Con l’arrivo al governo di Matteo Salvini torna di stretta attualità il livello di influenza dello zar Putin sullo scenario globale. Il Capo del governo italiano, esecutore di un contratto politico dove il pallino è ormai nelle mani di Salvini, ha chiesto di togliere le sanzioni alla Russia, mettendo così al centro del dibattito pubblico uno dei cavalli di battaglia del Ministro dell’Interno.
Da anni infatti la propaganda leghista si è allineata con la politica estera del Cremlino chiedendo in tutte le salse la rimozione delle sanzioni economiche alla Russia. Lo stretto legame tra le strategie leghista e la propaganda russa non è passato inosservato tra gli attori globali, tanto che il finanziere George Soros ha dichiarato che “l’opinione pubblica italiana ha diritto di sapere se Salvini è a busta paga di Putin”. Nel botta e risposta Matteo Salvini ha dichiarato di non aver mai preso un rublo dal Cremlino ma allo stesso tempo ha ribadito la sua vicinanza a Putin definito come uno dei migliori uomini di stato. Il timing con cui il governo italiano ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire a favore della Russia riapre dunque il dibattito sulla capacità di Putin di interferire sull’opinione pubblica occidentale.
Non è più un mistero che la Russia abbia costruito nel tempo dei veri e propri team di esperti di propaganda sul web per inquinare le campagne elettorali dei paesi occidentali e favorire i candidati non ostili a Putin.
Dalla guerra in Ucraina alle elezioni di Trump, passando per le campagne elettorali francesi e inglesi, sono molte le indagini sulle interferenze attuate dalla propaganda via web Russia. Un progetto nato in collaborazione tra università e stampa per spezzare il legame tra bufale online russe e informazione, stop-fake news, ha posto l’accento sulla strategia comunicativa di Matteo Salvini rispetto alle sanzioni alla Russia. Il blog ripercorre tutta una serie di dichiarazioni pro-Russia del Leader leghista mettendo in evidenza come “non si è mai visto nella storia politica italiana (e forse mondiale perché neanche Trump è arrivato a tanto) un leader di un partito italiano utilizzare il suo tempo mediatico per sostenere le ragioni di uno stato estero (la Russia) anche quando queste tesi palesemente danneggiano l’Italia e gli italiani”.
I vari video in cui Salvini esprime la sua contrarietà alle sanzioni russe sono corredati da dati e fonti in cui si evidenzia come l’impatto reale di queste sia molto diverso da come racconta il leader leghista. Fa ancora più impressione notare come dopo le aperture del governo italiano sulla Russia siano iniziati a circolare in rete degli articoli, pubblicati da testate sovraniste come “Il Populista” e “Il Primato italiano”, che sostengono con forza la retorica di Salvini contro le sanzioni. Questi due quotidiani, che su Facebook riescono ad avere un livello di coinvolgimento molto alto (“Il Primato Nazionale” ha una media per post di 444 commenti e 108 condivisioni), hanno una linea editoriale che sposa in pieno le politiche anti-atlantiche del Cremlino.
Sul “Populista”, agenzia condiretta da Matteo Salvini, il 19 marzo veniva pubblicato un articolo dal titolo “W Putin” in cui si chiedeva ai lettori di festeggiare il trionfo elettorale (76%) del “grandissimo presidente Vladimir Putin, autentico faro per noi sovranisti”. Anche siti come Riscatto nazionale, Madre Russia e L’Antidiplomatico hanno iniziato, dal giorno dopo l’annuncio del governo, una campagna di articoli e post molto virali contro le sanzioni alla Russia. L’insieme di queste testate forma una comunità di blog e gruppi facebook che divulga una propaganda sovranista progettata come una vera e propria macchina del consenso digitale. Gli articoli e i post pubblicati fanno ampio ricorso a slogan – “Prima gli italiani”, “Stop euro”, “Eurocrati” – scollegati da dati oggettivi ma basati su una “verità” creata a uso e consumo del progetto politico anti-europeista e filorusso a cui si ispirano leader come Putin e Salvini.
Fonte : Huffingtonpost