Durante il TG 1 andato in onda il 14 febbraio 2016 alle ore 20, Lucia Goracci dalla città di Aleppo mostra una scritta in cirillico (scritta anche male con evidenti errori) attribuendola a cittadini ucraini che secondo la stessa starebbero combattendo nelle file dell’ISIS. Il frammento video lo si può visionare qui al minuto 4,25
La Goracci dice : “Questa scritta in alfabeto russo è la citta di Leopoli. Forse chi l’ha tracciata è venuto a fare la jihad dall’Ucraina”
Si tratta di una supposizione fuorviante e personale della giornalista non supportata da alcuna prova. La giornalista forse per sua ignoranza non ha però rilevato che la scritta che ha mostrato non significa il nome della citta di Leopoli (Lviv). In cirilico Lviv si scrive ЛЬВІВ (in ucraino) o ЛЬВОВ (in russo).
Accusare gli ucraini di essere membri dell’ISIS sulla base di strane lettere che assomigliano a lettere cirilliche (che alla giornalista sembrano il nome della città ucraina di Leopoli) non è degno della professione giornalistica ma anzi sembra solo far parte della retorica della propaganda del Cremlino molto utilizzata dai canali di Stato italiani.
Si fa anche notare che la scritta potrebbe essere tradotta come AЛЬОВ AL’OV (O ALIOV) e che trattasi di un nome khazako
Si fa inoltre notare che la seconda lettera è scritta al contrario Л (L)
Infine se proprio si volesse dare una traduzione allo scarabocchio si potrebbe ipotizzare che tale città non è Lviv ma Lgov che in cirillico si scrive Льгов e si trova nella regione russa di Kursk
La giornalista Lucia Goracci è stata diversi mesi in Donbass durante l’invasione russa quale inviato RAI, Televisione che quasi mai ha proposto servizi dal fronte visti dalla parte ucraina ma sempre da quella russa. Rimane il dubbio che questo sia un ennesimo tentativo di far circolare la propaganda russa in Italia ai danni della libera e vera informazione. Nel caso invece si sia trattata di una svista dovuta alla non conoscenza della lingua (ma in questo caso come ha fatto a leggerci Lviv ?) basterebbe che la giornalista proponesse le sue scuse per aver accostato un popolo all’ISIS.