Né l’Ucraina né gli stati membri dell’Alleanza hanno mai pianificato di «costruire una base militare della NATO» a Severodonetsk. L’obiettivo era quello di costruire una nuova infrastruttura per l’esercito ucraino che rispettasse gli standard della NATO.
I media russi continuano a promuovere la narrativa dell’aggressione della NATO alla Russia. A “conferma” di questa tesi i media filo-Cremlino hanno affermato che il rafforzamento delle posizioni dell’Alleanza Nord Atlantica nell’Europa orientale consisterebbe “nella costruzione di un certo numero di basi militari in Ucraina”, assicurano i media russi.
“Le autorità di Kiev, secondo alcuni rapporti, già l’anno scorso hanno iniziato a costruire una base militare della NATO all’aeroporto di Severodonetsk”, affermano i media pro-Cremlino.
La tesi sulla “interruzione da parte dell’esercito russo dei piani della NATO di costruire basi militari” in Ucraina è una delle narrazioni più persistenti che la propaganda russa ha utilizzato per giustificare l’inizio dell’aggressione contro l’Ucraina nel 2014. Le fake news sull’aggressione della NATO nel Mar Nero e l’intenzione dei membri dell’Alleanza di “prendere” la Crimea e trasformarla in un “deserto militare”, è uno dei pilastri della propaganda russa. Ancora adesso questa narrativa non ha perso la sua “rilevanza” per i media filo-Cremlino, ora però i media russi sono passati senza problemi dai fake sull’aggressione della NATO nel Mar Nero, alla disinformazione su questo stesso argomento applicata ad altri territori in Ucraina.
In realtà, le forze dell’Alleanza Nord Atlantica non hanno mai dichiarato la loro intenzione di «costruire basi militari NATO» sul territorio dell’Ucraina. Al contrario, l’Alleanza ha ripetutamente sottolineato che prima della cattura della Crimea ucraina da parte della Russia, la NATO non aveva alcuna intenzione di schierare unità da combattimento presso i suoi stati membri orientali.
Al contrario, è stato in risposta all’attacco della Russia all’Ucraina del 2014 che i paesi della NATO hanno intensificato la loro presenza istituendo quattro gruppi tattici, ciascuno delle dimensioni di un battaglione, in Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia. Dopo l’inizio dell’invasione russa su larga scala dell’Ucraina del 24 febbraio 2022, gli alleati della NATO hanno poi deciso di istituire altri quattro gruppi tattici multinazionali in Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia. Ciò porta a otto il numero totale dei gruppi tattici multinazionali NATO dislocati nel fianco orientale e, ne deriva, che nessuno di essi si trova in Ucraina.
Vale la pena sottolineare a parte che nei piani dell’Ucraina, o dei paesi membri dell’Alleanza, non c’era l’intenzione di “costruire una base militare NATO” a Severodonetsk. Questo fake ha avuto origine nel 2020, quando Andriy Zagorodnyuk, allora ministro della Difesa ucraino (2019-2020), annunciò i piani dello stato di costruire due nuove basi militari, rispettivamente a Mariupol e Severodonetsk, affermando che lo sviluppo di tali infrastrutture militari era finalizzato alla creazione di due basi che rispettassero gli standard della NATO. Non si è parlato, dunque, della costruzione di “basi NATO” a Severodonetsk, perché la struttura non aveva nulla a che fare con i dislocamenti ad est dell’Alleanza Nord Atlantica.
Gli standard NATO sono un insieme di documenti che regolano la compatibilità delle forze armate degli Stati partecipanti e ne descrivono le regole comuni. Gli standard della NATO possono essere indicativamente suddivisi in amministrativi, operativi e logistici. Nel quadro della cooperazione con la NATO, l’Ucraina ha attuato una riforma della difesa e si è avvicinata alla standardizzazione dell’Alleanza. Tra le aree chiave della cooperazione Ucraina-NATO c’erano: creazione di condizioni di servizio confortevoli (creazione di basi secondo gli standard NATO), addestramento avanzato dell’esercito ucraino, scambio di informazioni, protezione delle comunicazioni tattiche, difesa informatica, gestione degli ordigni esplosivi, prassi mediche e riabilitazione dei militari, riqualificazione dei veterani per l’occupazione civile o la retroguardia.