Le immagini dei crimini perpetrati a Bucha dalle truppe russe hanno scosso anche molte coscienze occidentali, ma nonostante la drammaticità del contesto, molti collaboratori europei del Cremlino (magari involontari ma è evidente che sostengono le narrative russe) non si arrendono neanche davanti a tali evidenze e ripetono paro paro le narrative indicate da Mosca senza alcun imbarazzo.
L’ultimo caso italiano è stata la trasmissione in prima serata del canale ReteIV durante la trasmissione Quarta Repubblica, un ex appartenente di Lotta Continua (movimento italiano di ispirazione comunista/stalinista) di nome Toni Capuozzo, quale ospite della trasmissione adombrava i sospetti che le immagini di Bucha erano artefatte e che in pratica era stato girata una fiction in quelle strade.
Nel fare tali affermazioni utilizzava le stesse argomentazioni usate prima da Lavrov, affermazioni già ampiamente confutate anche da siti indipendenti italiani tra i quali va menzionato l’ottimo lavoro dell’esperto David Puente, che in maniera scientifica ha dimostrato che il “braccio che si muove nello specchietto” è in realtà una goccia di acqua che si posa sullo stesso.
Ma c’è di più che ci aiuta a sbugiardare sia Capuozzo che Biloslavo sugli eventi di Bucha. Il NYT ha pubblicato le immagini satellitari Maxar relative alla giornata del 14 marzo, data nella quale i Russi occupavano totalmente la cittadina.
La via in questione è la Yablonska e tale immagine è stata messa a confronto con la stessa porzione di via scattata il 28 febbraio, data nella quale i corpi riversi sull’asfalto non sono visibili. In tale data i russi non erano ancora entrati nella cittadina.
E’ quindi chiaro che chi solleva tali dubbi sulla veridicità dei massacri lo fa sapendo di mentire, specie se li autori di tali fakes sono dei professionisti del settore e quindi non possono discolparsi adducendo di essere stati tratti in inganno.
Ma quale è la loro fonte di informazione oltre le dichiarazioni di Peskov e Lavrov?
Spesso i disinformatori seriali utilizzano come fonte un sito web russo, WanOnFakes, un modo per “giustificare” il loro errore e rimanere impuniti per le loro condotte. Tale tecnica è conosciuta ed ampiamente utilizzata da outlet come RT e Sputnik. Si creano siti civetta o profili social non direttamente collegabili, si pubblica su tali media un fake e poi lo si condivide rendendolo virale grazie alla propria grande audience. Nel momento che il fake viene debunkato, l’editore si giustifica adducendo il fatto che il Fake non è partito dalla propria testata ma è stato “condiviso erroneamente”
E’ quindi interessante analizzare questo nuovo tool della disinformazione putiniana, che sta prendendo piede anche in Italia ed è spesso utilizzato a supporto delle tesi dei vari endorsers del Cremlino che si avvicendano in tutti i talk show italiani.
Il sito è stato creato il primo marzo 2022, ovvero una settimana dopo l’inizio della guerra.
E’ stato registrato in Russia e non riporta alcun identificativo che possa aiutare a far risalire all’identità dell’ente registrante ne all’amministratore del sito
Il numero di telefono utilizzato nella registrazione è noto agli archivi internet per essere già stato utilizzato in passato per siti web definiti scam, ovvero quei siti che perpetrano truffe tramite internet. Utilizzando un tool online “scamadviser” possiamo verificare che il “trust” ovvero la credibilità del sito (in una scala da 1 a 100) è 1.
Nel sito non è indicato alcun board ne alcuna pagina ove si evidenzino contatti o altre informazioni utili a identificarne gli autori. La genesi di tale sito va ricercata sul canale Telegram. Il canale Telegram di Война с фейками viene aperto il 23 febbraio 2022 e nel suo primo giorno di attività conta un modesto numero di followers (161). In due settimane tale canale raggiunge 625.000 sottoscrittori con 30 milioni di visualizzazioni giornaliere. Come è stata possibile tale crescita esponenziale?
Il canale è stato pubblicizzato da RT, RIA Novosti, Margarita Simonyan, e Vladimir Soloviev. Non solo, gli stessi account diplomatici russi usano la loro visibilità per fare da cassa di risonanza a tale sito.
E’ quindi del tutto evidente di come si snoda la campagna di disinformazione russa in tutta europa. I passaggi sono semplici.
- Si pubblicano Fakes su un sito gestito probabilmente dalla GRU
- I fakes vengono ripresi dagli endorsers locali del Cremlino ed amplificati nelle varie nazioni europee
Il risultato è che la disinformazione russa viene amplificata sui maggiori media europei proprio tramite gli endorsers, ovvero coloro che godono di credibilità all’interno di ogni paese europeo. E’ evidente che la dichiarazione di un famoso giornalista, opinionista, conduttore TV o direttore di un giornale, assume molta più credibilità tra il pubblico italiano rispetto la dichiarazione di Lavrov.
Per tali motivi si invita coloro che vogliono realmente informarsi sugli avvenimenti in Ucraina, a prendere con le pinze le opinioni di coloro che utilizzano come fonte dei loro ragionamenti il sopradescritto sito, perché c’è una grande possibilità che stiano semplicemente amplificando e giustificando le narrative di Putin.
Verificare una notizia è semplice e regola fondamentale, per un lettore consapevole, è di verificare sempre tutte le notizie, anche quelle di StopFake.
La guerra ibrida è già fra di noi, le legioni moscovite ci hanno già mosso guerra, una guerra per fortuna ancora non di missili e distruzioni, ma pur sempre una guerra. I loro agenti stanno già lavorando sul nostro territorio per allontanarci dal quel mondo democratico che abbiamo costruito negli ultimi 70 anni, sta a noi impedirglielo e per fortuna questa lotta non comporta grossi sacrifici, basta cambiare canale quando vi imbattete in una trasmissione dove è ospite Capuozzo o simili, un bel film su Netflix vi renderà sicuramente la serata migliore ed avrete aiutato la resistenza contro Mordor.