Il profiler è una figura professionale che in Italia non esiste ma che il grande pubblico televisivo conosce grazie ai film americani. Il profiler in ambito criminale non è solo colui che aiuta gli organi investigativi tracciando il profilo della persona ricercata, ma anche il soggetto che prova a ragionare con la mente del ricercato.
Nel nostro caso proviamo a fare i “profiler” mettendoci nei panni di coloro che conducono la guerra informativa e che in qualche modo sono interessati a modificare la percezione degli elettori italiani.
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, difficilmente assisteremo ad uno tsunami di fakenews durante la campagna elettorale (peraltro ci riescono già benissimo i politici italiani promettendo cose irrealizzabili per blandire gli elettori). Gli spin doctor della guerra informativa sanno benissimo che in questo periodo tutti gli occhi sono puntati sulla scena politica ed un fake ben difficilmente passerebbe inosservato perchè utilizzato da questa o quella parte politica per colpire il proprio avversario.
Allora cosa faremmo se comunque volessimo influenzare la campagna politica ?
Ad esempio si potrebbero diffondere sondaggi non veritieri con la stessa tecnica con cui si diffondono le fakenews. Si fa scrivere la notizia su un improbabile blog (facente parte della catena logistica della disinformazione) e poi lo si condivide tramite le varie pagine social impegnate anch’esse nella diffusione dei fakes.
Manipolare i risultati dei sondaggi o crearne alcuni ad hoc è molto importante in quanto gli stessi vengono utilizzati come strumento di comunicazione in campagna elettorale, ovvero per confermare l’andamento vincente di un determinato partito/candidato oppure per confermare il trend negativo di un determinato partito. In questo senso, il sondaggio rischia non solo di manipolare l’imparzialità e la correttezza dell’informazione, ma anche di scatenare un effetto band wagon (ovvero di salita sul carro del vincitore) da parte dei cittadini, proprio da questo rischio trae l’origine il divieto di diffusione di sondaggi politico-elettorali nella fase finale del periodo elettorale, presente nelle legislazioni di alcune democrazie occidentali.
Tali sondaggi potrebbero essere confusi con l’analisi del contenuto sul web, cioè quella che è definita emotional web analysis e sentiment analysis. Queste tecniche di analisi tentano di analizzare l’emotività collettiva espressa in rete nei confronti di specifici oggetti/soggetti, secondo le specifiche logiche che guidano gli utenti nell’uso dei social media.
Pare che in qualche modo la cosa stia già avvenendo in Italia. Circolano sondaggi che danno taluni partiti sovrastimati rispetto al sentiment sociale ed altri che sembrano invece sottostimati. Va da se che un sondaggio che non riporta la base statistica su cui è stato condotto non ha alcuna valenza ma quanti dei 500.000 follower di alcune pagine social su cui circolano i maggiori fakes ne terranno conto ?