlomeno in Italia può stare tranquillo a differenza di chi vi scrive che è considerato un “terrorista” nella propria patria. Forse Al Bano non sa che il sottoscritto è stato inserito in una lista di “attenzionati” da alcuni anni e viene sottoposto a controlli di polizia ogni volta che rientra dall’Ucraina, colpevole unicamente dell’attività di giornalista svolta in Ucraina. E’ ovvio che nessuno parlerà mai del mio caso (e sinceramente non mi interessa), ma per chi legge è utile a comprendere meglio di come l’informazione può manipolare le percezioni.
Per il mio caso di cosa si dovrebbe parlare? Intimidazione? Censura? Sicurezza nazionale? Le uniche informazioni di cui sono in possesso è che sono stato inserito più di due anni fa in una lista con sette livelli di pericolosità e il mio nome compare all’ultimo livello, quello dei sospetti terroristi. Ogni volta che in un aeroporto italiano poso il mio passaporto sul lettore, arrivano un paio di agenti che mi chiedono gentilmente di seguirli presso gli uffici di Polaria ed inizia la solita procedura. Il mio avvocato mi ha riferito che non possiamo fare niente in quanto quella lista non è gestita per via giurisdizionale ma si tratta di sicurezza nazionale e quindi non è possibile fare alcuna opposizione/istanza. Tutto ciò succede nello stato della mia cittadinanza, non in uno stato estero.
Fatta questa precisazione sarebbe invece utile parlare di queste ultime settimane di campagna elettorale per le presidenziali in Ucraina. Avevamo segnalato da queste pagine che ci sarebbe stata un’offensiva politico/mediatica da parte del Cremlino per entrare a gamba tesa sul voto di fine marzo. Quanto accaduto sabato 9 marzo, con le manifestazioni di gruppi di neonazisti in Ucraina è un grave colpo all’immagine del paese stesso. Si tratta di azioni che tendono a rafforzare la disinformazione russa che accomuna gli ucraini ai nazisti. Il danno non è politico ma di immagine. Chi mastica di ucraina sa che movimenti tipo “Natsionalni Druzhyny” hanno un appeal pari allo zero virgola, ma nel contempo possono fare danni di immagine incalcolabili.
Pochi si domanderanno come mai dei neonazisti si scontrano con la polizia sotto il palazzo presidenziale di Poroshenko che è indicato dalla disinformazione come il presidente neonazista a capo della Junta. Il dramma moderno è proprio questo, le persone non si soffermano più a ragionare, non riescono più a filtrare la massa di informazioni che ricevono e l’ultima sostituisce tutte le precedenti, tecnica per cui magari domani Poroshenko potrebbe essere percepito come “comunista”.
Ma chi sono questi di Natsionalni Druzhyny?
Questa è la domanda fondamentale e alla quale nessuno riesce a dare una risposta precisa.
Riportiamo qui alcuni estratti di un articolo di UCMC di un anno fa nel quale si sollevavano dubbi e perplessità.
“Il 28 gennaio a Kyiv ha avuto luogo una marcia spettacolare: hanno sfilato giovani uomini vestiti in mimetica alcuni dei quali indossavano i passamontagna. Finita la marcia, hanno giurato quasi 600 membri dell’organizzazione non-governativa “Natsionalni Druzhyny” (le unità nazionali delle milizie).
Chi sono? Cosa significa l’apparizione delle unità nelle città ucraine? Che si tratti della conquista del potere da parte di gruppi di destra o dell’uso illegitimo di essi da parte del Ministero dell’Interno? L’UCMC ha seguito la copertura degli evenimenti nei media così come la reazione da parte dei cittadini ucraini. Vi proponiamo le domande principali che rigurdano le Natsionalni Druzhyny, a cui suggeriamo delle risposte.
Come le Natsionalni Druzhyny sono legate al regimento Azov? Le Natsionalni Druzhyny è un progetto legato al reggimento Azov della Guardia nazionale ucraina e ai suoi veterani. Il reggimento Azov è stato fondato basandosi sul battaglione Azov, che ha partecipato nei combattimenti nell’Ucraina dell’est a partire dal 2014. Nel 2017 gli ex-combattenti del reggimento hanno fondato un partito politico “Il Corpo Nazionale” (Natsionalny Corpus) con a capo il parlamentare Andriy Biletsky. Inoltre, hanno istituito qualche organizzazione civile, fra cui “Il Corpo Civile” (Tsyvilny Corpus) e “La Protezione e Ricostruzione dello Stato” (Zakhyst i reconstruktsia krainy, abbreviata ZiRKa). I fondatori dell’Associazione “Natsionalni Druzhyny” registrata a Kyiv sono tre veterani del reggimento Azov: Ihor Kashka, Artem Klimin e Maksym Klymka. Alla guida dell’Associazione c’è Ihor Bober, mentre Ihor Mykhailenko è un comandante delle Natsionalni Druzhyny.
Quanto l’organizzazione va verso posizioni di estrema destra? Nell’arco dei quattro anni della loro esistenza i combattenti del reggimento Azov ed in seguito, i membri del “Corpo Nazionale”, sono stati costantemente accusati di essere legati all’ideologia neonazista e di utilizzare simboli runici adottati anche dai nazisti. Il reggimento Azov è stato fondato dai membri dell’organizzazione di destra “Il Patriota dell’Ucraina” (Patriot Ucrainy) e dagli ultrà. Secondo Ihor Mykhailenko, comandante delle Natsionalni Druzhyny, i membri dell’organizzazione attingono all’ideologia del “nazionalismo moderno” che è anche la base ideologica del partito “Il Corpo Nazionale”.
De iure: un’associazione o un gruppo a salvaguardare l’ordine pubblico? Come ha spiegato Ihor Bober, capo dell’Associazione “Natsionalni Druzhyny”, a Kyiv le unità hanno lo status appunto di un’associazione, nelle altre città, ad esempio a Lutsk e Cherkasy, di un gruppo mirante a salvaguardare l’ordine pubblico. “Stiamo lavorando per ri-registrare i documenti a Kyiv,” ha spiegato Bober.
Pattuglieranno le strade? Il capo del Dipartimento per l’interazione con le forze dell’ordine per la sicurezza municipale presso l’Amministrazione municipale della città di Kyiv, Oleh Kuiavsky, ha dichiarato che le autorità comunali non avevano ancora ricevuto i documenti in materia dalle Natsionalni Druzhyny. Il capo del dipartimento della polizia di pattuglia di Kyiv Yuriy Zozulia ha detto che i poliziotti della capitale non pattugliano le strade assieme ad alcun gruppo civile. “La mia posizione è: vuoi salvaguardare l’ordine – vai a fare il poliziotto,” ha detto Zozulia. “Li abbiamo incontrati e abbiamo capito che il loro interesse sta nel diffondere delle informazioni su di loro e non nel pattugliare le strade assieme ai poliziotti,” ha aggiunto il Capo della polizia di pattuglia di Kyiv.
Chi finanzia le Natsionalni Druzhyny? Hromadske Radio ha calcolato che comprare solo le giacche militari per 1.000 persone avrebbe costato più di 1,7 millioni di hryvnia (circa 51 mila euro). I rappresentanti delle Natsionalni Druzhyny hanno rilasciato diversi commenti su questo tema ai media ucraini, i loro punti di vista non sempre coincidono. Uno dei fondatori delle Natsionalni Druzhyny, Yuriy Kaplia, ha dichiarato che i membri dell’organizzazione riacquistano le giacche che vengono fatte loro su misura e ordinate dall’organizzazione. Secondo lui, una giacca di questo tipo costa 600 hryvnia (18 euro). Le unità hanno ordinato circa un migliaio di giacche, che costano 600 mila hryvnia (18 mila euro) in totale. Il comandante delle Natsionalni Druzhyny, Ihor Mykhailenko, rassicura che l’organizzazione funziona grazie alle donazioni dei suoi membri. “Non vi è una somma prefissa. Ognuno dona quanto considera opportuno,” ha detto Mykhailenko. Roman Chernyshov, portavoce del partito politico “Il Corpo Nazionale” in un commento alla Hromadske Radio ha detto che le unità sono finanziate dagli imprenditori ucraini, senza tuttavia precisare di quali aziende o di quali imprenditori si tratti. Allo stesso tempo, i leader delle Natsionalni Druzhyny lo negano. “Non credo che lui abbia potuto affermare che le Natsionalni Druzhyny siano finanziate dai rappresentanti del mondo degli affari. Non è vero,” ha detto il comandante delle unità Ihor Mykhailenko.
Che le Natsionalni Druzhyny siano “l’esercito privato” del Ministro dell’Interno Arsen Avakov? Alcune opinioni suggerivano che le unità nazionali delle milizie fossero “l’esercito privato” del Ministro Avakov. Il Ministro stesso, così come i rappresentanti delle Natsionalni Druzhyny, lo nega. “Il monopolio per applicare la forza è in capo alle forze dell’ordine statali: la Guardia nazionale, la Polizia nazionale e le Forze armate ucraine. Altri gruppi paramilitari che tentano di stabilirsi sulle strade delle città non sono legittimi,” ha dichiarato il Ministro dell’Interno Arsen Avakov. “Come Ministro non tollererò che ci siano delle strutture parallele che tentano di comportarsi sulle strade come dei gruppi militari alternativi,” ha aggiunto Avakov. “Né Avakov, né Poroshenko, né qualsiasi altra agenzia statale costituiscono per noi una figura statale autoritativa, neanche minimamente. Sono le autorità che hanno perso un’opportunità così importante,” ha detto Ihor Mykhailenko, comandante delle Natsionalni Druzhyny.
Quanto in linea con la legge vigente è l’istituzione delle Natsionalni Druzhyny? I leader delle Natsionalni Druzhyny hanno fatto riferimento parecchie volte alla legge “Sulla partecipazione dei cittadini nella salvaguardia dell’ordine pubblico e della frontiera statale” che prevede la possibilità di coinvolgere i rappresentanti dei gruppi civili nel pattugliare le strade, ma esclusivamente assieme alla polizia nazionale. Inoltre, la legge prevede che i membri di tali gruppi civili possano essere solamente persone maggiorenni. Rispondendo alla domanda nel corso di una conferenza stampa, i rappresentanti delle Natsionalni Druzhyny hanno confermato che tra le loro fila ci sono anche dei minorenni. “Sono ragazzi 17enni che hanno già finito la scuola, non vedo niente di male in questo,” ha affermato Ihor Mykhailenko, comandante delle Natsionalni Druzhyny. In aggiunta, la legge in questione proibisce ai membri dei gruppi civili di usare armi fredde o armi da fuoco. Comunque, tra le domande che presenta il modulo da compilare per essere considerato e assunto nelle Natsionalni Druzhyny, ve n’è anche una circa il possesso, da parte del candidato, delle armi registrate.
Una mossa promozionale per un partito politico? Il portavoce del Ministero dell’Interno, Artem Shevchenko, considera l’apparizione delle Natsionalni Druzhyny “una mossa promozionale proficua, una messa in scena e niente che può andare oltre”. Ha aggiunto che “qualunque associazione civile registrata presso il Ministero della giustizia al livello locale come una formazione per la salvaguardia dell’ordine pubblico e della frontiera statale può farlo”. Comunque sta ai giornalisti a scoprire chi siano in realtà le Natsionalni Druzhyny, ha aggiunto il portavoce del Ministero dell’Interno.
Vox populi: la reazione della società ucraina. La reazione popolare più diffusa è stata preoccupazione e sfiducia. “La preoccupazione più grande circa le attività delle Natsionalni Druzhyny sta nell’ideologia della forza politica a cui l’associazione è legata. Ha un carattere totalitario e antidemocratico,” ha espresso la sua opinione un difensore dei diritti umani, Viacheslav Likhachov. Yaroslav Yurchyshyn, direttore esecutivo dell’organizzazione internazionale non-governativa Transparency International ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Se lo Stato non è capace di assicurare il monopolio dell’uso della forza per proteggere i propri cittadini, lo farà qualcun’altro. Non è né un fatto negativo, né positivo, è una realtà,” ha detto Yurchyshyn. “Gli ucraini sono da sempre stati famosi per istituire delle strutture in parallelo con le autorità. Ai tempi della dominazione esterna questo ci salvava, ora che abbiamo uno Stato nostro, può avere un altro effetto,” ha aggiunto il capo dell’Ong internazionale.”
In definitiva sembra chiaro che questi soggetti siano un tool utile alla disinformazione del Cremlino per destabilizzare dall’interno l’Ucraina e diffondere a livello internazionale l’immagine di una Ucraina filo nazista. Come sempre in questi casi il problema sta nel vertice, la base infatti probabilmente è fortemente anti russa e nazionalista, ma viene sfruttata per un’obiettivo diametralmente opposto a quello che si prefiggono le giovani teste rasate.
Sicuramente è una patata bollente difficile da gestire, qualunque decisione venga presa dal governo sarà strumentalizzata. Mettere fuorilegge ora questa “associazione” significherebbe un’ondata di proteste violente venti giorni prima delle elezioni, soprassedere significherà un danno di immagine internazionale. Forse si sarebbe dovuto aprire gli occhi prima e forse ci sono state delle connivenze interne al potere. Ciò che deve essere chiaro a tutti è che in uno stato democratico certe espressioni devono essere bandite, chiunque inneggi in qualche forma a ideologie del passato (siano esse di derivazione comunista o nazionalsocialista) che hanno provocato immani tragedie, deve essere isolato e disattivato.
Mancano tre settimane alle elezioni e sicuramente ne vedremo ancora delle belle, certo che l’immagine dello stato ucraino potrebbe essere gestita meglio, evitare ad esempio il mix di neonazisti in piazza con il bando di Al Bano.