Mancavano un paio di siti legati al sistema della propaganda russa nel rilanciare l’eterna bufala degli ucraini nazisti che è stata ripresa in questi giorni dal think tank del Cremlino.
Nell’articolo (pubblicato su entrambi i siti) si storpia la vera storia di Olena Teliha (a cui recentemente a Kiev è stato dedicato un monumento). Olena Teliha era un’eroina combattente del nazi-fascismo ma nella rilettura di Fabrizio Poggi diventa una nazista per il pubblico italiano.
Il primo è l’AntiDiplomatico che pubblica un articolo dal titolo “La tradizione nazista dell’Ucraina Nazista“.
Il secondo è Contropiano che fa anch’esso parte della grande catena di distribuzione della propaganda russa in Italia. Anche loro riprendono lo stesso articolo a firma Fabrizio Poggi
“Ma, intanto, il monumento alla poetessa Teliga costituisce l’omaggio a una “rappresentante del movimento di liberazione ucraino”, come ha detto Kličkò. Olena Teliga, durante l’occupazione nazista, dalle colonne del giornale “Ukrainskoe slovo”, esortava a farla finita senza pietà con comunisti, “giudei” e altri ”nemici del Reich”, per la creazione di uno “stato ucraino indipendente”, che fosse “il più fedele alleato dell’impero germanico”.
Nel 1941, Olena suo marito Mykhailo Teliha tornarono a Kiev dove lei continuò il suo lavoro come attivista culturale e artistica, a capo di un gruppo di scrittori ucraini curò un settimanale culturale “Litavry”. Molte delle sue attività sfidavano apertamente le autorità naziste. Lei vide i suoi più stretti collaboratori del giornale “Ukrainian Word” (“Ukrayins’ke Slovo”) essere arrestati, ma continuò ad ignorare il pericolo. Rifiutò di scappare in quanto disse che non avrebbe mai più voluto vivere in esilio.
Alla fine fu arrestata dalla Gestapo ed il 21 febbraio uccisa all’età di 35 anni nella fossa di Babi Yar a Kiev insieme con suo marito insieme ad altri membri dell’OUN. Nella cella della prigione dove stette per poco tempo lasciò le sue ultime parole incise sul muto : “Qui fu internata e da qui va verso la sua morte Olena Teliha”.
La foto utilizzata è chiaramente un fotoritocco e tramite software forensici si può rilevare che le bandiere con i colori dell’Ucraina sono stati aggiunti artificiosamente (zone di colore blu/viola). Si tratta di un controllo denominato ELA (Error level analysis) che ci rivela i successi salvataggi dell’immagine modificata.
Infine effettuando una ricerca a ritroso per verificare dove ha iniziato ad apparire questa foto vediamo che appare per la prima volta ad aprile 2013, ben prima di Maidan ed è associata ad un sito Lituano ed ad uno Russo
Provando un certo senso di fastidio nel vedere uno pseudo giornalista inventare una storia contro una eroina della resistenza al nazi-fascismo, pubblichiamo un video youtube dedicato a questa grande donna dove delle donne interpretano una sua poesia.
Anche David Puente nel suo blog si è occupato recentissimamente di questo tipo di disinformazione, Attraverso due fotografie, presenti in una discussione Twitter del 2 marzo 2017, vengono poste delle domande sulla situazione politica ucraina in merito ad una presunta deriva nazista. Il problema è che entrambe le foto non dimostrano affatto tale tesi.
La foto della “strada nazista”
Ecco la prima foto presa in esame:
La foto non è stata scattata in Ucraina, ma a Sofia (Bulgaria). Notando qualche dato fornito dai commenti sul sito Seir.bg sono riuscito a rintracciare la strada e il numero civico della capitale bulgara: 29 ул. „Веслец“.
In qualche sito online veniva associata ad un raduno nazista tenutosi nella capitale bulgara nonostante il divieto da parte delle autorità locali, ma non è nemmeno questo il caso. La via sarebbe stata allestita per girare un film, basti notare che la foto di Google Street View risale al 2015 e la foto più recente mostra numerose ristrutturazioni degli edifici da cui sono stati rimossi anche gli impianti dell’aria condizionata.
Episodi simili attirarono l’attenzione attraverso i social nel 2016, come nella foto seguente dove in realtà non si trattava di una sede della polizia (“Дирекция на полиция”), ma in questo caso il condizionatore è rimasto al suo posto.
Un’altra foto che ha fatto cadere in inganno gli utenti bulgari.
La foto della bandiera nazista e ucraina
La seconda foto è la seguente:
@artatyou @akakarolina ecco le foto vere
La stessa foto venne pubblicata su L’Espresso nel blog di Nicolai Lilin (che ricordo avevacondiviso via Facebook la bufala del pilota ucraino, poi ripresa dal sito “La Fucina“) nel lontano 2014.
Immagine tratta dall’articolo di Lilin dove scrive: “I valori europei interpretati dai neonazisti di Maidan”
La foto non ha nulla a che fare con i “neonazisti di Maidan“, venne pubblicata dal sito Mediaport.ua in un articolo del 2011 e riguardava un set cinematografico a Kharkov per il lungometraggio “Матч” (“Match“), il film che racconta della “Partita della morte” che avrebbe ispirato il famoso film americano “Fuga per la vittoria“. Il film è russo e racconta la storia del portiere “Николай Раневич“. La scena dove è presente la bandiera ucraina nella foto la trovate al minuto 1:25:16, quando viene rimossa da un soldato nazista.
Insomma, Lilin ha preso un’altra pallonata.
I nostri lettori sanno già che l’accusa di nazismo è una delle tecniche preferite della propaganda del Cremlino. L’attuale leadership russa descrive l’URSS come l’unico vincitore sulla Germania nazista, ed è anche illegale ricordare che Adolf Hitler e Stalin erano alleati all’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Il paese più “preso di mira” in questo senso è sicuramente l’Ucraina, ma negli ultimi mesi la retorica è stata usata anche contro altri paesi.
Le autorità tedesche sono state accusate di sostenere tendenze fasciste – nonostante il fatto che i sondaggi tedeschi mostrano che il numero di persone simpatizzanti con il neonazismo è in calo. Nel mese di gennaio 2017, il popolare show televisivo di Dmitry Kiselev ha affermato che la Cancelliera tedesca Angela Merkel sarebbe alla ricerca del “Lebensraum” in Europa orientale come il regime nazista.
In una scuola lettone sarebbero stati assegnati ai neo-laureati anelli caratterizzati da una svastica nazista, quando in realtà ogni laureato è libero di scegliere il proprio anello.
Gli americani sono stati accusati di sostenere i nazisti durante la seconda guerra mondiale per realizzare il loro sogno di sconfiggere la Russia. Questo articolo sua Russia Insider, pubblicato dieci mesi prima delle elezioni americane del novembre 2016, ha presentato un video di Hillary Clinton con “gioia satanica” come prova.
La Commissione europea sarebbe fondata su idee naziste (vedi qui o qui). Questa “rivelazione” era basata sull’assunto che Walter Hallstein, primo presidente della Commissione della Comunità Economica Europea, era un nazista di primo piano e un membro del NSDAP. Dalla sua biografia scopriamo un’altra verità ed emerge che il suo “atteggiamento verso il nazionalsocialismo era ostile, e ha anche coltivato contatti con gli avversari dichiarati del sistema”.
La lista dei fake può continuare a lungo ma forse annoieremo i nostri lettori.