La vicenda di Vitaliy Markiv, arrestato venerdi a Bologna, accusato di aver concorso nella morte del giornalista italiano Andrea Rocchelli nel 2014 nei pressi di Sloviansk (est Ucraina), sta agitando particolarmente il mondo dell’informazione. StopFake da sempre fedele alla ricostruzione dei fatti in maniera oggettiva non prende una posizione precisa, ne innocentista ne colpevolista ma si limita a verificare dei fatti e porli in risalto quando questi contrastano con la realtà delle cose.
Nelle settimane precedenti abbiamo pubblicato un lavoro investigativo che sarà sicuramente utilizzato nel processo, mentre ieri abbiamo pubblicato alcune deduzioni tratte dal dispositivo della Procura di Pavia.
Oggi ci dobbiamo occupare (purtroppo) di una caso di manipolazione dell’informazione attuato niente di meno che dalla Televisione di Stato italiana mandato in onda durante il TG1 delle ore 20 del primo di luglio. La cosa che lascia più perplessi è che vista la professionalità della redazione del TG 1 non si tratti di un mero errore dovuto alla scarsa professionalità della giornalista, ma di una vera e propria opera di manipolazione ai danni di Vitaliy Markiv.
Entriamo nel dettaglio della notizia.
Al minuto 15:30 inizia il servizio sull’arresto di Markiv. La Giornalista è Giulia Serenelli.
Al minuto 16:32 si nota chiaramente che la macchina sulla quale viaggiava Rocchelli è crivellata di colpi sulla parte destra e che i fori di ingresso sembrerebbero orizzontali e non provenienti dall’alto (come sostenuto dalla Procura di Pavia) e con una traiettoria parallela o non obliqua come avrebbe dovuto essere per la conformazione del terreno. Se avessero sparato dall’altura della collina, primo non avrebbero raggiunto il veicolo a causa della distanza e secondo i maggiori danni sarebbero stati sulla capotte e nella parte anteriore mentre dalle foto noi vediamo che è la parte posteriore ad essere stata completamente danneggiata e nella capotte vi è un solo foro di proiettile perdi più che sembra sparato alla stessa altezza.
Nei due seguenti screenshot viene evidenziata la strada probabilmente effettuata da Rocchelli per arrivare al passaggio (mentre il colore giallo rappresenta la posizione delle truppe ucraine a Karachun) a livello e la distanza che separa la parte più avanzata (dove secondo la Procura stava Markiv) del fronte ucraino con il passaggio a livello presidiato dalle forze paramilitari russe.
Quindi anche la percorrenza dell’auto risulterebbe importante per capire le traiettorie dei proiettili. Poi è visibile che sull’auto non vi era nessuna grande scritta del tipo “TV” o “PRESS” con le quali i giornalisti si muovono in teatri di guerra e pertanto per le truppe ucraine quella macchina era solo un mezzo che si muoveva tra le linee su un fronte di guerra, macchina che avrebbe potuto trasportare chiunque.
Va detto anche che la narrazione di quei settimane ci dice che le truppe paramilitari che occupavano Sloviansk in quei giorni avevano requisito molti mezzi civili e si spostavano con quelli, pertanto sarebbe stato del tutto naturale se le truppe ucraine avessero sparato contro veicoli in movimento che gli venivano incontro, comprese persone che non avevano una divisa regolare (questo spiegherebbe i rumors che dicono di un’intercettazione telefonica in cui Markiv direbbe che in quei giorni sparavano anche contro i civili).
Al minuto 16:40 il primo fake della giornalista “la mattanza voluta da Markiv”. chi ha detto alla Serenelli che Markiv è colpevole ? Ha già fatto il processo la “Giudice Serenelli” ?
“Capo di un Commando filo ucraino” Cosa vuol dire dottoressa Serenelli ? Secondo lei un Caporale della Folgore può essere definito il capo di un commando filo italiano ?
E’ chiara la volontà diffamatoria (aggravata dal mezzo stampa) della giornalista nei confronti del giovane ucraino, ma non è ancora tutto, la cosa più grave avviene al minuto 16:55 quando tramite un’abile manipolazione delle informazioni viene fatto dire a Markiv delle cose mai dichiarate.
Dice la Serenelli : “Sparavamo a chiunque raccontava Markiv ai giornalisti, inerme e disarmato, in mano solo una macchina fotografica”
Siamo quindi andati a cercare quella intervista, in cui secondo la Serenelli, Markiv avrebbe fatto quelle dichiarazioni. Ovviamente l’abbiamo trovata, si tratta di una intervista fatta dal canale televisivo ucraino STB all’interno di un progetto dove si racconta le vite dei soldati prima della guerra. L’intervista è avvenuta il 12 aprile 2016
Abbiamo ovviamente provveduto a tradurre l’intero servizio dalla lingua ucraina per il pubblico italiano ed abbiamo pubblicato il video con i sottotitoli. Nell’intervista Markiv parla di spari ma si riferisce al motivo per cui lui ha deciso di arruolarsi dopo la rivoluzione del Maidan. Markiv dichiara :
“ Il momento cruciale per me è stato ciò che è successo in via Institutska, quando hanno sparato ai manifestanti pacifici….quando le persone indifese correvano con un bastone e uno scudo di legno e verso di loro sparavano i cecchini….ho capito, che bisognava combattere fin in fondo…e cosi sono rimasto. “
Quindi ricapitolando, abbiamo il più importante TG di Italia (pagato anche con il canone della numerosa comunità ucraina in Italia) che utilizza una intervista di un mese precedente la morte di Rocchelli e ne trasforma le parole per far sembrare Markiv uno spietato assassinio… Lo chiamate giornalismo ? Senza cadere nel becero complottismo, ci si può chiedere chi abbia chiesto alla giornalista di effettuare tale infamante (cosa da radiazione dall’albo) azione e perchè ?