Abbiamo raggiunto a Kyiv Bogdan Matkivsky che ci ha rilasciato un’intervista esclusiva in merito ai fatti contestati a Vitaly Markiv.Bogdan Matkivsky è una persona chiave del processo in quanto era il Comandante di Markiv sulla collina di Karachun quando nel 2014 poco distante perse la vita il reporter italiano Andrea Rocchelli insieme all’amico dissidente putiniano Mironov.
Bogdan Matkivsky è attualmente Deputato nel Parlamento ucraino ed è stato eletto come candidato autonomo nel distretto № 124, con il 23,61% dei voti. Fa parte della fazione parlamentare “Petro Poroshenko Bloc”
Durante il Maidan Matkivsky era il vice comandante della Sotnia numero 12. Successivamente allo scoppio della guerra con la Russia è stato il comandante del plotone della Guardia Nazionale dove prestava servizio Vitaly Markiv.
Nonostante il deputato abbia sempre espresso la massima fiducia nel sistema giudiziario italiano, riporta fatti che dovrebbero farci tutti riflettere. In particolare dovrebbe riflettere la stampa italiana che non ha mai voluto investigare a fondo la notizia ma si è sempre limitata a sposare acriticamente le tesi dell’accusa. Ad oggi nessun giornale o trasmissione televisiva ha mai sentito il bisogno di inviare qualcuno sul luogo della tragedia per capire cosa è veramente successo, una forma anche di disprezzo verso un italiano (Andrea Rocchelli) che in quelle zone ha perso la vita, come se la sua storia fosse meno importante di tanti altre futile storie a cui siamo abituati assistere nei nostri palinsesti informativi.
Tra le tante cose interessanti che emergono dall’intervista anche il fatto che la Procura italiana non abbia mai voluto sentire IGOR STRELKOV che al tempo dei fatti era il plenipotenziario si Slaviansk. Era lui infatti che impartiva gli ordini, firmava i lasciapassare dei giornalisti e avrebbe dovuto ordinare la perizia balistica del taxi sul quale viaggiavano Rocchelli e gli altri giornalisti. Igor Strelkov ora vive a Mosca, vi ha fatto ritorno dopo essere stato implicato nell’abbattimento del volo Malesyan Airline MH17 ed essere entrato nella lista delle persone sanzionate anche dall’Europa. Ex colonnello della GRU russa ha combattuto in Cecenia e Bosnia dove è stato uno degli esecutori del massacro di Visegrad. Dopo questa guerra ha preso servizio presso l’FSB russa. Inviato in Ucraina si è occupato dell’occupazione della Crimea per poi spostarsi in Donbas. Ha comandato gli uomini che hanno conquistato Sloviansk e ne è stato il padrone assoluto nel periodo dell’occupazione per poi fuggire di fronte alla contro offensiva dell’esercito ucraino.
Tutte le persone che sono state presenti sulla collina ai tempi dei fatti sono potenziali testimoni nel caso Markiv-Rocchelli. Lei che ruolo aveva ?
Sia l’esercito ucraino che qualsiasi esercito del mondo ha i suoi comandanti che danno ordini e i soldati li adempiono. Perciò essendo io il comandante in quel momento, responsabile dei miei uomini, sono anche testimone oculare di questo caso. I compagni di Vitaly Markiv che erano in quel periodo con lui sono militari, per cui è normale che qualcosa di specifico può essere considerato un segreto di stato in quanto siamo uno Stato in guerra tuttora. Se gli organi giudiziari o gli organi della Procura italiana avevano qualche domanda da porre ai militari ucraini, potevano farci richiesta e noi avremmo risposto. Essendo io il comandante di quelle unità, colui che prendeva delle decisioni, potevo raccontare di quanto accadeva lì in quel periodo, potevo fornire tutti i materiali e i documenti che possono provare i fatti accaduti.
Ci sono tanti ragazzi che sono in grado di adempire ai loro compiti militari, ma in alcuni casi non sono in grado di presentare pienamente i fatti in modo logico e in sequenza come sono avvenuti, perciò non c’è un motivo che tali persone forniscano commenti e spiegazioni complete. Perché dalle loro risposte si può estrapolare qualche parola e interpretarla in modo completamente diverso dal contesto. Non vorremmo emergesse un’immagine sbagliata sia dell’Ucraina che dell’esercito ucraino.
La Procura Italiana vi ha ascoltato ?
Сertamente si, io ho personalmente reso testimonianza. Io, insieme all’altro ufficiale attualmente anche deputato di Verhovna Rada Andriy Tonescha, ci siamo recati in Italia per testimoniare. Abbiamo anche invitato gli inquirenti italiani qui in Ucraina per vedere il luogo ove è avvenuta la tragedia. Dopo il nostro invito è seguita la lettera ufficiale dalla Procura ucraina e quella del Servizio di sicurezza dove si invitavano le autorità italiane ad effettuare indagini congiunte sul caso della morte di A. Rocchelli.
Purtroppo, fino ad oggi ne il procuratore ne gli organi ufficiali che facevano parte del pool investigativo italiano su questo caso, hanno accettato di venire a vedere in Ucraina la collina di Karachun per avere un’immagine chiara circa la scena del crimine.
Sappiamo anche che dopo la chiusura delle indagini preliminari è arrivata la richiesta alla Procura italiana, da parte della Federazione Russa, perché vogliono indagare Vitaly Markiv per la morte dell’altro giornalista, amico di Rocchelli, Andrey Mironov.
Considerando, che attualmente all’est del nostro paese sono in atto operazioni militari contro la Federazione Russa, possiamo già immaginare il loro prossimo passo: cambieranno lo status di Markiv da testimone a imputato per poi chiederne l’estradizione. Se verranno prese decisioni sbagliate Markiv si potrebbe ritrovare davanti ad un tribunale russo o in un carcere russo.
Bisogna sottolineare anche il fatto che Vitaliy nel 2014 era membro regolare della Guardia nazionale ucraina, inquadrata nell’esercito ucraino. Eseguiva gli ordini del presidente dell’Ucraina in merito all’operazione antiterrorismo, delegato dalla Guardia nazionale alla zona di ATO. Di questo abbiamo fornito tutti i documenti alla Procura italiana.
Va anche detto che il verdetto sul caso di Vitaliy, creerà un precedente a livello mondiale. Si tratterà di uno Stato che emetterà un verdetto per un soldato dell’esercito di un altro stato. Normalmente queste cose si svolgono non nei Tribunali interni, ma al Tribunale dell’Aja. Sarà il primo precedente a livello mondiale.
Posso assicurarvi che nessuna azione maligna da parte dei miei soldati contro i civili è stata mai effettuata dai miei uomini, per l’unico semplice motivo che noi difendevamo la nostra terra ucraina, lo stato ucraino, il popolo ucraino dall’aggressore che oggi è stato dichiarato dal nostro Parlamento essere la Federazione Russa.
Tutta l’Ucraina e personalmente io ringraziano l’Italia per il sostegno al nostro paese in ambito internazionale, per l’aiuto, il volontariato della diaspora, e specialmente il popolo ucraino ringrazia Vitaliy che è arrivato qui dall’Italia per difendere l’Ucraina.
Perché la Procura ucraina non procede nei confronti dei mercenari italiani impegnati nel Donbas?
Il Servizio di sicurezza recentemente ha formato un elenco di persone italiane le quali si sono macchiati di reati in zona di guerra sul territorio ucraino. Ci sono sempre più persone che vengono in Crimea e nei territori occupati, da politici a organizzazioni che si occupano dell’arruolamento di mercenari. Tutti questi elenchi sono stati consegnati all’Ambasciatore italiano in Ucraina. Sono stati anche aperti diversi procedimenti penali qui in Ucraina per quanto riguarda queste persone.
Ma le prove sono già su internet, ci sono video, foto e dichiarazioni dove i mercenari italiani ammettono di combattere in Donbas
Forse il nostro codice penale è differente da quello italiano, prima di tutto la pagina ove sono pubblicate alcune informazioni da utilizzare come prove deve essere una pagina ufficiale. La persona deve essere registrata ufficialmente nelle reti sociali e solo allora questa persona assume la responsabilità per ciò che scrive o espone. Quando si tratta di reti sociali come Facebook, non sono considerate come pagine ufficiali. Si tratta di una specie di rete amicale privata, tra gli amici si può scrivere qualsiasi cosa, aggiungere ciò che si vuole, fare il montaggio come ti piace, perché si è nell’ambito amicale, ovviamente entro certi limiti.
E’ la parte italiana che deve prendere misure in merito alle persone che pubblicano materiali dove evidenziano di essere dei mercenari. Noi abbiamo mandato tutte le foto, video, elenchi delle organizzazioni pubbliche, che operano in Italia, ma non si tratta solo dell’Italia, esistono anche altri paesi del mondo che forniscono mercenari alla Federazione Russa.
La legislazione ucraina funziona fino al suo confine e questo è normale, perciò i prossimi passi spero che siano presi dalla parte italiana, passi che serviranno a preservare la pace e la sicurezza nel mondo.
Tutti gli strumenti che potrebbero aiutare negli atti istruttori sono a disposizione non solo da parte del governo, ma anche da parte dei servizi di sicurezza, polizia, Guardia nazionale e le altre forze dell’ordine.
Cosa pensate di fare come Deputati del Parlamento ucraino per aiutare Vitaly ?
Attualmente devono fissare la data dell’udienza di Vitaly e l’Ucraina deve difendere il suo cittadino, il patriota, l’eroe del suo paese, non ho paura di dire questa parola. So di preciso come lui combatteva e come lui lottava per l’indipendenza del nostro stato. Perciò, io personalmente mi concentrerò sui dettagli per far capire tutto al Tribunale italiano. Lo so che il sistema giudiziario italiano è onesto e imparziale. Fornirò il quadro completo, comprese le informazioni sulla posizione di Vitaliy , dove si poteva trovare in una certa ora. Per questo sono convinto che il Tribunale italiano assolverà Vitaliy e riavvierà un’indagine in merito della tragedia della morte di Andrea Rocchelli per individuare i veri colpevoli.
Perché proprio Vitaly ?
A questa domanda si può rispondere in modo semplice. Credo che Vitaliy era l’unico che conosceva la lingua italiana. Cioè i giornalisti tramite lui potevano comunicare. Nessuno conosceva l’italiano sulla collina di Karachun in quel periodo. Io personalmente da comandante avevo autorizzato Vitaliy a parlare con i giornalisti.
Ma esiste una cosa che si chiama “la detenzione per il chiarimento delle circostanze”. Esiste in tutti i paesi del mondo. Possono apparire alcune prove sulla base di determinate circostanze. Attualmente per quanto riguarda queste prove, per quello che ne so io, assolutamente non ci sono.
Vorrei sottolineare ancora un fatto. Quando durante la mia testimonianza in Italia l’Ambasciata ucraina ha comunicato la possibilità di fornire un interprete dall’ucraino all’italiano, la Procura italiana ha risposto che avrebbe usato quello suo designato. Personalmente io ho trovato tantissimi errori nella traduzione riguardante la mia testimonianza.
Sono comunque molto contento che la mia testimonianza sia stata videoregistrata perché si potranno confrontare le mie dichiarazioni a verbale con quanto esistente nel video e far emergere gli errori.
Il capo di accusa su Vitaly è stato modificato nei mesi, cosa ne pensa ?
La riqualificazione dell’accusa stessa era già chiara dall’inizio. Si può accusare una persona con accuse inventate, ma è impossibile incarcerare una persona solo con le accuse, bisogna presentare dei fatti. I fatti di un complotto sono impossibili da dimostrare. Questo può portare che qualsiasi persona al mondo può essere accusata. Perciò c’è la necessità che la Procura presenti dei fatti al Tribunale e non dei teoremi. Sono abbastanza tranquillo per l’udienza.
In Italia dicono che l’Ucraina non collabora e non ha mandato i documenti richiesti
L’Ucraina ha inviato tutti i documenti richiesti ed io li ho portati personalmente.
Agli organi competenti dell’Italia sono state inviate le lettere dalla Procura Generale dell’Ucraina, dal Servizio di Sicurezza dell’Ucraina, dal Ministero degli Interni per la disponibilità dell’Ucraina all’indagine sulla morte di Rocchelli e sono state fornite tutte le testimonianze. Tutto però sino ad ora è stato ignorato da parte italiana.
Abbiamo inviato anche tutti gli ordini assegnati a Vitaliy, tutti gli statuti della Guardia nazionale, tutta la documentazione necessaria.
Perché la Procura italiana non ha mai sentito Strelkov, visto che era il comandante delle forze di occupazione nel luogo dove era morto Andrea Rocchelli ?
Buona idea ! Questa domanda deve essere fatta alla parte italiana, se vuole sapere obiettivamente la realtà. In più il posto da dove aprivano il fuoco quel giorno rimane sconosciuto ed io ho sottolineato questo fatto durante le testimonianze. Quando rendeva la testimonianza il tassista, raccontava che avvicinandosi alla curva del passaggio a livello hanno sentito gli spari, si sono fermati e sono andati di corsa da quella parte. Ho delle domande da fare: primo, perché siete andate lì dove sparavano? Secondo, la distanza tra il passaggio a livello e la collina di Karachun non permette di sentire il rumore di spari provenienti dalla collina. É sorto un conflitto tra le milizie russe alla base della collina e bisogna chiarire chi e dove sparava.
Rispettando la legge internazionale, noi non possiamo indicare alla Procura italiana cosa deve fare. Questo andrebbe ovviamente fuori i limiti della legge e degli accordi internazionali. Però analizzando la situazione, avendo contezza e i dati sui fatti, ovviamente noi solleviamo queste domande al Tribunale.