Può un giornale nazionale come “La Repubblica” riprendere i fake del più noto outlet della propaganda russa in Italia e inserirli nei propri articoli? Purtroppo la risposta è si ed anche in questo caso non possiamo dire se si sia trattato di scarsa preparazione dei giornalisti che lavorano alla redazione o di una linea editoriale che vuole favorire il regime di Putin.
L’articolo in questione è stato pubblicato il 26 novembre all’indomani dell’aggressione armata russa contro la marina ucraina nello stretto di Kerch.
“Secondo Sputnik, uno dei siti legati alla rete mediatica putiniana, dopo l’episodio di Kerch l’artiglieria ucraina ha cominciato a sparare contro “zone residenziali” del Donbass, l’enclave ucraina dominata dalle milizie russe che si è autoproclamata repubblica indipendente.”
Effettivamente il giornalista, che evidentemente è un lettore di Sputnik e ne apprezza la verve giornalistica, ha tratto la notizia dall’outlet prorusso e senza verificarne il contenuto lo ha inserito nel suo articolo.
Nonostante la notizia sembrasse da subito un fake, noi di Stopfake abbiamo atteso conferme e smentite prima di procedere (secondo il codice deontologico dei giornalisti) ed ora siamo in grado di ricostruire quanto avvenuto.
I media russi РИА Новости, Украина.ру, Взгляд, Сноб e persino coloro che si posizionano come media “liberali e indipendenti” tipo «Дождь», hanno pubblicato articoli fake riportando che le Forze armate dell’Ucraina hanno iniziato a bombardare massicciamente i territori occupati del Donbass. “Il bombardamento della DNR da parte delle Forze armate ucraine avviene anche con artiglieria pesante“,
“Sulla direzione di Donetsk i combattimenti sono stati condotti alla periferia di Peski e Krasnogorivka. Le armi pesanti non sono state usate. Durante le ostilità, non ci sono state vittime ne tra i militari ucraini ne tra i civili“, ha affermato l’ufficio stampa delle Forze Unite.
Anche i residenti delle zone occupate del Donbass negano il bombardamento di aree residenziali. Nelle reti social, sotto i post dei media russi, e anche durante l’intervista a Donbass.Realii la gente locale ha confermato che non si sentiva il suono di bombardamenti ne nel quartiere Kuybishevskiy, ne Kievskiy, ne Budionovskiy, ne Proletarskiy, ne Kalinivskiy (est, nord e ovest della città).
“Di solito quando viene usata l’artiglieria pesante o MLRS (lanciarazzi), nella parte orientale della città e persino nella zona industriale di Avdeevka, tali bombardamenti si sentono in tutti i quartieri di Donetsk. Così alla vigilia, il 24 novembre, i residenti di diverse aree hanno segnalato un aggravamento nel nord (regione di Gorlivka). Ma il 25 novembre non è successo niente”, ha detto l’interlocutore di Donbass.Realii.
Neanche da parte “DNR” viene confermata l’informazione sul “bombardamento terribile” da parte dell’esercito ucraino nel Donbas. La sera del 25 novembre, Ruslan Yakubov, capo dell’ufficio di rappresentanza della “DNR” presso il Centro comune per il controllo e il coordinamento, ha dichiarato in un’intervista a Interfax russa che la situazione sulla linea di contatto rimane calma insomma. “Il bombardamento con armi proibite non è attualmente in corso”, ha detto il cittadino russo Yakubov.
Un’altra fonte sconosciuta dei rappresentanti della cosiddetta “DNR” citata da Interfax ha anche negato l’informazione della propaganda russa sul “bombardamento delle aree residenziali” del Donbas. “Oggi sono state registrate le violazioni tipiche del regime di cessate il fuoco. Si tratta di sporadici attacchi di mortai“