Il presunto rapimento di una ragazza in Germania è recentemente diventato una questione politica internazionale. Scrive il giornale tedesco Spiegel, la Russia ha utilizzato il caso per fini propagandistici come parte della sua strategia di guerra ibrida volta a destabilizzare l’Occidente e dividere l’Europa.
Svetlana F. è seduta al tavolo della cucina nella sua casa su due piani nel quartiere berlinese di Marzahn. 39 anni, magra, riferisce ciò che è successo a sua figlia più di tre settimane fa. La conversazione si interrompe ogni volta che non è in grado di trattenere le lacrime. Questa sarà la sua unica intervista con i media.
“Mia figlia”, dice la madre, “non sta facendo una cosa giusta” Quando il giornale SPIEGEL e SPIEGEL TV hanno incontrato la famiglia una settimana fa, la ragazza era in ospedale. “E ‘stata nel reparto psichiatrico sino a Lunedi.” Nulla è stato più stato lo stesso per la famiglia dal momento che la tredicenne è scomparsa una mattina mentre si recava a scuola. Il caso è diventato un problema politico internazionale da quando è stato ripreso dai media russi e il Ministro degli Esteri Sergey Lavrov ha attaccato le autorità tedesche che indagano esso.
Come dice il proverbio, la verità è la prima vittima della guerra. Ciò è particolarmente vero per la guerra di propaganda che Mosca sta conducendo contro l’Occidente tramite anche le sue società e associazioni, aperte subito dopo la crisi con l’Ucraina. Il rapimento della tredicenne è diventata un’arma in questa guerra. Secondo la versione russa della storia, il caso ha tutti gli ingredienti necessari: lo stupro di una ragazza adolescente, i rifugiati violenti, la polizia che usa correttezza politica come una scusa per non indagare e politici che hanno paura della verità. Questa è la storia che Mosca sta narrando, indipendentemente dai fatti.
La Russia accusa la Germania di ‘insabbiare’
Il Cremlino è diventato una specie di avvocato per la ragazza. L’Ambasciata russa a Berlino ha inviato una nota verbale al Ministero degli Esteri tedesco all’inizio della scorsa settimana. La lettera, con una pagina scritta in russo, contiene i soliti convenevoli, ma il tono generale è aggressivo. I diplomatici russi hanno chiesto che il caso sia indagato a fondo, aggiungendo che non capiscono il motivo per cui il fatto è stato silenziato.
Martedì scorso, Lavrov ha accusato pubblicamente le autorità tedesche di un “insabbiamento”, dicendo che stanno “mascherando i fatti per renderlo politicamente corretto”. Il Ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha reagito bruscamente, chiamando la reazione di Mosca “propaganda politica.” Mercoledì , l’Ambasciatore russo Vladimir Grinin è stato convocato per relazionarlo sullo stato delle indagini.
Tuttavia, la battaglia della propaganda è continuata, la versione in cui la ragazza è stata rapita circola ancora su Internet. Gli esperti della sicurezza ritengono che la Russia ha notevolmente ampliato le sue campagne di propaganda contro l’Occidente, tra cui Germania, negli ultimi anni. Essi rappresentano il tentativo del Cremlino di manipolare l’opinione pubblica in Occidente, fomentare il conflitto e destabilizzare le società occidentali. Il presidente Vladimir Putin, un ex agente del KGB, e il suo team stanno utilizzando trucchi da manuale dei servizi segreti in politica estera. I “vecchi metodi” del KGB – disinformazione e destabilizzazione – sono palesemente visibili ancora una volta, dice Hans-Georg Maassen, presidente dell’Ufficio federale per la protezione della Costituzione (BfV), il servizio di intelligence interna della Germania.
Questi metodi erano già evidenti nella crisi Ucraina, la Russia ha schierato stazioni televisive e i cosiddetti troll per diffondere la propaganda su Internet e denigrare i media occidentali. La propaganda russa agisce su un terreno fertile in Occidente, dove la sfiducia verso i politici sui media è molto diffusa.
Suscitare risentimento
La crisi dei rifugiati fornisce a Mosca un tema che è ancora più adatto a dividere la società tedesca. la propaganda russa ritrae l’Occidente come infiltrato da troppi stranieri, cosa che non lo rende in grado di garantire la sicurezza dei suoi cittadini. La propaganda suscita un risentimento contro rifugiati e migranti e tenta di minare la fiducia nelle istituzioni democratiche e nei media.
Tutto questo è parte di una strategia volta a screditare e indebolire l’Occidente. La Russia vede questo come necessario per salvaguardare i propri interessi. Dal momento del crollo dell’Unione Sovietica, il Cremlino è stato sulla difensiva. Agli occhi di Mosca, l’Occidente ha guadagnato il sopravvento nel 1990, sia sul piano militare attraverso l’espansione verso est della NATO, sia in termini di propaganda dipingendo le democrazie occidentali come l’unica forma attraente di governo. Per contrastare la preminenza dell’Occidente, Mosca ha cambiato le tattiche di guerriglia, nel tentativo di minare l’Occidente.
Questo include attacchi informatici come quello al Parlamento federale Tedesco, il Bundestag, l’anno scorso, prevede gli “omini verdi”, gli uomini armati in uniformi dell’esercito non marcate che Mosca ha schierato in Crimea, e prevede la propaganda. Gli esperti identificano tale strategia come “guerra ibrida” – guerra senza una formale dichiarazione, regole o confini. Il belligerante è anonimo, non si identifica e spesso opera in modo invisibile. Invece delle armi, la lotta si fa con le parole. Internet è il campo di battaglia più importante.
Angela Merkel ha da tempo intuito la vulnerabilità delle società occidentali come una seria minaccia. Lei è preoccupata per quanto velocemente le società occidentali diventano instabili, ha detto lo scorso anno ad una conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, facendo notare che l’Occidente deve “affrontare la questione della guerra ibrida con la massima urgenza.”
Fomentare
Per Mosca, le minoranze etniche sono uno strumento facile da usare per fomentare disordini. La Russia si considera un protettore di tutti i russi che vivono all’estero, pretesto già utilizzato per invadere la Crimea e sostenere i separatisti in Ucraina orientale. Secondo i servizi segreti occidentali, Mosca è attiva anche nei paesi Baltici dove pure ci sono le minoranze russe. Ora, a quanto pare, il Cremlino considera pure i russi che vivono in Germania come suoi cittadini. Il Ministro degli Esteri Lavrov riferendosi alla ragazza di Marzahn, (che ha la cittadinanza russa e tedesca) ha parlato come “la nostra ragazza.”
Il suo caso è iniziato alle ore 06:00 del 11 gennaio, quando i suoi genitori, emigrati dalla Russia nel 2004, hanno denunciato che la loro figlia era scomparsa. Il dipartimento persone scomparse della Divisione investigativa criminale di Berlino ha assunto il caso e ha avviato le ricerche.
Poco dopo che un volantino stampato dalla famiglia è stato distribuito in Marzahn è apparso anche on-line. Diceva: “Lei è alta 1,55 metri (5’1”) ha i capelli castani e gli occhi verdi-marrone “La tredicenne è scomparsa da 30 ore..
La polizia di Berlino è stata in grado di chiarire questo misterioso caso di presunto rapimento e stupro. Come si è visto, la ragazza era semplicemente con un diciannovenne conoscente tedesco durante tutto periodo della sparizione. I procuratori dicono che la ragazza aveva evidentemente deciso di nascondersi nell’appartamento dell’amico a causa di suoi problemi a scuola e poi ha inventato una storia per giustificare la sua assenza.
Quando si è trattato di crearsi un alibi la stessa non ha lesinato sui dettagli. Secondo Svetlana, la madre, la ragazza è tornata a casa nel pomeriggio di Martedì. “Indossava un reggiseno, leggings, scarpe e una giacca”, dice la madre. “La sua T-shirt, cardigan e zaino, portafogli e l’anello erano spariti. Stava piangendo, e aveva graffi sul viso, labbra sanguinanti e un livido sul naso. ”
In un primo momento, la ragazza ha detto alla madre e alla polizia che tre uomini sconosciuti, dall’aspetto mediterraneo l’avevano trascinata nella loro auto mentre lei si trovava in una stazione dei tram e l’avevano poi portata in un appartamento in cui ha affermato che è stata abusata e violentata. Svetlana dice che la figlia le aveva detto che gli uomini non parlavano tedesco.
rumors Internet
Ma una volta che la polizia ha ordinato un esame medico sulla ragazza nessuna ferita è stata trovata. Dalla visita è emerso anche che si poteva escludere la possibilità dello stupro che la stessa aveva descritto. Tutto ciò non ha impedito che su internet la storia si diffondesse a macchia d’olio.
Giovedi mattina, su un sito web xenofobo si leggeva: “Almeno 5 stranieri violentano ragazza scomparsa per 30 ore! La polizia non rilascia nessuna informazione su questo crimine.” I membri del partito tedesco di estrema destra Nazionale Democratico (NPD) hanno diffuso la storia a Marzahn. dettagli veri e presunti del caso sono stati mescolati insieme, e ben presto si è parlato di “uomini arabi.” La storia ha attirato l’attenzione, soprattutto tra gli estremisti di destra e gli immigrati di origine russa.
Il giorno dopo, alla ragazza e a sua madre è stato chiesto di venire alla Divisione investigativa criminale a Berlino per un colloquio. Alle 09:00 le due donne si trovarono sedute di fronte agli investigatori. “Ho chiesto di essere presente quando mia figlia viene sentita dagli investigatori”, dice la madre..
La madre sostiene che i due agenti, un uomo e una donna, hanno interrogato la figlia per più di tre ore. Secondo fonti vicine alle indagini, quando la tredicenne ha ritrattato la sua accusa di stupro, ha detto agli ufficiali che era stata in compagnia di un uomo che già conosceva.
Sulla base di dichiarazioni della ragazza, gli investigatori in seguito hanno interrogato due uomini di origine turca, entrambi di 20 anni, che avevano presumibilmente avuto rapporti sessuali con la ragazza prima della sua scomparsa del 11 gennaio. La polizia ha quindi indagato i due sospetti di gravi abusi sessuali su un bambino. Secondo la legge tedesca, gli adolescenti devono aver compiuto 14 anni prima che possano acconsentire ad avere rapporti sessuali.
Il giorno dopo l’interrogatorio, c’è stata una protesta davanti al centro commerciale Eastgate a Marzahn. Una giovane donna con le lacrime agli occhi, si è presentata come la cugina della ragazza e ha dato la sua versione della storia. “La ragazza in realtà è stata violentata, da tre uomini,” ha detto mentre vicino a lei vi erano degli esponenti dell’NPD. Uno ha urlato “pena di morte per i molestatori di bambini.”
Media di guerra e Cyber attacchi
La mattina di Sabato 23 gennaio, il caso è apparso sul sito web di un gruppo di destra della cosiddetta Russlanddeutsche, un termine usato per descrivere tedeschi etnici emigrati in Germania dalla Russia. In quella stessa sera i media russi avevano preso il vento in poppa della storia, con Channel One Russia che ha dedicato quattro minuti sul suo notiziario serale. Tutte le principali stazioni televisive hanno iniziato a rilanciare la notizia sul presunto stupro e varie clip sono circolate online ma con immagini che non avevano nulla a che fare con il caso. Un video era relativo a piazza Tahrir al Cairo, mentre un altro erano immagini caricate su YouTube nel 2009.
La polizia di Berlino ha reagito alle accuse con un comunicato stampa in cui dichiarava che la ragazza non era stata violentata. Non c’era nessuna indagine per molestie su minori. Il caso presentava alla polizia un dilemma: pubblicare ulteriori informazioni sulle indagini, avrebbero rivelato aspetti sulla vita privata di un bambino. Non pubblicarli poteva essere scambiato come un tentativo di depistaggio.
Le piattaforme russe come Sputnik e RT (ex Russia Today) hanno iniziato a produrre reportage sul caso in tedesco. Poi nel fine settimana il 23 gennaio, circa 700 persone hanno accolto l’appello di un gruppo che si autodefinisce la convenzione internazionale del Russlanddeutsche e hanno protestato davanti alla Cancelleria della Merkel. La manifestazione nella capitale tedesca è stata organizzato attraverso un gruppo di WhatsApp. Questa è diventata il preludio ad una ondata di proteste con migliaia di persone che sono scese in piazza durante il fine settimana.
Il caso ha assunto una dimensione politica, ed è risultata evidente la natura della guerra di propaganda di Mosca.
Le agenzie di sicurezza europee hanno già messo in guardia da qualche tempo circa l’attività che Mosca attua per condizionare l’opinione pubblica nei paesi dell’Unione europea. L’emittente del Cremino, RT, diffonde notizie e video on-line in inglese, russo, spagnolo, francese e arabo, e lo fa con grande efficacia. Il canale in lingua tedesca ha già più di 170.000 follower su Facebook, mentre la versione inglese ne ha 3,3 milioni. L’emittente statale ha un budget di oltre 200 milioni di € (222 milioni di $).
Mosca sta anche cercando di guadagnare spazi sui canali tedeschi. Per esempio, ad agosto alcune stazioni radio tedesche hanno ricevuto un’offerta allettante dalla Russia per comprare una o due ore di trasmissione ogni giorno, o “diversi segmenti di notizie, ognuna di 20 minuti “. Dietro l’offerta vi era Sputnik, il portale media russo che opera in 30 lingue.
Come RT, la filiale tedesca di Sputnik fa parte del impero mediatico di Rossiya Segodnya. Il suo compito è quello di trasmettere la vision del mondo che ha Putin. Dmitry Kiselyov, capo della propaganda del Cremlino, lavora come direttore generale della Sputnik. Dmitry Kiselyov è l’unico giornalista russo inserito nella lista delle sanzioni Ue contro Mosca, egli vede se stesso come soldato in una “guerra dell’informazione”. Egli stesso dice che questa oggi è la “forma primaria di guerra”.
L’edificio che ospita le aziende che manipolano i social network e i siti web per conto del Cremlino si trova nella periferia nord di San Pietroburgo. Fino a poco tempo, l’edificio in arenaria gialla ospitava anche gli uffici dell’Agenzia per gli Studi di Internet. Più di 400 dipendenti, conosciuti in gergo Internet come troll, scrivono i post nei blog o i commenti per le notizie di altri siti web. A volte agiscono contro membri dell’opposizione russa, e talvolta contro gli Stati Uniti, ma per la maggior parte del tempo elogiano le politiche del Cremlino, e in particolare Putin. “Dopo le proteste di massa del 2012, le fabbriche di troll sono sorte un po’ in tutto il paese, dove centinaia di giovani sono pagati per inviare commenti e messaggi che supportano il Cremlino”. A dirlo è la giornalista Lyudmila Savchuk, che è andata a lavorare sotto copertura in una di queste agenzie a San Pietroburgo.
I troll che hanno scatenato l’allarme negli Stati Uniti, quando centinaia di tweets riportavano circa un presunto incidente chimico in una fabbrica della Louisiana l’11 settembre 2014, erano basati nella sede di St. Petersburg. La campagna coordinata era un falso, ma serviva come una prova generale per le future campagne di disinformazione su più vasta scala.
Le autorità tedesche, come riferito da un funzionario della sicurezza allo SPEIGEL, “attribuiscono chiaramente” il grave attacco hacker dello scorso anno al Bundestag tedesco ad una “agenzia di intelligence militare russa”. Secondo il funzionario, ci sono stati una serie di attacchi in successione con lo stesso schema in questi ultimi anni, i cui target sono sempre delle aziende della difesa tedesca e di altri paesi della NATO. L’ufficio del procuratore federale tedesco nella città sud-occidentale di Karlsruhe ha avviato un’indagine il 15 gennaio sul possibile coinvolgimento di agenti dei servizi segreti nell’incidente.
L’Ufficio federale per la protezione della Costituzione ha scoperto un attacco al Bundestag il 30 aprile Gli hacker hanno avuto accesso a 14 server del Bundestag, incluso il server principale che contiene tutti i dati di accesso al Parlamento tedesco. Non è ancora chiaro esattamente quali informazioni gli hacker hanno rubato dalla rete del Bundestag. Ma uno scopo che hanno raggiunto con l’attacco è stato quello di innervosire i legislatori tedeschi e di aumentare la diffidenza tra i gruppi parlamentari e l’amministrazione del Bundestag.
Il nuovo conservatorismo globale della Russia
Oltre agli attacchi informatici e alla propaganda, la Russia utilizza anche le reti politiche per proseguire la propria azione di disturbo in Occidente. In contrasto con il passato, il campo pro-Mosca all’estero non è più di sinistra, ma strenuamente destra. La Russia si considera il leader di una nuova alleanza, conservatrice, antiliberale, xenofoba e omofoba contro un Occidente presumibilmente decadente. Mosca utilizza gruppi di destra per creare consenso.
“La struttura è ideologicamente basata sull’espansionismo neo-Eurasiatico di Alexander Dugin”, dice un rapporto della agenzia di intelligence ceco BIS. Dugin, è un professore di Mosca, sogna una “rivoluzione conservatrice.” mondiale. E’ un consigliere del Presidente del Parlamento russo e spesso ospite nella televisione russa, ed è accreditato come mentore di Putin. lo Stato Maggiore russo utilizza il libro di Dugin, “I fondamenti della geopolitica”, come libro di testo per gli aspiranti ufficiali. L’obiettivo di Dugin è quello di unire le forze di destra in Europa sotto la bandiera di un movimento eurasiatico.
Il progetto è in corso da qualche tempo. Nel mese di settembre 2014, l’estrema destra francese Fronte Nazionale ha ricevuto un prestito di svariati milioni di euro da una banca russa gestita da un lealista di Putin, Roman Popov. Heinz-Christian Strache, Presidente della destra populista del Partito della Libertà Austriaco (FPÖ), ha partecipato ad una conferenza organizzata da un oligarca russo. E il governo russo ha anche mostrato un forte interesse per “l’alternativa per la Germania” (AFD), un partito politico tedesco di estrema destra.
Alla fine del 2014, vice leader AfD Alexander Gauland e portavoce del partito hanno fatto visita all’ambasciata russa lungo viale Unter den Linden di Berlino, dove l’inviato russo ha proposto una collaborazione con il AfD. Quando SPIEGEL ha riferito sull’incontro, il presidente della AfD a quel momento, Bernd Lucke, aveva espresso indignazione e preso le distanze.
Un anno più tardi, dopo che Lucke era stato spodestato da tempo, il partito ha emesso comunicati stampa su incontri e accordi di cooperazione con i rappresentanti di Putin a Berlino. I membri della organizzazione giovanile AfD, Giovani Alternative, hanno poi partecipato alle conferenze pro-Cremlino in Ucraina e in Serbia (un convegno era intitolato “Donbass: ieri, oggi, domani”). La festa prevedeva di ospitare un “seminario di politica di sicurezza” a Potsdam nel mese di giugno – insieme con l’ambasciata russa, che a dire dei funzionari AFD coprirebbe una parte dei costi. Il titolo dei lavori del convegno: “La migrazione come un elemento destabilizzante”.
I russi sembrano anche non avere scrupoli nel trattare con i neonazisti tedeschi. Udo Voigt, un rappresentante di estrema destra tedesca NPD al Parlamento europeo, ha partecipato a una conferenza a San Pietroburgo nel marzo 2015, su invito della Rodina (“Patria”) del partito del vice primo ministro russo Dmitry Rogozin. Nel mese di novembre 2014, due funzionari NPD hanno partecipato ad una conferenza “Compact” con il motto “La pace con la Russia.” Questa conferenza è stata organizzata da un uomo di nome Jürgen Elsässer.
Elsässer è un ex comunista, uno dei più zelanti propagandisti di Putin in Germania. Alla conferenza di Berlino del Maritim Hotel, un pubblico di 700 persone ha ascoltato le sue idee e cioè che Bruxelles e non Mosca, era la capitale della “nuova URSS.” Gli ospiti erano composti da funzionari NPD, AfD vice Gauland e Oskar Freysinger, un politico della destra populista del Partito svizzero del Popolo (SVP). Un altro partecipante era Vladimir Yakunin, un confidente di Putin ed ex capo della società ferroviaria statale russa.
“Ci sono sempre più evidenti le connessioni ideologiche tra diversi partiti di estrema destra in Europa e l’attuale leadership russa”, l’istituto di ricerca ungherese ne ha scritto in un ampio studio. Ci sono diversi aspetti della Russia di oggi che fanno appello agli estremisti: un leader forte, la soppressione dei diritti e delle libertà civili, il controllo statale su settori strategici e la costante enfasi degli interessi nazionali.
La Fanteria di Mosca
Ora il Cremlino sta apparentemente mettendo gli occhi sulla comunità Russlanddeutsche della Germania. Anni fa, sforzi sono stati fatti per ottenere il loro sostegno da parte delle organizzazioni di estrema destra, come ad esempio attraverso la convenzione internazionale del Russlanddeutsche. Il presidente, Heinrich Groth, è attualmente molto richiesto. In un pomeriggio recente di Giovedi, stava camminando tra i grattacieli di Berlino nella zona di Hellersdorf con il suo telefono all’orecchio. Reti televisive, stazioni radio e giornali tutti vogliono sapere cosa Groth ha da dire sulla politica dei rifugiati della Germania, sul capodanno a Colonia e sul caso della tredicenne.
Circa 2.000 Russlanddeutsche sono membri della Groth di “Convenzione”, che non sembrano molti rispetto ai 31.000 immigrati di lingua russa in tutta Berlino. Ma Groth si comporta come se li rappresentasse tutti. Egli è in stretto contatto con il governo russo. Prima della manifestazione, del 23 gennaio, si è recato a Mosca per informare i media russi sul caso, “Noi siamo in procinto di crollare. Siamo tutti a rischio a causa dei milioni di immigrati “, dice Groth.
E ‘con l’aiuto di persone come Groth che Mosca può condurre la sua guerra ibrida in Europa. Valery Gerasimov, capo dello Stato Maggiore russo, ha descritto i “nuovi conflitti asimmetrici” a lungo in un discorso in una accademia militare a Mosca nel gennaio 2014. Mosca si sente minacciata, non solo per l’espansione della NATO verso est, ma anche dalle rivoluzioni democratiche, che Mosca vede come un complotto dell’Occidente per espandere la sua sfera di influenza.
“Le distinzioni tra guerra e pace stanno diventando labili nel 21° secolo. Le guerre non sono più dichiarate, ma sono semplicemente iniziate e poi non seguono più modelli tradizionali”, ha spiegato Gerasimov. Nel giro di pochi mesi e giorni, ha aggiunto, un paese precedentemente stabile potrebbe diventare l’arena di un conflitto armato o la vittima di un intervento straniero. “Lo Stato è immerso nel caos, una catastrofe umanitaria o una guerra civile”, ha detto Gerasimov. Ha citato come prova la primavera araba e i metodi utilizzati dagli Stati Uniti e dall’Occidente, che secondo l’analisi della Russia, avevano l’obiettivo di rovesciare i governi di paesi come l’Egitto e la Tunisia.
Contro-Propaganda e strategia dell’Europa
L’Occidente prende la minaccia dalla guerra ibrida di Mosca sul serio. Sia la NATO che l’Unione Europea si sono concentrati sulla questione da circa un anno. Gabor Iklody ha molto familiarità con entrambe le istituzioni. Dal 2011 al 2013 ha lavorato presso la sede della NATO a Bruxelles. Ora si dirige la gestione delle crisi presso il Servizio europeo per l’azione esterna. Il suo team, insieme ad altri esperti presso la sede della NATO, ha il compito di analizzare le nuove minacce. Secondo un documento riservato della NATO, gli avversari cercano di sfruttare le vulnerabilità di un paese.
L’Oriente StratCom Task Force, una sorta di dipartimento di contro-propaganda dell’UE, è destinato a svolgere un ruolo chiave nella difesa contro obiettivi russi in futuro. Ma la squadra, che ha iniziato la sua attività nel settembre 2015, sembra molto piccola in confronto alla macchina mediatica del Cremlino. Conta solo su 10 persone che lavorano per essa e non hanno nemmeno un proprio bilancio. Finora, la task force ha prodotto solo un sito web, che pubblica un “Disinformazione Review” settimanale ed una tabella di messaggi di propaganda russa.
Per l’anno passato, la NATO ha anche cercato di unire le conoscenze dei suoi stati membri nella guerra di propaganda. Essa ha stabilito un centro di eccellenza nella capitale lettone di Riga, dove le strategie della guerra di propaganda vengono analizzate e sviluppate le contromisure. Lo sforzo contro le comunicazioni strategiche di Mosca si chiama “Stratcom difesa”, ma è ancora ai suoi inizi. Il centro ha solo circa 20 dipendenti ed è temporaneamente ospitato in un vecchio edificio nel centro di Riga.
L’aspetto perfido della strategia di Mosca è che attraverso la diffusione di tante bugie mirate, ha lo stesso effetto come nel caso del “ragazzo che gridava al lupo”. Si confondono i confini tra ciò che è reale e ciò che è fabbricato. Piuttosto che cercare di battere il suo avversario nella sua battaglia per la verità, la Russia sabota semplicemente tutta la partita. “La Propaganda russa non pubblica una versione di una storia, ma molte, e in tal modo si inquina il regno delle informazioni”, dice un insider UE. “Alla fine, la gente non crede più ad alcuna versione” – tra cui quello che è vero. Questa è la debolezza della società democratiche e pluralistiche. In una democrazia, lo Stato organizza il concorso per la verità, invece di dettare essa. Il sistema si basa sulla fiducia e il potere di persuasione, ed è relativamente impotente a proteggersi contro gli abusi. Non ha altra scelta che continuare a difendere la ricerca della verità.
“Il nostro obiettivo è quello di portare alla luce la verità”, dice il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg. “Crediamo che il giornalismo critico e un dibattito politico aperto sono i migliori modi per contrastare la propaganda.”
Di Melanie Amann, Markus Becker, Benjamin Bidder, Hubert Gude, Konstantin von Hammerstein, Alexej Hock, Christiane Hoffmann, Martin Knobbe, Peter Maxwill, Peter Müller, Gordon Repinski, Sven Röbel, Anna Sadovnikova, Matthias Schepp, Jörg Schindler, Christoph Schult, Spiegel