Ho letto le dichiarazioni del nuovo presidente della RAI Marcello Foa sugli eurodeputati del Partito Democratico che secondo lui sarebbero pagati da Soros.
Ebbene io mi autodenuncio, anche se non c’è ne è bisogno in quanto il logo della “Reinassance” è presente sul nostro sito sin dal 2014, Stopfake ha ricevuto soldi da Soros.
In Stopfake siamo tutti volontari, non percepiamo emolumenti, è un progetto dell’Università del giornalismo di Kyiv. E’ ovvio però che per la gestione della struttura (affitto uffici, computer, rimborsi spese per eventuali partecipazioni a conferenze internazionali) è necessario avere una dote economica.
Così dopo a rivoluzione di Maidan del 2014, la fondazione di Soros finanziò la startup del progetto per poi lasciare l’incombenza ad altri donatori. Non è un mistero che negli ultimi anni siamo stati sostenuti anche da Canada e UK che credono nel nostro lavoro specie dopo che siamo stati insigniti di prestigiosi premi per la lotta alle fakenews.
Ora mi piacerebbe avere una sua risposta a questa autodenuncia pubblica (che sono sicuro non arriverà mai) di quale problema o quale grave crimine commettono le associazioni che hanno ricevuto finanziamenti da Soros.
Secondo lei io cosa sono ? Un sionista, un massone, un nazista, un comunista ? Mi dica lei come mi giudica dopo che le ho detto che presto servizio volontario per una organizzazione che ha ricevuto finanziamenti da Soros.
Lei non ha mai nascosto le sue simpatie per Putin, segue il mondo russo e penso che non le sarà sfuggito il fatto che Sputnik (compresa la testata italiana) costa al governo russo più di 400 milioni di dollari l’anno. Mi chiedo come mai questo non la scandalizza mentre se Soros ha finanziato con cifre infinitesimalmente più ridotte una associazione di giornalisti che combatte quotidianamente le FakeNews diventa un problema internazionale.
Dice che non è un problema di antisemitismo ma guarda a caso Soros è il simbolo del sionismo, proprio quel simbolo tanto antipatico alle destre di tutta Europa ed alla Russia di Putin.
Quando è che la smetterete di attaccare le persone per le loro origini o i loro ideali e non comincerete a fare un lavoro (che potrebbe essere molto utile) oggettivo. il colore della pelle, la fede religiosa o la nazionalità di nascita, non dovrebbero incidere sul giudizio dei lavori proposti. Non è detto che un giornalista che propone un lavoro raffazzonato che inneggia a terroristi del Donbas sia un bravo giornalista così come è vero anche il contrario. Però negli ultimi mesi la deriva è sotto gli occhi di tutti, gli episodi di giornalisti intimoriti e minacciati si sono decuplicati e se accompagniamo tutto questo con dichiarazioni fuori luogo da parte del Presidente del massimo organo dell’informazione italiana, abbiamo veramente da avere paura nel prossimo futuro.
Cordialmente, un pericoloso (aggiunga lei a piacere l’aggettivo) Sorosiano.
Mauro Voerzio