Vladimir Putin, il vero Primo Ministro italiano, continua a insistere affinché vengano rimosse le sanzioni contro il suo paese. Dopo aver ampiamente supportato le campagne elettorali di Lega e Movimento 5 Stelle, e piazzato suoi uomini di fiducia nelle istituzioni italiane, ora sta utilizzando il “prestanome” Conte come suo intermediario ai tavoli dei grandi da cui lui è stato escluso.
Anche le dichiarazioni odierne del neo Ministro pentastellato Di Maio supportano questa azione, ma arriverà un momento in cui il castello di bugie costruito in questi anni crollerà. Un famoso aforisma del Buddha recita che tre cose non possono essere nascoste a lungo, il sole, la luna e la verità.
Ripetono ossessivamente il mantra della rimozione delle sanzioni alla Russia ben sapendo che stanno mentendo agli italiani compresi i loro elettori con cui hanno un rapporto di tipo fideistico. Non menzionano mai a supporto delle loro proposte un dato che sia uno per comprovare la reale necessità di questo provvedimento. Non lo espongono perché questo dato non esiste e dovrebbero inventarselo.
Noi continuiamo a snocciolare i dati che qualsiasi cittadino può verificare, compresi i giornalisti che purtroppo non hanno mai mosso queste osservazioni ai pentaleghisti lasciandoli liberi nei loro sproloqui senza contraddittorio.
La prima questione da porre al giovane disoccupato campano e al suo collega meneghino è di tipo etico. Quando anche le sanzioni avessero portato nocumento alla nostra economia, sarebbe lecito barattare qualche decimale di export in più con la vita dei cittadini ucraini,. siriani, georgiani, ceceni che vivono l’occupazione militare russa sulla propria pelle ?
In questa ottica allora perché non comprare il petrolio dall’ISIS ? Costerebbe meno e aiuterebbe la nostra economia.
Tralasciando l’aspetto etico e morale in quanto sconosciuto ai personaggi di cui sopra, esistono altrettanti validi motivi per dimostrare che ci stanno prendendo in giro con le loro dichiarazioni.
Primo, le sanzioni imposte alla Russia sono solo nel campo energetico e militare, imposte ad una stretta cerchia di oligarchi che si sono macchiati di gravi crimini. Quindi a meno che non ci si stia preoccupando di Finmeccanica o ENI (i poteri forti) le sanzioni non stanno producendo nessun effetto negativo.
Eventualmente sono state le “controsanzioni” di Putin a colpire l’export agricolo italiano, ma anche questa è una colossale bugia ed è stata già dimostrata più volte dati alla mano.
Se analizziamo i dati delle merci sotto le sanzioni russe queste rappresentavano solo l’1,8% del totale export italiano verso la Russia e lo 0,6% delle esportazioni italiane dei prodotti agroalimentari verso i paesi del mondo. Anzi, non tutti i 202,7 milioni sono stati persi, nel 2017 l’Italia ha esportato queste merci per 37,4 milioni di euro.
Chiunque si rechi a Mosca potrà constatare con i propri occhi che i prodotti italiani continuano ad essere presenti negli scaffali dei supermercati nonostante le sanzioni. Queste è possibile perché vengono utilizzate le cosiddette triangolazioni. I prodotti sotto sanzioni non vengono più acquistati dalla Russia ma transitano per esempio in Bielorussia dove a lor volta vengono ri etichettati e rivenduti alla Russia come prodotti locali.
Non a caso l’export italiano verso la Bielorussia è passato dai 280 milioni del 2016 ai 367 milioni del 2017.
Ultima considerazione che dovrebbe essere tenuta presente è che la moneta russa (il rublo) nel 2014 (periodo pre sanzioni) veniva scambiato con l’Euro intorno a 40 mente oggi ci vogliono 70 rubli per un euro dopo aver toccato quota 90 nel 2016. Non necessita essere degli economisti per comprendere che un kg di parmigiano nel 2014 costava ad un impiegato russo il 5% del suo stipendio mensile, mentre oggi incide per quasi il 10% del suo stipendio. Stesso andamento lo si è verificato nel settore del turismo che ha visto crollare le presenze russe in Italia. La risposta non va cercata nelle sanzioni ma nella diminuzione del potere di acquisto della moneta russa. Con quanto si spende oggi per una settimana di vacanza, nel 2014 un russo ne faceva due.
La disinformazione rimane l’unica arma dell’attuale Governo, dire e sostenere cose false contando sul fatto che pubblicamente nessuno metterà in dubbio le loro ricette e non dovranno comunque affrontare delicati confronti pubblici over sarebbero in seria difficoltà. Ancora una volta il sistema dell’informazione italiana che ha coccolato questi due movimenti e ha dato un contributo fondamentale affinché prendessero il potere, è corresponsabile del disastro che si va delineando.
Mauro Voerzio