E’ andato in onda un servizio in prima serata al TG1 relativo ai campi di addestramento estivi organizzati in Ucraina per minorenni da gruppi di nazionalisti. La notizia, come più volte sottolineato anche da noi sottolineato, è vera si tratta di campi dove viene insegnato il maneggio delle armi a ragazzini. Nonostante per i paesi dell’est sia una pratica abituale (nelle scuole dell’URSS si insegnava a smontare un AK47), in occidente tale insegnamento risulta abbastanza aberrante.
Ciò che suona strano è che nella RAI di FOA non trova posto la notizia che tali campi siano di uso comune nella parte occupata della Crimea dove istruttori militari russi hanno organizzato campi estivi identici. A noi di StopFake aveva fatto impressione che uno di questi campi si fosse tenuto proprio nella città di Kerch ove è avvenuta la strage nella scuola. Forse la notizia a livello giornalistico stava proprio qui ma nessuno in RAI se ne accorto, anzi su quella notizia (come avevamo sottolineato nell’articolo) è stato messo il silenziatore.
Ad ottobre è stata aperta a Kerch una scuola dove i soldati russi insegnano ai bambini a sparare. Si chiama “Krympatriotsentr” (Centro dei Patrioti della Crimea) progetto ampiamente documentato anche sui social media (Pagina VK)
Magari la prossima volta in RAI potranno parlare anche di questa scuola e di questo progetto governativo che si sviluppa proprio laddove vi è stata la strage, anche se va detto non è compito nostro suggerire come si dovrebbe svolgere un servizio giornalistico deontologicamente corretto, specie a una testata nazionale come la RAI.
Detto questo un’altra stranezza di questo servizio è che segue di pochi giorni un’analogo servizio effettuato da una TV spagnola, servizio di cui si è occupato la redazione spagnola di StopFake.
Tutto è partito da un servizio del 30 ottobre del giornale spagnolo “El Confidencial” , servizio che distorce le informazioni come ad esempio il numero di ragazzini che avrebbero frequentato il campo (200 e non centinaia di migliaia come scritto nell’articolo). Il servizio è anche presentato (come nella RAI) come se fosse una località semi segreta. In realtà si tratta di un campo estivo del tutto in chiaro che chiunque può contattare. Si chiama Lider e si trova nelle vicinanze di Kyiv a Puscha Vodytsia. Gli stessi articoli (modificati ponendo l’accento sul fatto che sarebbero campi neonazisti) sono stati ampiamente pubblicati in Russia Fondsk.ru, Faktru.com y Politobzor.net. , ed è chiaro che lo “scandalo” in Russia non è il fatto che si addestrino ragazzini al maneggio delle armi (cosa del tutto normale a quelle latitudini) ma che vengano indottrinati “al culto di Hitler”.
Ivan Granatkin (il direttore del campo estivo), che è stato colui che ha parlato con il giornalista spagnolo, era sorpreso di come il suo campo fosse stato presentato a El Confidencial.
“Non reclutiamo bambini! … Ma dobbiamo capire che viviamo nel periodo dell’aggressione russa, e i campi patriottici per bambini in Ucraina sottolineano l’amore per il nostro paese e il rispetto per i simboli e le tradizioni nazionali. Allo stesso tempo, aumentiamo la tolleranza nei confronti di altre culture, coltivando le basi dell’umanesimo, del multiculturalismo e dei valori democratici. Il compito prioritario è quello di formare un cittadino patriottico, pronto a difendere i valori di Ucraina e dell’Europa da qualsiasi minaccia esterna. Se necessario, con le armi nelle loro mani, quando raggiungono l’età della recluta “. “Il giornalista spagnolo è venuto al campo ed è stato con noi per non più di un’ora. Non ci ha chiesto di mostrare i documenti, ha erroneamente indicato la mia età e, in generale, ha scritto assurdità … Si è concentrato sui tatuaggi sulle mie mani, come se fosse qualcosa di brutto “,”Non abbiamo né usiamo fucili a pompa o automatici, quello che vedete sono fucili ad aria compressa dei tempi sovietici”.
Qualunque sia il vostro giudizio su questi campi estivi, è invece indubbio che sia il servizio spagnolo che il servizio italiano avessero l’obiettivo di denigrare la società ucraina senza aver fatto un reale approfondimento su quanto avviene in quel campo. Sarebbe interessante
Nel servizio si sostiene che tali campi usufruiscano dei contributi del Governo. Nel servizio la giornalista non fornisce alcuna fonte riguardo tale affermazione, noi abbiamo per ora trovato solo un documento del 2015 nel quale non si parla di fondi ma di linee guida.
Siamo pronti a scommettere che dal servizio RAI tutte queste informazioni non le avevate acquisite.