Il Movimento politico 5 Stelle di proprietà del comico italiano Beppe Grillo è un interessantissimo esempio di tecniche comunicative e manipolazione dell’informazione. Molti in questi giorni si sono sorpresi del fatto che nonostante le beghe giudiziarie del sindaco di Roma Virginia Raggi o l’espulsione della candidata sindaco di Genova, che aveva vinto le cosiddette “comunarie”, il Movimento di Grillo parrebbe non aver risentito in termini di sostegno popolare anzi avrebbe aumentato il suo appeal.
Anche nei talk show televisivi si dibatte molto su questa questione e tutti provano a dare una risposta politica o filosofica a questo trend. In realtà tutti commettono l’errore di guardare il problema da una angolazione sbagliata, ovvero di fare delle analisi che si basano su ragionamenti politici, ragionamenti che purtroppo non hanno nulla a che vedere con il caso in questione.
E’ fuor di dubbio che le questioni che riguardano i Cinque Stelle avrebbero sino a venti anni fa demolito qualsiasi partito, sarebbe stato impensabile immaginare Craxi espellere Martelli dicendo “fidatevi di me” oppure sentire dire a Berlinguer “Non lamentatevi se poi le BR vi sparano alle gambe”. Eppure se queste boiate le dicono Grillo o Di Maio, il loro popolo adorante è pronto a difenderli a spada tratta in quanto portatori di un dogma, una forma settaria dove il “santone” ha sempre ragione.
Tutto ciò però è attentamente studiato a tavolino, non vi è alcuna magia o improvvisazione. Non sorprende neanche che il Movimento 5 Stelle abbia firmato un accordo con il Partito Russia Unita di Vladimir Putin. Con esso infatti, oltre a condividere la futura collocazione dell’Italia al di fuori dell’europa e della NATO a favore dell’ingresso nella coalizione euroasiatica (a fianco della Corea del Nord, Iran e Siria di Assad), condividono ed applicano le stesse modalità di modern warfare informations.
E’ questo aspetto che a noi di StopFake interessa maggiormente, un aspetto che invece è del tutto assente nella propaganda di Salvini (altro player politico ad avere siglato un accordo politico con Russia Unita), una propaganda molto meno raffinata ed a volte anche grossolana.
La Casaleggio e Associati è una società specializzata nella comunicazione di massa e di conseguenza anche nella manipolazione delle informazioni, una specialità che negli ultimi anni è stato proprio il piatto forte della Russia di Putin. La Casaleggio sa come gestire la comunicazione in particolare quella del blog di Beppe Grillo. Anche la recente querelle con il Partito Democratico dove lo stesso Grillo asserisce di non essere lui a gestire il blog e a scrivere i post, fa parte delle tecniche comunicative. La warfare information, come recentemente sottolineato anche dal Generale ex comandane NATO PHILIPS BREEDLOVE, ha il compito di creare confusione, nebbia e disorientamento negli avversari.
Un’altra cosa che alla Casaleggio conoscono molto bene è il “Backfire effect”, cioè l’ulteriore radicalizzazione dei propri adepti di fronte alle evidenze mostrate dagli avversari. Facendo leva su questo effetto, ogni azione o dichiarazione che apparentemente dovrebbe svantaggiarli invece li avvantaggia. Gli avversari politici di Grillo si accaniscono contro il movimento immaginando che le persone di fronte alle evidenze si sveglieranno dal torpore, purtroppo ottengono l’effetto contrario.
Ma allora quali sono le armi efficaci contro questo plagio di massa ?
Apparentemente sembrerebbe molto semplice, basterebbe assecondare Grillo ed il suo movimento, cioè non chiamarli più nelle trasmissioni televisive (rispettando così il volere del padrone del movimento). Le conseguenze di tale azione farebbero mancare proprio alcuni elementi fondamentali quali la multicanalità e la ripetitività ossessiva dei messaggi di cui la disinformazione si nutre. Sono infatti i main stream ed i giornali che amplificano il messaggio di Grillo, a volte inconsapevolmente a volte con complicità. Questo risponde proprio alle principali esigenze della propaganda che come espresso pocanzi necessita di essere MULTICANALE e RIPETITIVA, ed alla Casaleggio lo sanno bene.
Grillo qualche anno fa impose agli eletti del Movimento di non andare in Televisione o non concedere interviste. Questa tecnica creò una grande aspettativa e scatenò orde di reporter al seguito di qualsiasi esponente 5 stelle. Ancora oggi quando Grillo si reca a Roma presso l’ormai famoso Hotel Forum è attorniato da una folla impressionante di giornalisti adoranti che pendono dalle sue labbra e come sempre lui non rilascia dichiarazioni ma solo delle mezze frasi studiate a tavolino sulle quali poi “gli esperti” dell’informazione scriveranno lunghi articoli o dedicheranno intere trasmissioni TV.
Tutto questo genera il corto circuito informativo, praticamente senza colpo ferire ottiene le prime pagine dei giornali e la vetrina televisiva. Di conseguenza ottiene quella multicanalità e quella ripetività del suo messaggio che è alla base della propaganda. Implicitamente ottiene anche un’altro beneficio necessario alla propaganda e cioè quello “dell’endorsment” in quanto volente o nolente troverà qualche filosofo o personaggio famoso che nei talk show difende le sue posizioni.
Le trasmissioni televisive da parte loro negli ultimi anni, avendo budget ridotti, hanno optato per riempire i loro palinsesti con talk show a basso costo in cui sono quasi sempre ospitati esponenti politici i quali a loro volta partecipano gratuitamente per promuovere la loro immagine. Sono queste le casse di risonanza del sistema propagandistico del Movimento 5 Stelle che sfruttando questo meccanismo non deve investire un euro in comunicazione (basti pensare che il loro responsabile ufficiale della comunicazione è Rocco Casalino del Grande Fratello).
Basterebbe che il sistema informativo italiano fosse realmente all’altezza di un Paese moderno e il “fenomeno 5 stelle” si sgonfierebbe in breve tempo. Scomparissero gli eserciti di reporter che attendono fuori dall’Hotel Beppe Grillo (manco fosse la visita ufficiale del Dalai Lama), se i conduttori televisivi facessero veramente i giornalisti dedicando i loro spazi ad approfondimenti e ad argomenti politici seri e non riducendosi a dibattere di scie chimiche per un’intera serata, il movimento 5 stelle perderebbe le colonne su cui si basa la guerra informativa e di conseguenza essendo il movimento una scatola vuota mostrerebbe tutti i suoi limiti. In un tale scenario sarebbe Grillo stesso a lamentarsi che le TV non invitano esponenti 5 stelle, contraddicendo una volta di più se stesso.
Ciò che molti osservatori non hanno ancora compreso è che non è importante per la Casaleggio ciò che gli esponenti grillini dichiarano o fanno, la cosa importante è il volume di condivisione che quelle dichiarazioni o fatti hanno generato, la stessa tecnica del Clickbait dove l’immagine o l’articolo ha il solo compito di attirare click e condivisioni mentre il contenuto non ha alcun valore.
Una delle cartine di tornasole di questo fenomeno è che i cosiddetti grillini quasi mai vanno ospiti in trasmissioni dove viene assicurato un contraddittorio con altri politici o ove sia presente un conduttore di spessore che pone domande scomode. Avendo la possibilità di scegliere (perchè il loro “prodotto” è molto richiesto nei palinsesti) possono anche permettersi di porre delle condizioni ed evitare tutte quelle situazioni in cui verrebbero ridicolizzati.
Aldilà delle opinioni politiche è interessante analizzare e studiare questo fenomeno perchè in occidente l’Italia è la nazione in cui sono più evidenti gli schemi del warfare information della Russia.
Spesso si tende a pensare che la propaganda sia solo l’azione in cui si tenta di convincere un elevato numero di persone delle proprie opinioni. Tale assunto non tiene conto che per ottenere il controllo delle menti in maniera massiva è necessario attivare tutte quelle tecniche che fanno parte del warfare information, dalla Maskirovka, al Kompromat, dalla disinformazione all’AgitProp e così via. Oggi giorno, in assenza di una classe dirigente preparata e di un sistema informativo di qualità scadente, chi maneggia bene queste tecniche ha ottime probabilità di conquistare il potere a prescindere da ciò che propone.